28 Marzo 2023

MotoGP, Gabarrini racconta Bagnaia: “All’inizio era molto permaloso”

Pecco Bagnaia inizia subito forte la stagione MotoGP '23 con una doppia vittoria a Portimao. Il retroscena raccontato dal capotecnico Cristian Gabarrini.

MotoGP Pecco Bagnaia

Nella stagione MotoGP ’22 Pecco Bagnaia si è reso autore di una splendida rimonta su Fabio Quartararo, recuperando 91 punti e confermandosi campione del mondo. Durante i test invernali ha ribadito la sua supremazia con una Ducati Desmosedici GP già solida ma con margine di miglioramento. A Portimao ha sottolineato che sarà ancora il pilota da battere e ha intenzione di aprire una lunga era vincente. Probabilmente non raggiungerà i livelli del suo maestro Valentino Rossi, ma ha tutte le carte in regola per avvicinarsi al ruolo di ‘Legend’.

Pecco Bagnaia bum-bum

L’anno scorso aveva iniziato a “litigare” con la sua Ducati, ha fatto dietrofront sul motore alla vigilia del primo round a Losail, gli è servito tempo per amalgamarsi al pacchetto della Rossa. Stavolta tutto funziona perfettamente dalla prima gara e non correrà il rischio di perdere terreno iniziale. Merito anche del titolo MotoGP che gli ha concesso di avere un ruolo centrale all’interno del box, così da “dirottare” gli ingegneri nell’evoluzione della moto verso le sue caratteristiche di guida. Come dimostrano le prestazioni nei test invernali e la doppia schiacciante vittoria di Portimao, con una pole position mancata solo per puro caso (a 64 millesimi da Marc Marquez).

È adesso un pilota a tutto tondo, concentrato, spietato nella sua calma, fiducioso nei propri mezzi. Valentino Rossi e l’Academy hanno forgiato un talento made in Italy come non si vedeva dai tempi d’oro del Dottore, capace di entusiasmare con la sua semplicità. Se mai dovesse acquisire una certa dose di carisma sarebbe una macchina da guerra mediatica, un punto di riferimento per lo sport internazionale, come attestano i consensi crescenti sui social. Per adesso si accontenta di vincere e sfruttare l’onda del momento. “Tutto ha funzionato alla perfezione, la nuova moto si adatta molto bene al mio stile di guida, meglio della vecchia. Ora scopriremo il nuovo format su un circuito dove non abbiamo fatto nessun test, quindi vedremo le differenze. Sicuramente il livello sarà diverso perché senza i test i distacchi sono un po’ più grandi, ma vedremo“.

Sprint MotoGP e strategia gomme

Alla vigilia del nuovo campionato MotoGP si temeva che la Sprint Race potesse rimescolare le carte, spezzare l’equilibrio tra Pecco Bagnaia, la Ducati e il ritmo gara. Invece il campione di Chivasso si è subito adattato al nuovo format, fisicamente e mentalmente. “Il nuovo format è diverso ed era la prima volta, quindi tutti erano un po’ stressati… Certo, in alcuni circuiti dovremo ridurre un po’ la corsa, questa pista non è molto impegnativa dal punto di vista fisico. Ma circuiti come il Mugello o Austin lo sono, quindi dobbiamo fare qualcosa per questi circuiti“.

Questa Desmosedici GP23 non ha fatto grossi passi avanti in termini di potenza, ma la guidabilità ci ha guadagnato. Azzeccata anche la scelta della media all’anteriore, a fronte della hard adottata dall’inseguitore Maverick Vinales. “Non ho fatto la differenza alla curva 1 perché avevo scelto la gomma che non era la migliore per staccare forte, ma era la migliore per fare quello che preferisco su questa pista. Meglio chiudere le traiettorie nelle curve veloci, la gomma che ho scelto era migliore per questo. L’ho scelta perché si adattava di più al mio stile di guida su questa pista e anche la moto andava molto bene“.

Il racconto del capotecnico Gabarrini

Velocità, strategia e uno staff tecnico che agisce in rapporto di osmosi sono gli ingredienti vincenti del successo di Pecco Bagnaia con questa Ducati. Mai dimenticare chi lavora al suo fianco, a cominciare dal capotecnico Cristian Gabarrini, figura storica del box sin dai tempi di Casey Stoner, che lo ha affiancato sin dall’esordio in MotoGP con Pramac. “Io sono uno molto schietto e diretto, all’inizio Pecco era molto permaloso“, racconta a ‘La Gazzetta dello Sport’.

All’inizio aveva uno stile molto scorrevole in curva, ma poco deciso in curva. “Cominciai a martellarlo su quell’aspetto, perché in MotoGP se non freni forte non vinci… Gli dissi che se era permaloso aveva sbagliato capotecnico e la nostra storia sarebbe finita male. Lui mi guardò, poi scoppiò a ridere e da allora cambiò tutto. Iniziò a lavorare insistentemente sulla frenata che alla fine è diventato uno staccatore più forte perfino di Dovizioso“.

Foto: MotoGP.com

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