30 Settembre 2021

MotoGP, Austin regno spagnolo finora. Speranza Italia con Bagnaia?

Eventi MotoGP ad Austin sempre nel segno dei piloti spagnoli. Chissà se Bagnaia-Ducati possono interrompere questo dominio... Rivediamo i GP precedenti.

motogp austin 2019

Il Motomondiale torna a disputare una tappa oltreoceano per la prima volta dall’inizio della pandemia. L’appuntamento è al Circuit of the Americas ad Austin, che ospiterà nuovamente le due ruote nel corso di questo fine settimana. Con la speranza che i nostri colori riescano ad interrompere una sequenza senza vittorie che va avanti dall’evento inaugurale su questo tracciato. Sia in Moto3 che in Moto2 infatti abbiamo registrato due trionfi italiani, in MotoGP questo risultato ancora manca. Chissà se il binomio Bagnaia-Ducati, galvanizzato dai due successi consecutivi, può mettere a referto una “prima volta” negli States… Ricordando che il pilota piemontese ha già vinto in Moto2. Nel frattempo rivediamo i vincitori precedenti, ovvero due soli nomi.

2013-2015

Il re indiscusso del COTA è Marc Márquez, che a lungo ha letteralmente dominato. Partendo dal 2013, primo GP su questa pista: l’allora rookie HRC, alla seconda corsa in MotoGP, sale per la prima volta sul gradino più alto del podio, il più giovane di sempre nella categoria. Piazzando la tripletta pole-vittoria-giro veloce davanti al compagno di box Dani Pedrosa ed a Jorge Lorenzo. L’anno dopo le prime posizioni non cambiano: la coppia Repsol Honda detta nuovamente il passo, sempre con hat-trick del pilota di Cervera. Ma c’è una nota tricolore sul terzo gradino: Andrea Dovizioso e Ducati infatti tornano sul podio dopo varie gare di assenza, la prima top 3 per la Rossa ad Austin. Nel 2015 la corsa parte in ritardo per una fuoriuscita d’acqua alla curva 3, ma il risultato non cambia visto che il vincitore è sempre lo stesso, stavolta ‘solo’ con annessa pole position. Assente Pedrosa (alle prese con il post intervento per sindrome compartimentale), gli altri due gradini del podio sono per gli italiani Dovizioso e Valentino Rossi.

2016-2018

Passa un anno, riecco la tripletta pole-vittoria-giro veloce firmata ancora una volta da colui che è diventato il Re delle Americhe. Doppietta iberica sul podio completata dalla Yamaha di Jorge Lorenzo, ma c’è anche una Rossa, stavolta con Andrea Iannone a portarla in top 3. Fuori causa invece Dovizioso, che stava battagliando con Pedrosa per la terza piazza prima di un errore dello spagnolo a 15 giri dalla fine. Ricordiamo quest’ultimo subito in soccorso del collega in pista, per poi recarsi anche al box Ducati per scusarsi. Nel 2017 di nuovo non c’è storia: Marc Márquez stravince ancora con pole-successo-giro veloce, Valentino Rossi è secondo ad oltre tre secondi, mentre completa il podio Dani Pedrosa. L’anno successivo si comincia con il #93 poleman ma sanzionato di tre caselle in griglia per aver ostacolato Maverick Viñales in Q2. La musica in gara però non cambia: l’alfiere HRC scatta nel migliore dei modi e diventa ancora una volta imbattibile. Secondo gradino del podio proprio per il pilota Yamaha, mentre terzo è Andrea Iannone su Suzuki, a precedere i connazionali Rossi e Dovizioso.

2019

Settimo trionfo texano dietro l’angolo per il campione di Cervera? Certamente le intenzioni sono queste ed una prima parte è compiuta con la pole position. La corsa scatta come da copione, ripetendo quanto visto nelle edizioni precedenti. Il pilota Repsol Honda è in fuga verso un nuovo trionfo, ma dopo pochi giri l’inaspettato colpo di scena: ecco la scivolata in solitaria che lo costringe al ritiro! Valentino Rossi, quattro secondi più dietro, prende il comando della gara, ma c’è un insidioso Alex Rins in risalita più che determinato a rovinargli la festa. Il duello per la vittoria sarà tutto tra loro, finché l’alfiere Suzuki non piazza la zampata vincente per prendere il comando della corsa. Il Dottore prova a rispondere, ma senza successo: arriva così il primo trionfo MotoGP per Rins, la prima vittoria per la casa di Hamamatsu da Silverstone 2016. C’è una Ducati per completare il podio, stavolta guidata da Jack Miller.

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Foto: motogp.com

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