24 Gennaio 2022

MotoGP, Joan Mir allerta Suzuki: “Team satellite? Abbiamo altri problemi”

Joan Mir, campione MotoGP 2020, risponde alle accuse dei detrattori e manda un altro segnale alla Suzuki: per il rinnovo serve una GSX-RR competitiva.

MotoGP, Joan Mir 2022

Joan Mir si è confermato campione MotoGP nel 2020, ma non ha avuto modo di riconfermarsi tale. La Suzuki GSX-RR si è evoluta meno rapidamente delle concorrenti nell’ultimo anno, l’addio improvviso di Davide Brivio sembra aver rallentato i meccanismi dell’ambiente di Hamamatsu. I due piloti hanno continuato a riscontrare problemi nelle qualifiche, ma in gara sembravano aver perso quella marcia in più che era una caratteristica saliente nell’anno iridato.

C’è attesa per il primo test Irta a Sepang, quando Joan Mir e Alex Rins potranno finalmente saggiare il prototipo MotoGP 2022. A Jerez si sono detti entrambi soddisfatti degli aggiornamenti, ma non entusiasti. Tanto che il maiorchino starebbe pensando ad una svolta con un cambio di marca per il prossimo campionato. Le sirene Honda sono difficili da respingere. Anche se la convivenza e il confronto con Marc Marquez si preannunciano complicati per chiunque. Inoltre la RC213V è una moto che richiede un adattamento difficile e non certo semplice né scontato. Ne sono un esempio lampante i recenti tentativi di Jorge Lorenzo e Pol Espargarò andati a vuoto.

Suzuki e Mir ad un bivio

Al di là delle voci di mercato Joan Mir resta un ‘unicum’ nel paddock della MotoGP. Campione del mondo con una sola vittoria nel suo curriculum. Una fama che inizia a pesare e che vuole scrollarsi di dosso. “Le persone che lo dicono non sanno nulla delle corse. Gli altri che seguono bene le gare e conoscono le moto hanno un’opinione diversa. Ascolto queste persone“, racconta in un’intervista a Speedweek.com. Nel 2020 ha preferito non azzardare in diversi week-end di gara, una volta compreso che la costanza era la miglior via verso lo scettro iridato. Ma nel 2021 non nasconde una certa amarezza: “Mi aspettavo di vincere di più. Quest’anno starò meglio, ho solo 24 anni e la mia curva è rivolta verso l’alto“.

Suzuki dovrà recitare la sua parte con un pacchetto tecnico degno di nota per il 2022. Shinichi Sahara continuerà a rivestire il doppio ruolo di project leader e team manager, con il supporto di una figura interna. E al momento sembra lontana l’ipotesi di avere un team satellite a breve termine. Ma non è una scusante e mette in allerta i vertici della Casa giapponese: “Non è il problema più grande che abbiamo. L’importante è che i due piloti ufficiali ottengano il materiale migliore. Se non riesci ad essere ad un certo livello, non ha senso mandare in pista due moto in più“. A buon intenditor poche parole.

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