26 Maggio 2020

MotoGP, al lavoro su un rigido protocollo per la ripartenza

Il Mondiale MotoGP prenderà il via a fine luglio. Servono però rigide misure di sicurezza all'interno del paddock per non correre rischi.

Paddock MotoGP

Il Mondiale MotoGP è sempre più vicino a confermare ufficialmente il via per il 19 luglio a Jerez. Il Gran Premio si disputerà chiaramente a porte chiuse e si lavora ad un protocollo piuttosto rigido per evitare il più possibile ogni rischio. Ancora non è definito, ma Dorna, FIM, i costruttori, le squadre e gli organizzatori degli eventi stanno trattando in questo senso. Un passo necessario per provare a garantire un 2020 da almeno 12-13 GP.

“Sarà molto severo, non possiamo correre il minimo rischio” ha confermato il dottor Angel Charte, direttore medico del Motomondiale. “Le regole dovranno essere scrupolosamente seguite da tutti coloro che si mettono in viaggio: chi non le seguirà sarà severamente punito. Stiamo uscendo dal confinamento, ma l’ambiente che troveremo nel paddock potrebbe essere ancora più restrittivo, soprattutto nel corso dei primi eventi.”

Verrà ridotto al minimo il personale che avrà accesso agli eventi (qui i nostri calcoli), che quindi sarà più che controllato. Oltre a svolgere test prima di partire, che ne saranno anche nel paddock. “L’idea è ricevere ogni mattina certi parametri clinici da ogni persona” ha spiegato il dottor Charte. “In questo modo potremo individuare presto possibili casi positivi e seguirli. I movimenti poi saranno molto più limitati del solito.”

“Ci sarà anche un protocollo specifico per commissari e medici” ha continuato. “Avremo un’area di analisi, per controllare tutti i casi sospetti. Se ce ne sarà uno lo isoleremo subito, prendendo tutte le misure necessarie. Ormai conosciamo bene questa malattia.” Regole che avranno un forte impatto sullo svolgimento del weekend di gare, ma che si rendono più che necessarie.

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