12 Febbraio 2023

MotoGP, Honda nelle mani di Marc Marquez: i punti deboli della RC213V

Nel test MotoGP in Malesia emergono i punti deboli della Honda RC213V. Marc Marquez traghetta l'evoluzione, in affanno Joan Mir, Alex Rins e Takaaki Nakagami.

MotoGP, Marc Marquez

La Honda non brilla nella preseason MotoGP in Malesia, una pista che d’altronde a Marc Marquez non è mai calzata su misura. La pioggia del secondo giorno rema soprattutto contro la squadra dell’Ala dorata che deve recuperare terreno e sperimentare molte soluzioni differenti per la RC213V. HRC vive una fase di transizione dopo l’arrivo di Ken Kawauchi, Joan Mir e Alex Rins, per ritrovare la rotta servirà ancora tempo: il comandante della nave fatica, per i nuovi arrivati il rischio di arenarsi dopo gli anni d’oro in Suzuki.

Joan Mir… serve tempo

Nella combinata dei primi due giorni Joan Mir è solo 19°, per quanto i tempi dei test siano relativi hanno un primo significato. L’adattamento dalla GSX-RR alla RC-V sarà difficile e potrebbe richiedere più tempo del previsto. “Certo, questa moto è molto diversa, devi adattare il tuo stile di guida. È un processo di apprendimento. Con la Honda attacchi un po’ di più in frenata e nella seconda fase in ingresso di curva. Anche l’elettronica è molto diversa“, ha spiegato il campione MotoGP 2020. “Con la Honda è importante avere la frenata e l’inserimento in curva perfetti, che è anche il punto di forza di Marquez. Io e il team stiamo iniziando a capire cosa serve per essere veloci su questa moto e sono contento per questo“.

Joan Mir

Alex Rins ripone fiducia in Ken

Nella seconda giornata di test a Sepang la classifica dei tempi ha premiato Alex Rins che ha centrato la top-10, anche se nella combinata è solo 16°. Sorprendentemente, è stato davanti alle due moto ufficiali del Repsol Honda Team nel day-2. Alla pari dei colleghi di marca ha dovuto provare nuove componenti, ma a rendere il lavoro più semplice è la presenza di una vecchia conoscenza come Kawauchi. “Come Ken può aiutarci diventerà chiaro solo a metà stagione. È bello avere uno come lui che ha molta esperienza con Suzuki e ci conosce bene. Ma non voglio trasformare una Honda in una Suzuki. I dati del primo giorno hanno mostrato che ero più lento degli altri piloti Honda nelle curve veloci, quindi abbiamo modificato un po’ il posteriore… Marquez è aggressivo quanto me. Non mi sento a mio agio, non ci sono abituato“.

Alex Rins a Sepang

Nakagami recupera (solo) fisicamente

Ultimo in classifica Taka Nakagami, chiamato ad un doppio lavoro di collaudatore per via della sua esperienza sulla RC-V. Regna una certa frustrazione dopo che la pioggia gli ha impedito di proseguire il lavoro sulla nuova moto. Finora il pilota giapponese si è occupato principalmente di regolare l’altezza del sedile, la posizione del manubrio e la posizione delle pedane della nuova moto ufficiale Honda. “Ad essere onesti, non siamo riusciti a fare di più“. La notizia migliore è che la sua mano destra è guarita. Nella stagione MotoGP 2022 ha saltato tre gare a causa di un incidente causato da Marc Marquez e si è sottoposto all’operazione durante l’inverno. “Non dà fastidio e questo è importante“.

Marc Marquez detta la linea HRC

A traghettare la Honda fuori dal tunnel ci deve pensare ancora una volta il fenomeno di Cervera, anche lui ritornato in forma fisica perfetta. Non è certo il momento per pensare al futuro e al contratto, la priorità è ritornare al vertice con un marchio che ha il potenziale per farlo. Ma serve tempo e all’inizio del nuovo Mondiale manca poco più di un mese (24-26 marzo a Portimao), di mezzo c’è una due giorni di test in terra iberica. Marc Marquez sa esattamente cosa manca per recuperare: “Faccio ancora fatica con il mio stile di guida sull’anteriore. Ma soprattutto cerco ancora il giusto feeling con il gas in uscita di curva. E’ lì che la Ducati fa la differenza, in uscita di curva e in accelerazione… La velocità massima c’è. Ma arriva troppo tardi perché ci manca trazione in accelerazione“.

Sebbene il nuovo motore Honda abbia una potenza sufficiente, non può ancora essere utilizzato in modo sufficientemente efficiente. Servono ancora modifiche e lavoro prima di potersi avvicinare alle Ducati e lottare per la vittoria. È dovuto al carattere del motore o c’è una mancanza di grip meccanico? “È difficile dirlo“, ha aggiunto l’otto volte campione del mondo. “C’è più grip posteriore dal mio punto di vista, ma se si migliora in curva l’uscita è migliore. È tutto collegato. Ma Ken, il nostro nuovo ingegnere capo, ha alcune nuove idee… Viene dalla Suzuki, dove la filosofia con il motore era ovviamente diversa. Hanno anche seguito un percorso diverso con l’elettronica… Bisogna essere aperti a queste nuove idee e forse anche adattarti con lo stile di guida“.

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Foto di Valter Magatti

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