5 Ottobre 2020

MotoGP, Cal Crutchlow: “La Honda non è una moto che perdona”

Cal Crutchlow, nella sua ultima stagione in MotoGP con la Honda, descrive il carattere difficile della sua RC213V: "Questa moto non perdona".

MotoGP, Cal Crutchlow

Cal Crutchlow ricorderà questa stagione MotoGP non solo per essere l’ultima in sella alla Honda. Ma soprattutto per i vari infortuni susseguitisi dal primo GP a Jerez, con la frattura allo scafoide sinistro che ha richiesto un primo intervento. Prima di Misano ha subito una seconda operazione per sindrome compartimentale all’avambraccio, con conseguente infezione, poi un infortunio alla caviglia durante il test IRTA a San Marino.

La sfortuna sembra non voler mollare il britannico del team LCR, ma le difficoltà tecniche della RC213V sembrano giocare la loro parte. “Non hai idea di quanto sia difficile guidare una Honda rispetto agli altri costruttori“, osserva Cal Crutchlow. Non a casa anche Stefan Bradl ha riscontrato problemi all’avambraccio, notando i primi segni di intorpidimento alla mano destra durante le gare in Austria. La causa è stata identificata come un sovraccarico del nervo ulnare, tanto da doversi operare durante i due round MotoGP a Misano. “Non sono rimasto sorpreso“, aggiunge Cal. “Conosce bene la Honda. Ma questa moto non perdona nulla“.

I problemi di “sindrome Honda”

Anche Takaaki Nakagami ha subito il medesimo intervento all’avambraccio nel suo anno di esordio in HRC. “La Honda si muove molto, tende a impennarsi ovunque e non è facile da guidare se non sei in forma al 100%, è davvero molto difficile“, ha riassunto il pilota di LCR. Gli infortuni rendono tutto più difficile nella gestione della RC213V. “Non ho idea di quando sono stato in forma l’ultima volta. Forse durante il lockdown. No, no, ho subito un intervento al ginocchio. Ma prima e dopo ero molto in forma. Ma non posso dire quando ho guidato l’ultima volta una moto in buone condizioni fisiche“.

Al momento Alex Marquez sembra l’unico a non aver riscontrato conseguenze fisiche in sella alla Honda. “È un ragazzo alto. Potrebbe avere meno problemi con le braccia… I suoi progressi dal primo al secondo Gran Premio delle gare doppie sono stati molto buoni, ha fatto esattamente lo stesso a Jerez e in Austria. E ancora una cosa: ha finito tutte le gare – conclude Cal Crutchlow a Speedweek.com -. Sta facendo un buon lavoro“.