19 Febbraio 2023

MotoGP, GASGAS Tech3: “Quella linea sottile tra eroe e zero”

Tech3 arriva da un biennio difficile, ma riparte con fiducia assieme ad Espargaro e Fernandez. Il commento di Poncharal nella seconda parte dell'intervista.

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di Marc Seriau/paddock-gp

Dopo una valutazione dell’aspetto tecnico di questo periodo precampionato (nella prima parte dell’intervista), Hervé Poncharal ha fatto luce sul lavoro svolto dal team ufficiale GASGAS durante la tre giorni di test MotoGP a Sepang. L’esperto boss Tech3 ha poi sottolineato l’ottimo feeling riscontrato ad inizio stagione, alimentando così una passione accesa molto tempo fa. La seconda parte dell’intervista.

Hervé Poncharal, parliamo dei test a Sepang. Sei soddisfatto delle prestazioni dell’esperto Pol Espargaro e del debuttante Augusto Fernandez?

Mi ero ripromesso di non fare più dichiarazioni per non infiammare i social, ma posso dirti la mia sensazione. Certamente i grandi capi di Pierer Mobility, Stefan Pierer e Hubert Trunkenpolz, avrebbero preferito vedere il migliore dei loro piloti in P1, P2, P5. Invece Pol Espargaro ha chiuso in P13. Al momento vediamo la stessa situazione del 2022, con due case italiane che stanno lavorando molto bene. Dobbiamo quindi continuare a lavorare e progredire. Avevamo anche una serie di cose da testare, sia nella ciclistica che a livello di motore, elettronica, ecc., che non avevamo mai avuto negli anni precedenti. Mai! Un lavoro incredibile svolto durante la bassa stagione da tutte le persone coinvolte nella MotoGP alla Pierer Mobility.

Test impegnativi

Il meteo non è stato granché ed abbiamo avuto meno tempo in pista di quanto avevamo programmato per svolgere i test. Non lo dico per trovare scuse, ma la classifica rispecchia il time attack, cioè una situazione di qualifica. Ma con Jack Miller, Brad Binder o Pol Espargaró, ci siamo concentrati maggiormente sul tentativo di rivedere tutto ciò che c’era da provare. Ad esempio riguardo l’aerodinamica, avevamo due versioni, considerando il lavoro del Red Bull Technology Center e quello del gruppo Pierer Mobility. Abbiamo potuto quindi testare molte cose, prima di confrontare le informazioni e avere quindi un parere di maggioranza per i quattro piloti. Per esempio, non realizzeremo quattro diverse aerodinamiche per i quattro piloti, o quattro diverse specifiche del motore. Ci siamo concentrati maggiormente su ciò di cui abbiamo parlato in precedenza, per essere in grado di dire domenica sera “Questa è la moto che pensiamo sia la più efficiente oggi”. Questo però indica che sono stati svolti molti giri senza necessariamente cercare il tempo. Domenica pomeriggio il team tecnico di Pol gli aveva chiesto se voleva montare un treno di gomme nuove per provare un time attack. Lui però ha risposto “No, sono le 16:30, ho fatto quello che dovevo fare e se esci per migliorare di mezzo secondo o altro, potrei distruggere la moto. Sono in buona forma ed abbiamo fatto il lavoro che volevamo fare con gli ingegneri. Ora prendo l’aereo e torno a casa, ci vediamo a Portimão”. È la reazione di qualcuno che si sente bene nei suoi panni, che è abbastanza fiducioso, che sente di aver fatto il suo lavoro e che ovviamente ha esperienza.

Un nuovo anno per Tech3

Abbiamo vissuto un anno magico nel 2020: abbiamo vinto due gare, le nostre prime come team MotoGP, ed eravamo estremamente felici. Il 2021 e il 2022 invece sono stati anni difficili e non voglio nemmeno parlarne. Penso che il team sia sempre stato professionale e impegnato al 100% nella sua missione. Non dico altro ma ho letto tante cose che mi hanno toccato, non me personalmente perché sono corazzato, ma che mi hanno toccato perché riguardavano persone coinvolte al 120%. Persone che hanno dato tutto il loro tempo, il loro cuore, la loro anima, la loro motivazione e il loro know-how. Ma non ho detto niente.

Oggi quello che mi rende felice è che c’è una nuova struttura chiamata GASGAS Factory Racing Tech3. Abbiamo ritrovato Pol Espargaro, che ha appena lasciato Honda e che prima era con Factory KTM, assieme al suo capo meccanico che si chiama Paul Trevathan. Abbiamo Augusto Fernandez, un esordiente: anche se a Sepang c’è stato molto lavoro, durante i test c’era un’atmosfera incredibile. Da quando sono tornati, Pol Espargaro e Paul Trevathan mi hanno inviato molti messaggi di ringraziamento per il coinvolgimento, per il livello di lavoro della squadra, per questa atmosfera il più umana possibile. Certo fa molto piacere!

