5 Novembre 2020

MotoGP, intervista ad Alex Rins: “Stiamo vedendo i risultati degli sforzi Suzuki”

Alex Rins ha ritrovato la giusta competitività dopo la lesione di inizio anno. E si vede in lotta per il titolo: "I risultati di Valencia saranno fondamentali."

alex rins motogp

Quest’anno Alex Rins sta disputando senza dubbio la sua stagione migliore in MotoGP. Questo nonostante la lesione che l’ha condizionato nelle prime gare dell’anno: la vittoria ed i podi ottenuti negli ultimi GP lo tengono in lotta per il titolo 2020. Una bella occasione per realizzare il sogno che si porta dietro fin da quando era un bimbo.

Come si vive una stagione così complessa e più corta, con tante gare vicine?
Certo è un mondiale diverso per tutti, difficile a livello fisico e mentale. Correre senza tifosi in circuito lo rende ancora più strano. La preparazione in questo senso è stata determinante, così come prendere tutte le precauzioni possibili per evitare il contagio e perdere così una o due gare, come successo a Valentino.

Hai riportato un infortunio ad inizio stagione. Quest’anno gli errori si pagano di più?
Gli errori costano sempre cari, anche se quest’anno praticamente tutti li stanno facendo. L’importante però non è evitarli, ma piuttosto imparare e tornare più forti.

Una settimana dopo la lesione sei tornato in sella, come Crutchlow e Márquez. Nel tuo caso è andata bene, mentre Marc si è rovinato la stagione. Credi che i controlli medici dovrebbero essere più serrati? Secondo te Márquez ha fatto bene a tornare così presto?
Lo staff medico del Mondiale è ottimo, sono sicuro che ogni esame ha il suo perché. Marc e chi gli stava attorno ha preso la migliore decisione possibile in base alle informazioni che avevano. Purtroppo per loro non è andata bene. Gli auguro un pronto recupero, capisco che come pilota sia una bella frustrazione.

A Barcellona hai conquistato il primo podio della stagione dopo tanti problemi. Come hai vissuto quel momento? È stato ancora più emozionante per la doppietta Suzuki?
È stata una bella soddisfazione. Abbiamo tutti lavorato duramente per tornare a lottare per le posizioni di testa, ci serviva un risultato così dopo esserci andati davvero vicini in precedenza.

Nelle ultime gare la Suzuki è apparsa come una delle moto più competitive e costanti in griglia. Cos’è che la rende speciale?
Proprio la sua costanza. È una moto molto equilibrata e questo ci permette di non soffrire più di tanto in qualunque circuito.

Il tuo compagno di squadra è in testa al Mondiale, tu sei a -32. Credi che quest’anno Suzuki possa fare la storia, vincendo per la prima volta a vent’anni da Kenny Roberts?
Sarebbe fantastico per la squadra e la fabbrica, soprattutto nell’anno del centenario. Da quando è tornata nel mondiale, Suzuki sta lavorando duramente e questo è il risultato dei suoi sforzi.

Negli ultimi giorni si è parlato molto di ordini di squadra. Se stessi lottando per la vittoria con Mir nell’ultima gara, e questa fosse la sua occasione per vincere il titolo, lo aiuteresti?
Se non avessi più possibilità, certamente aiuterei la squadra ad ottenere questo risultato così importante. Fino ad allora daremo il 100%.

Tutte le squadre ufficiali hanno un team satellite, tranne Suzuki. Credi che questo possa essere un fattore chiave per lo sviluppo in futuro?
Quest’anno i team satelliti hanno dato filo da torcere agli ufficiali, non so se sia una buona idea… Scherzi a parte, Suzuki ha svolto un gran lavoro in questi anni, come vediamo dai risultati di questa stagione. Se non c’è stato finora ci sarà un buon motivo, ma se decidessero che potrebbe tornarci utile, allora ottimo.

Qualche GP fa Mir ha definito il vostro rapporto come “ciao-arrivederci”. Nel GP di Catalunya però s’è vista una bella sintonia. Come la definisci?
Joan ed io abbiamo un buon rapporto, come l’ha definito lui, ma certo non brutto. Ognuno ha i suoi ritmi, ma formiamo parte della stessa squadra ed ognuno è contento se arrivano bei risultati. Come ad esempio i tre doppi podi nelle ultime quattro gare.

Ci sono stati sette vincitori diversi nelle gare finora disputate. Un bene od un male per il motociclismo avere una stagione così combattuta?
Credo che per gli spettatori sia bello vedere gare imprevedibili, con un livello molto simile tra tutte le squadre, incluse quelle satelliti. Speriamo che gli appassionati si stiano godendo queste gare, pur non potendo viverle dalla pista.

I primi due piloti in campionato solo alla seconda stagione MotoGP. Credi che le nuove generazioni siano più competitive dei veterani?
Tutti i piloti in MotoGP, nuovi arrivati o veterani, sono in questa categoria perché se lo meritano, perché stanno lavorando duramente dalla Moto3 o hanno fatto vedere dai risultati che sono rapidi.

Chi vedi come favorito in questa stagione?
Siamo tutti molti vicini… Posso rispondere prima di Portimao? [risate]

Qualche settimana fa Casey Stoner ha dichiarato che il Mondiale vale meno perché non c’è l’attuale campione, Marc Márquez. Cosa ne pensi?
Credo che il campionato sia comunque molto valido. Anche Márquez ha vinto un titolo senza uno dei suoi maggiori rivali in azione. Ad inizio stagione tutti abbiamo le stesse possibilità. Un peccato che si sia infortunato, ma stiamo vedendo un mondiale davvero combattuto.

Recentemente Valentino Rossi ha firmato per continuare in MotoGP, è una buona notizia per il motociclismo?
Certamente. Valentino è una leggenda e se si vede in grado di competere un altro anno lo aspettiamo in pista!

Dopo tanti problemi, ad Aragón è arrivata la prima vittoria della stagione. Quali sono state le sensazioni una volta tagliata la linea del traguardo?
Ero davvero felice. Già il risultato del Montmeló era stato speciale, immagina una vittoria, soprattutto in un circuito così importante per me. Nonostante la lesione, non abbiamo mai smesso di credere che questo successo sarebbe arrivato.

In molti ti vedono come uno dei candidati per il titolo. Sei a 32 punti dal tuo compagno di box. Lo vedi possibile? Avverti maggiore pressione?
Io la chiamerei piuttosto motivazione. Sono sempre 32 punti, i risultati di Valencia saranno quindi fondamentali per tenere viva la lotta verso Portimao. Dobbiamo lottare!

L’articolo originale di Raquel Jiménez Rodríguez su motosan.es

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