29 Novembre 2022

MotoGP, ‘Ducati family’: Tardozzi svela la chiave del successo di Pecco

Pecco Bagnaia ha conquistato il titolo MotoGP 2022 con carattere e supremazia tecnica. Il team manager Davide Tardozzi sottolinea l'importanza del fattore umano ai box.

MotoGP, Pecco Bagnaia

La stagione MotoGP 2022 è iniziata con una caduta da parte di Pecco Bagnaia, figlia di un certo nervosismo per una Ducati GP22 che non era evidentemente pronta per la sfida. Le Desmosedici dei team Pramac e Gresini avevano un evidente passo in più, segno che qualcosa era andato storto durante la preseason. Il 15° posto in Indonesia ha contribuito a portare al limite la pazienza, ha messo i nervi del piemontese sotto esame, fino alla prima vittoria arrivata soltanto al sesto round di Jerez. E poi un’altra caduta a Le Mans, sorpassato dall’amico e rivale Enea Bastianini a pochi giri dal traguardo.

La progressione di Bagnaia

La Ducati GP21 era inizialmente meglio preparata alla battaglia mondiale, ma progressivamente è cresciuta insieme alla psiche di Pecco Bagnaia. Autore di una seconda parte di campionato impeccabile, la squadra ha dato un grosso contributo alla sua crescita (tecnica e psicologica) e, dopo altri due zeri a Barcellona e al Sachsenring, sono arrivate quattro vittorie consecutive che hanno aumentato l’ambizione e la consapevolezza. “Cominci a pensare di essere imbattibile ed è una cosa che forse non dovrei dire. Ma quando sono arrivato secondo ad Aragon ero arrabbiato perché non avevo ottenuto la quinta vittoria consecutiva. Penso di aver usato quella determinazione, quell’ambizione, per puntare al titolo“.

La forza del gruppo

Davide Tardozzi e gli altri uomini del box Ducati hanno svolto un ruolo importante nell’aiutare Pecco Bagnaia a correggere il suo approccio. Mai nessuno ha perso la fiducia sul talento piemontese, il titolo MotoGP rischiava di allontanarsi, ma regnava determinazione nella scatola rossa. “Penso che la cosa più importante sia il rapporto molto stretto che abbiamo con Pecco in Ducati“, ha spiegato il team manager dal carattere passionale. “Penso che sia questa la chiave. Non abbiamo mai perso la fiducia reciproca e questo ha fatto una grande differenza per rimetterci in carreggiata. Il suo gruppo era molto stretto intorno a lui“.

Motore ed elettronica della Ducati MotoGP

Il segreto del successo sta anche nel lavoro svolto dai tecnici, sia nella raccolta dati ai box, sia in azienda, quando si è trattato di mettere in pratica i feedback… e il nuovo regolamento. La prima e ultima vittoria in MotoGP risaliva al 2007, merito di un Casey Stoner capace di gestire artisticamente l’acceleratore e il consumo di carburante. In un’intervista ad ‘Autosport’ Cristian Gabarrini racconta quanto sia importante l’erogazione del gas e la gestione della benzina attraverso l’elettronica. “Quando Casey è arrivato in Honda, ha chiesto di avere il massimo controllo dell’acceleratore. A quel tempo era più efficace, perché tagliava prima con l’accelerazione di quanto potesse fare l’elettronica. La Ducati del 2007 era una moto estrema, con un motore potentissimo, ma quasi ingestibile. Quel motore aveva una sete selvaggia di carburante, consumava molto“.

La Desmosedici GP22 invece ha fatto enormi passi in avanti con l’elettronica, sfruttando al meglio e al limite il regolamento, anche in termini di pressione gomme. “Nel corso degli anni la gestione del motore è stata messa a punto, per questo la Ducati è ora una delle migliori moto in griglia”.

Foto: MotoGP.com

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