1 Aprile 2020

Iker Lecuona: “Siamo sempre infortunati, ma fa parte della nostra vita”

Iker Lecuona non nasconde grandi ambizioni per la stagione 2020. "Punto a qualche top 10." E per il futuro: "Ho possibilità per un team ufficiale."

Iker Lecuona MotoGP

Iker Lecuona quest’anno è uno dei tre piloti all’esordio in MotoGP. Il più giovane in griglia di partenza, il pilota Tech3 è arrivato in tempi record, visto che solo nel 2015 ha iniziato a correre su pista, precisamente in Supermotard. Il valenciano può regalare qualche sorpresa, ma bisognerà aspettare ancora per avere qualche riscontro in più. Nel frattempo è stato uno dei protagonisti della prima Virtual Race, non troppo positiva però per lui. A causa di molteplici incidenti, ha chiuso in penultima posizione, con un crono molto distante da quello dei colleghi.

“Il mio capo Poncharal mi ha chiamato dicendomi che ho rovinato la squadra” ha raccontato ridendo Iker Lecuona in una chat social coi responsabili del circuito di casa. “Da dire però che non gioco mai alla MotoGP, io sono più da cose come Call of Duty, o anche da F1. Ho accettato perché non avevo molto altro da fare, ma per la prossima gara mi allenerò di più, soprattutto per evitare di cadere così tanto.” La prossima Virtual Race al momento è stata programmata per il 12 aprile, ancora da decidere orari, circuito e partecipanti, che comunque aumenteranno.

Al momento l’unica parvenza di MotoGP, visto che è tutto fermo per l’emergenza sanitaria. Il giovane valenciano vive da solo in Andorra. “Doveva venire anche mio fratello, ma vista la situazione gli ho detto di rimanere a Valencia.” Come passa le sue giornate? “La maggior parte del tempo lo occupo esercitandomi, poi c’è qualche videogioco, se mi annoio guardo qualche serie TV.” Guarda poi in faccia la situazione. “Tutto questo non si risolverà in poche settimane, ma in almeno due mesi. Mi condiziona perché sono abituato a girare tanto in moto.”

“Certo ho dovuto cambiare metodo ed è stato anche positivo, visto il passaggio da Moto2 a MotoGP.” Una grande differenza in vari aspetti. “Per prima cosa la potenza” ha sottolineato Lecuona. “Fantastico poi anche vedere come arrivi a 50-100 km/h in più, frenando poi nello stesso punto in cui riesci con la Moto2.” “Sono due moto molto diverse” ha continuato. “In Moto2 non servivano grandi cambiamenti, in MotoGP l’elettronica è differente in ogni curva, poi segue la messa a punto. È sicuramente più complesso, più difficile.”

Una costante di un pilota nel Motomondiale è sapere che non si riuscirà mai a recuperare del tutto da un infortunio. “Recuperiamo forse più velocemente, ma in verità siamo sempre lesionati. Per esempio l’anno scorso in Qatar: un violento highside nelle FP1, non riuscivo più a muovere il polso. Non ero in condizioni di correre, ma dopo i controlli in ospedale sono tornato, sono salito in moto e ho completato il GP. L’osso non è completamente sistemato, ho ancora una frattura, ma lo diamo per scontato, fa parte della nostra vita, della nostra passione.”

Obiettivi ambiziosi per quando comincerà davvero la stagione 2020. “Posso puntare a qualche top 10, senza che i piloti davanti a me cadano.” Iker Lecuona guarda anche più in là. “Ho dimostrato di essere veloce con una MotoGP quasi senza esperienza [Valencia 2019, ndr]. Penso di avere qualche possibilità per una moto ufficiale. Da dire che KTM ha fatto grandi passi avanti, si vede nei tempi di Pol [Espargaró]. Discorso che vale anche per Miguel [Oliveira], Brad [Binder] e me. Certo manca ancora qualcosa rispetto ad esempio ad una Yamaha o una Suzuki.”

Ribadisce però gli obiettivi ambiziosi. “Non mi vedo in lotta nelle prime posizioni, ma nei punti sì, qualche volta anche in top ten. Come detto, potrei avere qualche opportunità per un team ufficiale.” Circuiti a lui congeniali? “Mi piacciono molto Austin, Phillip Island e Valencia. Mi trovo bene poi anche a Silverstone e a Spielberg, sono sempre stato abbastanza veloce.” Cosa l’ha impressionato di più in griglia a Valencia? “Avere Valentino davanti, c’era poi anche Maverick… Ero parecchio nervoso, mi muovevo di continuo e non sapevo bene cosa fare.”

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