1 Settembre 2022

Dovizioso si ritira a Misano, il manager Battistella: “Una carriera unica”

Abbiamo intervistato Simone Battistella, manager di Dovizioso, per sapere le sue emozioni in vista dell'ultima gara in MotoGP del pilota a Misano.

Andrea Dovizioso, MotoGP

Questo fine settimana sarà molto speciale per Andrea Dovizioso, che a Misano correrà la sua ultima gara in MotoGP e chiuderà la sua carriera nel Motomondiale. Sicuramente sognava un finale migliore, però ciò non cancella quanto di buono ha fatto in passato.

Il forlivese si è laureato campione del mondo della classe 125 nel 2004, è stato vice-campione per due volte in 250 e per tre in MotoGP. Ha disputato 345 gran premi, ottenendo 24 vittorie e salendo sul podio complessivamente in 104 occasioni. Gli anni più belli in top class sono stati certamente quelli con Ducati, che proprio con lui è tornata a giocarsi qualcosa di importante dopo stagioni complicate. Si è anche tolto lo sfizio di battere un fenomeno come Marc Marquez in alcuni duelli.

Il ritorno in Yamaha non gli ha portato le soddisfazioni che immaginava e il ritiro anticipato è la conseguenza di una situazione che ormai non gli dà più la motivazione per proseguire. Correre l’ultima gara in Italia è un buon modo per salutare i suoi tifosi e chiudere un capitolo importante della sua vita.

Dovizioso, la carriera e il ritiro: Battistella ne parla a Corsedimoto

Questo weekend sarà molto emozionante per Dovizioso e lo sarà anche per Simone Battistella, il manager che lo ha seguito in tutti questi anni di carriera.

Che sensazioni provi per questa ultima gara di Andrea?

In questo momento le sensazioni sono positive, sono belle. Si chiude una carriera che è stata importante e penso anche unica, perché ha vissuto un periodo storico con una qualità altissima dei piloti riuscendo a emergere e riemergere più di una volta, nonostante ci fossero colleghi fenomenali in pista. I risultati, i numeri, le statistiche provano che si tratta di una carriera fantastica“.

Dispiace che la carriera di Dovi termini con una stagione così sottotono?

Dispiace che non abbia trovato il feeling con la Yamaha, non riuscendo a sfruttare certe doti della moto e ad esaltare le sue. Però alla fine tutte le carriere devono terminare e non bisogna guardare solo gli ultimi mesi. Io penso con positività a ciò che Andrea ha fatto per vent’anni“.

Pensi che Andrea sia stato un po’ sottostimato a volte?

In certe fasi sicuramente sì. Le statistiche comunque dicono quello che è riuscito a fare in MotoGP contro avversari forti e con i mezzi che aveva. Lui è stato sottovalutato, però è qualcosa che succede a tanti piloti appena non portano a casa i risultati attesi: poi vengono declassati“.

C’è qualche rimpianto? Molti ritengono che non andare in Aprilia possa esserlo.

Ho imparato dai piloti che quando si cade bisogna rialzarsi e ripartire, non pensare. Rimpianti possono esserci ogni giorno, ma le circostanze cambiano, i se e i ma non servono a niente nello sport. È sempre difficile prevedere cosa succederà con una determinata moto. Andrea aveva fatto dei test con Aprilia, però contano poco e non si può sapere come sarebbe andato in gara. Si tratta di speculazioni che non valgono niente. La Yamaha è una moto che ha vinto il Mondiale ed è impossibile dire cosa sarebbe successo con Aprilia“.

Quali sono i momenti più belli che ti porti dietro da questa esperienza al fianco di Dovi?

Tutte le vittorie e anche certe performance specifiche, abbiamo vissuto tanti momenti emozionanti. La sensazione che provi quando vinci una gara è il motivo per il quale poi torni in pista. Anche per me è stato qualcosa di simile. Ho provato enormi emozioni, dalla 125 fino alla MotoGP. La vittoria che ricordo con più gusto è Giappone 2017, una gara in cui Dovizioso e Marquez hanno mostrato il loro vero valore. Hanno dato il massimo in condizioni estreme, combattendo in maniera leale e staccando gli avversari. Fu una corsa straordinaria“.

Il suo futuro dopo la MotoGP è già definito?

Ci sono tante idee, però sicuramente vorrà risalire presto su una moto da cross e cercare di fare delle gare adatte al suo livello. La passione che ha per il motocross è così grande che sarà difficile tenerlo lontano dalla pista“.

Vedresti Andrea con un ruolo in MotoGP in futuro? Qualche pilota ha proposto il suo nome per sostituire Freddie Spencer come presidente del FIM MotoGP Stewards Panel.

Sicuramente lui ha grande esperienza e una mente molto analitica, potrebbe essere adatto a lavorare in quell’ambito. Non so se ne avrà voglia in futuro“.

Dato che segui anche Bautista, come commenti questa sua stagione di ritorno in Ducati?

Era evidente dal 2019 che l’accoppiata funzionasse e sta funzionando tuttora. C’è stato anche un progresso importante degli avversari, Alvaro non vince più con grandi distacchi come tre anni fa. Sicuramente anche lui ha fatto uno stop di maturazione, migliorando la gestione della gara. I risultati sono molto positivi, però la lotta per il titolo Superbike è apertissima. I rivali sono molto forti“.

Baldassari è un altro pilota di cui ti occupi. Sei felice di come si è approcciato al Mondiale Supersport?

Il campionato è molto competitivo, Lorenzo ha ritrovato competitività e smalto. Questo per me ha rappresentato una gioia, perché un pilota che ha vissuto le difficoltà che ha attraversato lui potrebbe perdere la strada. Invece, ha tenuto la testa bassa e ha lavorato sodo. Appena è salito su una moto competitiva come la Yamaha R6 ha ritrovato lo smalto già mostrato in Moto2. Sono molto contento e spero che possa arrivare velocemente in Superbike. Ancora non ci sono discussioni sul futuro, credo che il mercato si muoverà da Magny-Cours in poi“.

Foto: Instagram

Lascia un commento