11 Gennaio 2021

Esclusiva, Paolo Ciabatti (Ducati): “Piloti sempre trattati con rispetto”

Paolo Ciabatti analizza l'annata MotoGP di Ducati, i piloti del passato e del futuro. Il successo di Mir, il non-rinnovo di Lorenzo... E molto altro. L'intervista.

ciabatti ducati motogp

È stata una stagione MotoGP piuttosto complicata per Ducati, che ha sofferto il poco adattamento alla nuova gomma posteriore Michelin. Paolo Ciabatti ha infine salutato i suoi piloti del team ufficiale per fare largo ai giovani talenti. A campionato ormai concluso il direttore sportivo Ducati analizza quanto successo in un’annata così particolare. Oltre a guardare al futuro, ovvero all’annata 2021.

Negli ultimi anni Ducati è stata l’unica marca capace di lottare con Marc Márquez. Cos’è successo quest’anno?
Ogni stagione l’obiettivo è lo stesso, ovvero lottare per il titolo. In verità però conta poco quello che hai fatto in precedenza, ogni stagione è una storia a sé. Nel 2020 la moto è stata competitiva su quasi tutte le piste, abbiamo conquistato due vittorie e vari podi sia col team u8fficiale che con le squadre satellite. L’unico problema è stato che non c’era sempre lo stesso pilota davanti. Certo abbiamo sofferto più di altri per la posteriore Michelin, ma è anche vero che abbiamo vinto il titolo costruttori. Questo vuol dire che la moto è competitiva.

Una stagione ricca di alti e bassi, con problemi ed addii. Qual è il bilancio? Sente che tutti i piloti hanno potuto dare il massimo?
Si può sempre migliorare. Per tre anni consecutivi siamo stati vice-campioni con Andrea Dovizioso, quindi le aspettative erano sempre alte. È stata una stagione strana, con doppie gare su una stessa pista, a volte con un clima diverso rispetto al solito. In alcune occasioni poi non è stato facile trarre conclusioni tra una gara e l’altra. Ma siamo riusciti a chiudere con un trofeo che Ducati non vinceva da 13 anni, il titolo costruttori. È merito di tutti i piloti andati a punti, sono stati una parte importante.

Con i motori congelati si limita molto lo sviluppo delle moto. Crede che questo sarà un problema per fabbriche come Ducati?
Tutti partecipiamo al Mondiale con le stesse regole, non credo che questo ci pregiudicherà più di altri. Anche questo è un inverno atipico, nel quale lavoreremo su altri aspetti, ma ogni stagione è una sfida e certo lo sarà anche il 2021. I nostri ingegneri hanno dimostrato di essere molto creativi.”

Cambia completamente la formazione della squadra. Cosa l’ha spinta a puntare su Pecco e Jack? Quali saranno gli obiettivi?
Rimarremo ambiziosi, come sempre. Abbiamo due piloti nuovi che conosciamo molto bene, pieni di energia e di voglia di fare bene. Hanno già dimostrato che possono lottare per obiettivi importanti e daremo loro tutto l’appoggio per essere competitivi fin dal primo giorno. Jack ha realizzato un finale di stagione fantastico e, oltre all’esperienza con la Desmosedici GP, è giovane, talentuoso ed ambizioso. Pecco poi è un Campione del Mondo, ha una mentalità vincente e ha fatto un grande passo avanti. Non è stato fortunato tra lesioni e cadute, ma il feeling con la moto è migliorato e si è conquistato questa occasione per continuare a crescere. L’obiettivo di entrambi è essere competitivi fin da subito, qualunque sia la pista.

Nel 2021 conterete su tanti piloti giovani come anche Martín, Bastianini e Marini. Uno di loro poi da campione. Siamo davanti ad un cambio generazionale in MotoGP?
Senza dubbio. È una delle riflessioni che abbiamo fatto in Ducati negli ultimi mesi. Crediamo di avere un alto livello di talento nei giovani in arrivo ed abbiamo deciso di puntare su di loro. Od almeno dare l’occasione a chi riteniamo possa essere importante per Ducati nel presente e nel futuro.

Piano piano la cosiddetta ‘generazione dell’85’ sta lasciando. Prima Stoner, poi Pedrosa, Lorenzo ed infine Dovizioso. Come avete vissuto questa epoca? Come sono cambiati piloti e moto da allora ad oggi?
È cambiato tutto, così è la vita. Cambiano i piloti, le moto, i team… Ora certo è tutto più professionale, gli ingegneri sono sempre più importanti e negli ultimi anni il livello è diventato simile per tutti. Ci sono stati vincitori differenti, anche questo rende la MotoGP uno sport molto emozionante.

Avete salutato uno dei migliori piloti degli ultimi anni, Andrea Dovizioso. Qual è stato il motivo del non-rinnovo? Era il momento di cambiare o volevate continuare con lui?
Abbiamo ottenuto grandi risultati in otto stagioni insieme, soprattutto tre vice-campionati ed alcune vittorie indimenticabili. La moto è cresciuta molto, insieme abbiamo svolto un lavoro fantastico. Ma come tutte le storie, ha un inizio ed una fine. Per noi era importante aspettare qualche gara per capire insieme se valeva la pena continuare ed alla fine abbiamo capito che non c’erano le condizioni per andare avanti. Come tutti gli addii non è facile, ma è meglio ricordare i bei momenti vissuti insieme. Andrea è stato il pilota più longevo con noi, gli auguriamo il meglio per il suo futuro.

