27 Febbraio 2021

MotoGP, elettronica: il “buco nero” della centralina Magneti Marelli

Manuel Cazeaux, capotecnico di Alex Rins, spiega quanto sia sofisticata l'elettronica sulle MotoGP di oggi. Suzuki persegue la filosofia della semplicità.

MotoGP, la Suzuki di Alex Rins

La pausa invernale della MotoGP sta per terminare, in Qatar vedremo cosa sforneranno i sei costruttori alla vigilia di una stagione in cui i motori resteranno congelati. A cominciare dai pacchetti aerodinamici, nel 2021 sarà consentito omologare una sola modifica. La maggior parte dell’attenzione ingegneristica ricadrà su telaio, ciclistica in genere ed elettronica. Occhi puntati sulla Suzuki GSX-RR campione in carica, prototipo che ha dimostrato pochissimi alti e bassi. Ma una sola pecca: la prestazione sul giro secco.

Una centralina elettronica Magneti Marelli è un po’ il “buco nero” della ricerca tecnologica in MotoGP. Non riguarda più semplicisticamente l’anti-impennata e il traction control. Jose Manuel Cazeaux, capotecnico di Alex Rin, durante una video conferenza spiega come l’elettronica sia fondamentale nel capire cosa succeda all’interno della moto. Un numero illimitato di sensori che misurano parametri su ogni centimetro quadrato della moto. “Prima c’era un meccanico con un pezzo di carta che prendeva appunti per la pressione delle gomme per ogni sessione. Poi il capotecnico decideva con quali pressioni iniziare la gara. Adesso hai pressione dell’aria interna, temperatura dell’aria interna, temperature interne della carcassa con tecnologia IR, temperature della superficie esterna… Hai molti canali e hai bisogno di tempo e di persone per analizzare tutto questo“.

Le difficoltà dell’elettronica

I dati forniti dall’elettronica permettono di analizzare lo stato di salute di una MotoGP. “Ci permette di capire cosa sta succedendo all’interno della moto e di creare modelli e analizzare, ad esempio, se serve un telaio più rigido o uno meno rigido“. Nel 2019 Dorna ha imposto dei limiti sulla centralina elettronica per contenere i costi. “Ora con i limiti delle normative, che non ci permettono di cambiare le logiche della [ECU], in qualche modo siamo limitati sul modo in cui la ECU controlla il motore. Questo ha un impatto immediato sull’erogazione di potenza, controllo di trazione e fondamentalmente anti-impennata“.

Da sempre l’osservazione dei rivali può rivelarsi uno spunto utile per progredire con l’evoluzione. Basti pensare alle innovazioni aerodinamiche escogitate da Ducati ed emulate da tutti. Con l’elettronica, invece, non è possibile. Certo, il dispositivo holeshot ha spinto ogni costruttore a fornirsene. “È importante guardare le altre fabbriche, per cercare di valutare il proprio livello rispetto agli altri produttori. Il problema è che non è facile sapere cosa stanno facendo [dall’esterno]”, ha aggiunto Cazeaux. “Cerchiamo di prestare attenzione agli altri, ma è anche difficile sapere esattamente cosa stanno facendo tutti“. Facile capire cosa è stato cambiato, difficile capire i motivi delle modifiche. Dal canto suo Suzuki proseguirà seguendo la sua filosofia. “La soluzione più semplice, in base alla nostra esperienza, offre le migliori prestazioni“.

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1 commento

  1. Makiland ha detto:

    Auspico che si proponga qualche limite all’ elettronica, altrimenti arriveremo alle moto SENZA pilota …