20 Gennaio 2020

MotoGP, Danilo Petrucci: “Manca stabilità sul davanti”

Danilo Petrucci sottolinea l'importanza della velocità massima in MotoGP. Ma il problema principale della GP20 resta l'avantreno.

MotoGP, Danilo Petrucci

In MotoGP la velocità massima è un fattore imprescindibile per il successo iridato. Nel 2019 le Ducati di Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci hanno perso il primato della potenza, eguagliate e persino superate dalla Honda di Marc Marquez. Gli ingegneri hanno basato il prototipo della scorsa stagione soprattutto sui cavalli del V4, al resto ci ha pensato il fenomeno di Cervera. A Borgo Panigale resta però il simbolico record assoluto segnando 356,7 km/h sul rettilineo del Mugello ad opera del forlivese.

La Desmosedici GP20 monterà una nuova specifica di motore, come da routine, ma l’attenzione è focalizzata sulla percorrenza di curva. Gigi Dall’Igna a più riprese ha sottolineato come la top speed non sia la priorità. Ma Danilo Petrucci sottolinea comunque l’importanza in fase di sorpasso. “Uno dei punti di forza della nostra moto è la velocità sul rettilineo principale“, ha spiegato a Crash.net. “Certo, abbiamo sempre bisogno di molta velocità perché è il modo più sicuro per migliorare il tempo sul giro, perché puoi guadagnare qualche decimo di secondo senza rischiare in curva“.

A Borgo Panigale sono diverse le soluzioni che saranno vagliate nei prossimi test. A Valencia e Jerez è comparso un misterioso controller che potrebbe agire manualmente sulle sospensioni. Novità elettroniche arriveranno dal maxi-codone e dal punto di vista dell’aerodinamica si attendono altri “conigli” dal cilindro magico di Dall’Igna. “[Nel 2019] abbiamo avuto altri sfidanti, altri produttori, che erano abbastanza vicini alla massima velocità, ma non dipende solo dal motore“. Danilo Petrucci si gioca una bella fetta di carriera nella stagione MotoGP 2020, ma dovrà risolvere i problemi di feeling con l’anteriore in curva. “Ci manca un po’ di maneggevolezza e stabilità sul davanti. Ma non posso parlare al 100% della guidabilità della nostra moto rispetto ad altri produttori. In MotoGP ho guidato solo per la Ducati. I miei primi anni sono stati con le CRT, che non erano affatto una vera MotoGP“.

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