La stagione è stata segnata dall’assenza di Marc Márquez. Crede che il titolo valga meno stavolta?
Marc ha cominciato il campionato come tutti gli altri, la sfortuna ha voluto che si infortunasse nella prima gara. È stato uno shock, è vero anche che nessuno ha dominato come Márquez negli anni scorsi. In nessun caso per il campione ha meno meriti, un Mondiale è un Mondiale.

Nei mesi scorsi si è parlato molto anche di negoziati per riportare Jorge Lorenzo in Ducati.
Il nostro lavoro è analizzare la situazione prima della scadenza dei contratti, valutando i piloti da inserire nella struttura. Avevamo molte opzioni sul tavolo ed alla fine abbiamo scelto piloti giovani sia per il team ufficiale che per le squadre satellite.

Marche più piccole come KTM o Suzuki hanno brillato, altre come Yamaha, Honda o Ducati erano più indietro. Secondo lei qual è il motivo?
Non è vero che KTM e Suzuki sono più piccole di Ducati. Hanno solo trascorso meno tempo in MotoGP. Detto questo, tutt’e due le strutture hanno migliorato i propri risultati rispetto a quanto fatto in precedenza. Ora sembra che le forze in gioco siano tutte simili. Ma è importante anche sottolineare che la Desmosedici GP ha conquistato nove podi, mentre Suzuki, campione del mondo piloti e team, ne ha 11. Noi abbiamo fatto fatica in alcune piste e per questo in alcune gare non siamo stati abbastanza veloci per mantenerci davanti. È stata comunque una stagione troppo atipica per trarre grandi conclusioni.

Joan Mir è diventato campione con una moto competitiva su ogni pista. Qual è la chiave? È un successo più del pilota o della moto?
La chiave quest’anno è stato l’adattamento alle gomme. Ma quando uno è campione, la chiave è nella costanza dimostrata su tutti i tracciati. Una vittoria in queste corse è la somma di pilota e moto: conta il pacchetto ed in questo sono stati i migliori.

Casey Stoner, uno dei migliori piloti nel Mondiale, ha detto che Ducati non sapeva curarsi dei piloti. Cosa ne pensa?
Rispettiamo molto Casey, abbiamo un ottimo rapporto con lui, e non serve dire cosa significa per Ducati ed i suoi fan. Detto questo, Ducati ha alle spalle un lungo percorso nelle competizioni ed abbiamo sempre trattato con rispetto tutti i piloti. Abbiamo dato loro il materiale necessario, sia a livello tecnico che umano, per cercare di raggiungere gli obiettivi congiunti. A volte piloti e fabbrica non vedono le cose allo stesso modo o semplicemente chiudono una collaborazione, e molte volte queste sono traumatiche. Certo si può sempre fare meglio, è importante anche l’autocritica, ma da fuori molte volte non si hanno tutte le informazioni per fare qualche valutazione.

Jorge Lorenzo è stato uno dei pochi a vincere con Ducati. Proprio quando stava andando bene non c’è stato il rinnovo. È stata una scelta giusta o precipitosa?
Non ha senso entrare nei dettagli per ciò che è stato o che avrebbe potuto essere. Nella vita bisogna prendere delle decisioni in determinati momenti. Se Jorge, uno dei piloti più importanti degli ultimi anni, avesse vinto qualche settimana prima, chissà come sarebbe andata. Ma in realtà non è arrivata fino al Mugello e sfortunatamente era troppo tardi per vari motivi.

Nei suoi anni da direttore sportivo Ducati ha visto come tanti piloti soffrono o addirittura cambiano il proprio DNA in seguito a lesioni. Recentemente Márquez è stato operato di nuovo. Crede che rivedremo lo stesso Marc che conosciamo?
Non lo so. Conoscendolo, sicuramente starà lavorando molto per tornare a correre col suo stile. Bisogna però avere pazienza e sperare che recuperi al meglio dopo tutti gli interventi. Ci auguriamo di rivederlo in pista il più presto possibile: è un pilota eccezionale ed è un peccato non vederlo in azione.

Foto: profilo social di Paolo Ciabatti

Qui l’articolo originale dei nostri colleghi di Motosan.es

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2 commenti

  1. Anonimus ha detto:

    “da fuori molte volte non si hanno tutte le informazioni per fare qualche valutazione.”
    Esattamente…. ormai va di moda il vittimismo mediatico nei confronti dei piloti, ma nessuno guarda che molti di loro oltre ad essere dei grandi campioni sono anche dei gran piangina!

  2. Max75BA ha detto:

    Iannone, Lorenzo e Dovizioso sono stati piloti con la “stoffa” da campioni però sono state “esperienze” in Ducati tribolate!!! Ora bisogna creare un reciproco rapporto di fiducia tra piloti e squadra senza creare delle aspettative eccessive, i tre debuttanti e Bagnaia devono maturare mentre Zarco e soprattutto Miller che avrà il “dovere”di essere la punta di diamante, devono fare un definitivo salto di qualità…il 2021 dovrà essere un anno più sereno e di ripartenza, senza guerre intestine…