11 Dicembre 2021

L’ingegnere Sumi ringrazia Valentino Rossi: “Storia d’amore… e fa male”

Valentino Rossi e Yamaha hanno intrecciato le loro storie. Il project leader Takahiro Sumi sottolinea la fase calante della carriera del Dottore e il rapporto speciale con la YZR-M1.

Valentino Rossi

L’ultima stagione in MotoGP non ha regalato grandi emozioni a Valentino Rossi. 18° posto in classifica finale, il peggior piazzamento in ventisei anni di carriera mondiale, con sole quattro top-10, 8° in Austria come miglior risultato. Il campione di Tavullia ha pagato il mancato feeling in accelerazione con la Yamaha YZR-M1 e una situazione tecnica-organizzativa precaria nel box satellite. Da Iwata non potevano aiutare grossi aiuti in tempi brevi, l’attenzione era tutta focalizzata su Fabio Quartararo e il team factory.

Il carisma di Valentino

A Iwata resta l’onore di aver lavorato con una leggenda fino all’ultimo dei suoi Gran Premi. “Un pilota Yamaha, un tesoro per il paddock e in tutto il mondo. Quando faceva una corsa brillante l’atmosfera sul circuito cambia, come al Red Bull Ring“, sottolinea il project leader Takahiro Sumi al sito giapponese mr-bike.jp. “Quando era terzo nella gara sul bagnato sugli spalti l’aria è cambiata drasticamente. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta e mi sono detto ‘Questa persona è fantastica’. Sono entusiasta che abbia chiuso con noi l’ultima gara“.

Dal 2004 al 2021 Valentino Rossi ha legato la sua epopea a Yamaha, ad eccezione del biennio Ducati 2011-2012. Una breve parentesi seguita dal ritorno a casa, con Lin Jarvis e i vertici dell’azienda giapponese pronti a riaccoglierlo. “Come con tutti quelli che hanno collaborato con lui, è stato un piacere e un orgoglio poter lavorare con Valentino e aiutare quel pilota leggendario. Cosa dovrei dire… Tutti vogliono aiutarlo, questa è la sua grandezza… è carismatico“.

La fase calante della carriera

La 18esima posizione al termine dell’ultima stagione in MotoGP è un risultato bugiardo, che non rispecchia il suo potenziale. Per Valentino Rossi gli ultimi anni sono stati complessi, abbiamo assistito ad un lento declino in termini di prestazioni. “Da quando ero nel team ufficiale, sapevo che il picco stava calando di anno in anno. Ma penso anche che la sua prestazione quest’anno non sia in quella posizione. Quest’anno le distanze erano molto ristrette, anche un lieve ritardo ti fa scalare molte posizioni. La domenica era più veloce (rispetto alle qualifiche), ma sul giro secco non riusciva a correre forte come prima. Partire da certe posizioni è più difficile di quanto sembri“.

Il rapporto pilota-M1

Il nome del Dottore resterà legato a Yamaha in eterno, ha scritto pagine di storia come nessuno mai in passato e forse anche in futuro. Ha contribuito per anni all’evoluzione della moto, il suo feedback è stato centrale per molti anni, anche se a Iwata non hanno mai realizzato un prototipo cucito addosso ad un solo pilota. “Jorge (Lorenzo) è stato veloce e anche Fabio (Quartararo), ma nel suo caso il rapporto moto-pilota sembra speciale. E penso che gli occhi di Valentino Rossi sulla M1 siano un po’ unici… Sono contento che fosse speciale per lui. È un po’ come una storia d’amore e fa male (ride, ndr), ma per lui il rapporto tra uomo e moto è molto speciale“.

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