Poncharal: “La linea sottile tra eroe e zero”

Ricordo il 1994: non abbiamo ottenuto un solo punto in 250cc per tutto l’anno e siamo diventati presto oggetto di alcune critiche. Pochi mesi dopo, con la stessa moto che aveva quindi un anno, la stessa squadra, ma con un nuovo pilota che si chiamava Olivier Jacque, noi eravamo dei geni e la migliore squadra del paddock. Alle persone che sono venute a trovarmi per dirmelo ho risposto così: “Non eravamo cattivi e non siamo eroi”. C’è una linea molto sottile tra l’eroe e lo zero, e alcune persone, che siano giornalisti, commentatori o anche talvolta attori, farebbero bene a pensare ed a sciacquarsi la bocca prima di dire cose che fanno male. Gente che vede tutto bianco o nero e che spara a chi è un po’ in difficoltà traendo conclusioni affrettate e giudizi affrettati senza conoscere mezza verità. È un po’ come il mondo moderno, dove sei in cima all’Olimpo e poi inchiodato alla gogna senza capirne davvero il motivo. Devi accettarlo e io lo accetto, ma certi detti mi vengono in mente in modo schiacciante. Quindi i complimenti che sono stati fatti alla squadra dopo i test di Sepang mi fanno molto piacere, soprattutto per tutte le persone che si impegnano a fondo per dare il massimo ai piloti.

L’impegno di KTM

Mi ha reso felice anche il fatto che Pol Espargaró sia venuto a trovarci a fine gennaio a Bormes-les-Mimosas con Paul Trevathan. Non è mai stato fatto prima della stagione, mai! Era solo per conoscerci meglio, per passare due giorni insieme, e ho pensato che fosse fantastico. In seguito si vedrà cosa succederà in pista, ma il nostro lavoro significa anche convivenza, lavorare insieme e dare il massimo. Il pilota fa il massimo con la certezza che il suo team tecnico crede in lui, lo sostiene e gli offre il miglior materiale possibile affinché faccia del suo meglio. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che in Pierer Mobility abbiamo imprenditori che investono cifre molto elevate nelle gare. Anche se la loro moto non è la migliore, l’impegno deve essere comunque riconosciuto e apprezzato: non sono obbligati e potrebbero anche fare operazioni di marketing diverse, come nel caso di Suzuki. Ci danno invece la possibilità di vivere la nostra passione da veri attori. 

L’atmosfera nel team

Un’altra cosa che mi ha reso felice è stato il ritorno da Sepang. Ho riunito tutta la squadra per raccontare loro quello che mi avevano detto Pit Beirer, Pol e Paul, che mi avevano fatto grandissimi complimenti dopo i test in Malesia. Anche loro avevano letto certe cose sulla stampa e questo li ha resi proprio felici. Mi piace questa atmosfera: quando entri nel box e si sorride, quando il pilota batte le mani a tutti e se ne esce con una o due cazzate. Quello che alla sera mangia con la sua squadra, dicendo scherzosamente “Domani li sistemiamo tutti!” . Pol si è già offerto di stare insieme durante i fine settimana dei GP d’oltremare. 

Se il Continental Circus non esiste più davvero, mantenere una certa forma di spirito di quell’epoca è fantastico. Il fatto poi che Nicolas Goyon stia iniziando a vestire i panni del team manager è positivo: mi aiuta a fare un passo indietro e ad essere più disponibile ai rapporti umani con i piloti e la squadra. Ho un buon feeling, mi piace, proprio come il fatto che siamo GASGAS Factory Racing e che abbiamo qualcuno della fabbrica nel box che vede come vanno le cose con noi, e che dà credibilità alla qualità ed alla quantità di lavoro svolto in Tech3. I ragazzi se lo meritano.

Hervé Poncharal, sentiamo che sei particolarmente impaziente per l’inizio della stagione. Da quanti anni sei team manager?

Bella domanda! Non lo so. Sono nelle competizioni dal 1979, inizialmente come amico dei piloti, in particolare con Marc Fontan. Ho iniziato a lavorare in Honda France nel 1983, ma avevo già seguito parecchi GP con Marc Fontan. Nel 1984 le due discipline principali erano l’Endurance e la Dakar alla Honda, ma seguii Raymond Roche in parecchi eventi quando aveva il tre cilindri. HRC ha rilasciato la RS 250cc Compé-Client nel 1985 e io ho corso la maggior parte della stagione, ma sono diventato manager in un GP solo nel 1986. In Honda France avevamo una NSR dopo il titolo di campione del mondo di Freddie Spencer nel 1985. Allora c’era solo una moto ufficiale, ma l’anno dopo Honda ha deciso di realizzarne altre per noleggiarle ai team privati. Sono stati i primi a farlo, Honda France quindi ne ha noleggiata una e ha creato il dipartimento Grand Prix, di cui sono diventato responsabile. La mia prima stagione completa come Team Manager quindi risale al 1986, e da allora non mi sono mai fermato né ho perso un solo Gran Premio! Quindi sono 37 stagioni complete, senza contare il resto. Accidenti, è un sacco di tempo! (risata) 

Foto: motogp.com

L’articolo originale su paddock-gp

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