5 Maggio 2021

MotoGP, Bagnaia-Morbidelli: due astri brillano all’ombra di Valentino Rossi

In una stagione MotoGP deludente per Valentino Rossi, risplendono Pecco Bagnaia e Franco Morbidelli. Caratteri e moto diverse, un unico obiettivo: il Mondiale.

Pecco Bagnaia, Franco Morbidelli e Valentino Rossi

Per Valentino Rossi è forse il peggior momento della sua carriera. 4 punti in 4 gare e un futuro in MotoGP che rischia di arrivare al capolinea. Una decisione dopo Le Mans e il Mugello, poi sarà la volta di dedicarsi anima e corpo al nuovo team VR46. Una sigla che racchiude non solo il suo nome, la sua carriera, la leggenda del re di Tavullia. Ma anche un progetto iniziato un decennio fa, rivolto a giovani piloti che sono diventati ben presto suoi amici: i riders dell’Academy. E, come nelle più belle favole, l’allievo supera il maestro. Anche se non a livello di titoli mondiali.

Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia sono l’orgoglio della VR46. Entrambi già campioni nella classe Moto2, il primo vicecampione MotoGP 2020, il secondo leader provvisorio di questo Mondiale. Con Andrea Dovizioso in riposo sabbatico, Andrea Iannone squalificato per (presunto) doping, Danilo Petrucci in grande affanno sulla KTM, sono loro il futuro dell’Italia a due ruote. In attesa che sboccino Luca Marini ed Enea Bastianini. Amici di vita e di allenamenti, senza farsi sconti, entrambi determinati a prendersi lo scettro iridato dopo essere cresciuti all’ombra di Valentino Rossi nell’Academy. Ma se l’italo-brasiliano paga lo scotto di trattative arenatesi per varie circostanze, che lo costringono con una M1 non ufficiale, per il piemontese potrebbe essere l’anno della consacrazione, forte di una Ducati ai massimi livelli come non mai.

I due volti della stessa medaglia

Marchi diversi, approccio differente, sia in pista che con la stampa: Bagnaia testardo, segue maggiormente il suo istinto, anche a costo di sbagliare. Franco Morbidelli più disciplinato, ha creato un rapporto di massima fiducia con il suo capotecnico Ramon Forcada. Non senza uno spirito ribelle, che lo ha portato a sfrontare i vertici Yamaha in pubblico dicendo quello che pensa. Con una M1 basata sulla versione 2019, nonostante un inizio di stagione MotoGP da dimenticare, non è crollato psicologicamente. E a Jerez è salito sul podio, davanti alle Yamaha ufficiali di Quartararo, Vinales e Rossi. Uno schiaffo morale per la casa di Iwata che è corsa ai ripari con la promessa di un prototipo factory dal prossimo anno.

La situazione di Pecco Bagnaia è invece agli antipodi. La Ducati Desmosedici è uno dei suoi punti di forza se non il primo. Un gioiellino tecnico frutto di un lungo e sapiente lavoro portato avanti da Gigi Dall’Igna e i suoi uomini. Sempre sul podio nelle prime quattro gare, un evento senza precedenti nella storia del marchio emiliano in MotoGP. In attesa che arrivino piste più favorevoli come Le Mans e il Mugello. A Jerez Bagnaia ha superato il ‘Morbido’ in maniera pulita ed elegante, nulla da fare per l’alfiere Petronas SRT. Per lui è arrivato il momento di prendersi una simpatica rivincita sull’amico fraterno dopo la stagione 2020. E magari involarsi verso un titolo iridato che sarebbe un successo anche per Valentino Rossi e tutti i ragazzi del Ranch.

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1 commento

  1. fzanellat_12215005 ha detto:

    Morbido non ha alcuna possibilità di giocarsi il mondiale con una moto così arretrata. Yamaha ha fatto una scelta opinabile dando a Rossi una moto ufficiale che non merita più.