27 Luglio 2018

Doppio smacco Ducati: la delusione del Dovi, la fuga di Lorenzo

Analisi di un'imprevedibile situazione di crisi in casa Ducati. Andrea Dovizioso delude i pronostici del precampionato e Jorge Lorenzo fugge in Honda sul più bello.

Ducati chiude la prima metà di stagione al di sotto delle aspettative precampionato. Fino a primavera inoltrata sembrava il ripetersi di una sfida Dovizioso-Marquez, ma il doppio zero di Jerez e Le Mans ha rivoltato i pronostici e costretto Ducati a inseguire non solo la Honda del Cabroncito, ma anche le due Yamaha che, pur tra tante difficoltà tecniche, hanno saputo approfittare del momento buio della Rossa.

LA DELUSIONE DEL DOVI – Andrea Dovizioso non ha saputo brillare, complice una carcassa Michelin lievemente differente dalla scorsa stagione che ha destabilizzato il feeling con le gomme, oltre a qualche errore personale di troppo. In più Jorge Lorenzo ha incassato due vittorie (contro una di Dovi) oltre ogni aspettativa, causando un certo squilibrio psicologico al vicecampione in carica subito dopo il lauto rinnovo. “Non abbiamo fatto alcun salto in avanti nel giusta direzione” ha detto il forlivese all’indomani del settimo posto al Sachsenring. “Se vogliamo davvero lottare dobbiamo fare un po’ meglio“. Non resta che attendere i circuiti più favorevoli che costellano la seconda parte di stagione per mettere un argine alla fuoriuscita di buoni propositi, in attesa di aggiornamenti che dovrebbero arrivare già nell’imminente test di Brno dopo la gara. Ma in ogni caso non si potranno più ammettere errori se non si vuole costringere questa stagione all’archivio di storia.

IL RETROSCENA DEL DIVORZIO – Il doppio smacco Ducati sorge non solo per i mancati risultati di DesmoDovi, ma anche per essersi vista sfuggire un fuoriclasse del calibro di Jorge Lorenzo che avrebbe potuto ingaggiare a contratto ridotto. La pressione della totale assenza di buoni risultati, e forse anche dei media e dei tifosi, ha spinto i vertici di Borgo Panigale a preannunciare un imminente divorzio di cui si è pentita dopo le marce trionfali al Mugello e al Montmelò, con un pacchetto per la GP18 che ha saputo finalmente soddisfare le richieste del maiorchino. Solo a quel punto Ducati ha pensato di rinnovare il contratto, ha contatto il manager Albert Valera e si è accorta che ormai era troppo tardi per intavolare una trattativa. “Avevamo concordato con Jorge di aspettare le prime tre gare in Europa, Jerez, Le Mans e Mugello. Volevamo vedere come andavano le cose“, ha raccontato Paolo Ciabatti a Speedweek.com. “Ecco perchè abbiamo messo da parte le trattative dopo che le gare d’Oltremare sono rimaste un po’ in sospeso. Perché con i risultati delle prime gare non c’era motivo per noi di discutere del futuro. Perché Jorge non sarebbe rimasto in una squadra se non può vincere. E la Ducati non avrebbe voluto continuare con un campione del genere se non potevamo dargli l’opportunità e l’ambiente tecnico per vincere. Ecco perché abbiamo concordato: nessuna discussione su soldi, futuro e così via fino a dopo i primi tre Gran Premi in Europa. Quindi volevamo continuare a guardare… Ma al GP d’Italia ci siamo resi conto che era troppo tardi“.

IL ‘RITARDO’ DUCATI – Una vera beffa per il team italiano che per il 2019 ha dovuto ripiegare su Danilo Petrucci, pronto a cogliere meritatamente la palla al balzo dalle retrovie Pramac, dove intanto le porte gli erano state sbarrate a fine stagione… Ma la domanda che molti si pongono è perchè i tecnici di Borgo Panigale abbiano impiegato una stagione e mezza per trovare le soluzioni richieste da Jorge Lorenzo, considerando che l’elettronica Ducati è tra le più all’avanguardia del paddock. “La nostra moto funziona in questo momento molto bene con diversi stili di guida. Funziona bene anche su tracciati diversi – ha sottolineato Gigi Dall’Igna a Cycle World -. E’ importante avere gli strumenti giusti per i piloti in modo che possano mostrare il loro potenziale, indipendentemente da come e dove vanno. Credo che abbiamo trovato un buon compromesso… Il successo di Jorge è un successo per chiunque lavori per il progetto Ducati MotoGP“. Ma come spiegare questo ritardo nel trovare le giuste soluzioni per la Desmosedici di Lorenzo? “Tutti dovrebbero parlare meno, tutti, non c’è più niente da dire, è finita, è stata aperta una nuova pagina, dovremmo guardare avanti – ha chiosato il Direttore Generale di Ducati Corse -. Ne abbiamo parlato troppo, questa copertura del serbatoio è solo una parte di ciò che probabilmente abbiamo fatto sulla moto, ovvio che non siamo riusciti a ottenere questi risultati semplicemente cambiando la forma del serbatoio, era il pacchetto completo“. Eppure contro la Honda di Marc Marquez ancora non basta.

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1 commento

  1. gallotti._615 ha detto:

    Era scritto. Dovizioso non ha mai vinto nella sua carriera. E’ stato anche ufficiale Honda, ma neppure li è riuscito a vincere. Lorenzo , bizzoso, rancoroso, con un tipo di guida per nulla adatto a Ducati è stata una delle peggiori scelte che si potessero fare. Il problema è che, nel dopo-Preziosi è arrivato un tecnico con i controbaffi. Nel dopo-Suppo la gestione della squadra è passata attraverso manager uno peggio dell’altro. D’altra parte l’incapacità di gestire al meglio i piloti si era già palesata più volte in Superbike .E i personaggi non sono cambiati. Finchè ci saranno Marquez e Rossi non c’è veramente trippa per gatti. Spero di sbagliarmi