11 Marzo 2021

MotoGP, Valentino Rossi e i problemi di ‘vecchiaia’: “Recuperare è difficile”

Altra giornata positiva per Valentino Rossi, che in Qatar è riuscito a stampare il suo miglior giro per personale di sempre

MotoGP Valentino Rossi

Valentino Rossi continua a sorridere dopo la quarta giornata di test MotoGP in Qatar. Il ‘Dottore’ ha chiuso in ottava posizione a circa sette decimi dalla migliore prestazione di giornata, ma soprattutto è sceso sotto l’1.54. Quello fatto registrare oggi è anche il giro più veloce mai fatto da Valentino in tutta la sua carriera, una testimonianza senza dubbio di buona salute. Per Rossi anche oggi tante cose da provare, tra cui un nuovo parafango.

“Riesco ad entrare meglio in curva”

“Abbiamo trovato nuove soluzioni sulla moto e siamo migliorati”, esordisce. “Ho fatto un buon attacco al tempo e sono riuscito a girare in 1.53. Tutti sono molto veloci, ma noi siamo riusciti a fare un bel passo in avanti e io ho migliorato molto il passo facendo diversi 1.54”. Proseguono le cose positive: “Il setting dal primo test è migliore e sul davanti le modifiche mi fanno entrare meglio in curva. Ho anche più grip in accelerazione”.

“Più top speed, ma non conta solo il motore”

Continua il lavoro sul telaio: “Riesco a tirare fuori sempre di più il sui potenziale. Nel 2020 abbiamo sofferto, la moto era difficile da far girare ma adesso va meglio. Riesco a guidare meglio: per questo motivo siamo più veloci sia sul passo che sul giro”. Rispetto all’anno scorso è aumentata la velocità di punta: “I motori sono congelati ed eravamo preoccupati della nostra top speed. Ho spinto tanto con Yamaha su questo, ma a fare la performance nei rettilinei non è solo il motore”.

“Yamaha forti, ma bisogna aspettare la gara”

“Ci sono altri fattori come l’aerodinamica”, spiega Vale. “Paghiamo ancora 10 chilometri da Ducati, ma il gap è minore ed è importante, specie nelle piste veloci”. Proprio per l’aerodinamica, oggi Rossi ha provato un nuovo parafango: “La moto diventa più difficile da guidare. Doveva migliorare anche il raffreddamento, ma non mi piace”. Tornando alle note liete, le Yamaha sono davanti: “Grande segnale, tutti i piloti sono in forma. Bisognerà aspettare però la gara, quando saremo tutti insieme capiremo come andrà”.

“Non voglio correre due gare nella stessa pista”

Il pilota Petronas analizza poi in generale i rivali: “Maverick (Vinales) sembra forte, ma anche Quartararo. Ci sono tanti piloti veloci tra cui Franco (Morbidelli), le Ducati di Jack Miller e Francesco Bagnaia e le Suzuki con Joan Mir e Alex Rins”. Rossi lavora per essere con loro: “Domani lavoreremo sul passo gara, non sono lontano dal top”. Complessivamente la speranza è avere un campionato ‘normale’: “L’anno scorso abbiamo corso con 50 gradi a Jerez o in inverno a Le Mans. Spero che riusciremo a correre su più piste e non più di una gara sullo stesso tracciato, eccetto qua in Qatar”.

“Record personale in Qatar: una grande soddisfazione”

Come detto all’inizio, record personale per Valentino Rossi oggi in Qatar. “Non è scontato, è da tanti anni che corro e fare 53 per la prima volta è una grande soddisfazione. Significa che sto guidando bene e ci sono”. A 42 anni c’è sempre spazio per migliorare, anche se la ‘vecchiaia’ si fa un po’ sentire. “Ti devi allenare molto di più per fare delle performance fisiche di rispetto su una MotoGP. Rispetto a prima magari faccio più fatica dopo essermi allenato, fare le scale diventa difficile (risata). Non mi è cambiato molto invece dal punto di vista fisiologico: andavo tanto in bagno anche prima (ride di nuovo). A parte questo, la parte più difficile diventa il recupero”.

“Il metodo di lavoro non è cambiato”

Archiviato l’argomento età, si torna a parlare del metodo di lavoro. “Non è cambiato, mi trovo molto bene con David (Munoz), è preparato tecnicamente. Mi concentro più sulla guida e cerco di dare i miei feedback, poi fa lui. A me piace la metodologia di lavoro e l’atmosfera che c’è nel team”. Valentino continua: “Abbiamo lavorato come gli altri giorni. Nell’altro test il setting e il bilanciamento dei pesi sul posteriore era diverso perché volevo guidare più forte ma non ha funzionato. Questa volta invece sono stato più competitivo. Gli step in avanti sono importanti, danno gusto e motivazione”.

 

 

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