1 Giugno 2023

MotoGP: Pressione gomme “Limite imposto varrà per metà gara”

Le gomme Michelin e la pressione all'anteriore, tema caldo nella MotoGP attuale. La seconda parte dell'intervista a Piero Taramasso.

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di Marc Seriau/paddock-gp

La MotoGP attuale è sempre più carica sull’anteriore. I piloti e le squadre quindi devono fare i conti con la pressione della gomma, che riduce il feeling se troppo alta, ed i controlli però tardano a prendere il via. Avevamo quindi tutti i motivi per approfittare di questa pausa per fare il punto con Piero Taramasso, il responsabile Michelin nelle competizioni a due ruote. Non siamo rimasti delusi, visto che ci ha fornito informazioni chiare e precise, anche esclusive e rassicuranti su un argomento che finora è stato un vero problema per le squadre MotoGP. Qui la prima parte dell’intervista, continuiamo con la seconda ed ultima parte.

I piloti MotoGP hanno il problema della pressione della gomma che alzandosi pregiudica la guida. Come lo risolverete?

C’è questo problema. Qui parliamo principalmente di gomma anteriore, che è quella più sollecitata, ed è vero che con pressione a 2,2 bar o più il pilota perde sensibilità. In quel momento è costretto a cambiare traiettoria, od a staccarsi per far raffreddare la gomma, od a frenare meno forte. Ci sono quindi cose che il pilota può fare, ma anche soluzioni tecniche: i team hanno lavorato molto per ridurre questo problema. Ad esempio, prima mettevano sui freni anteriori delle coperture che mantenevano molto calore, che poi andava sulla gomma e la riscaldava, aumentando quindi la pressione. Oggi hanno capito che non è la maniera giusta, quindi ci sono varie prese d’aria per ridurre il fenomeno. Si tratta anche di un problema più evidente su certe moto, meno su altre, ed un po’ più fastidioso per certi piloti, mentre altri non sono così sensibili. Ma se parliamo di valore in sé, il minimo attualmente è 1,88 bar: con una tolleranza del sensore di 0,03 possono scendere fino a 1,85. Ci possono quindi giocare, visto che hanno un margine tra 1,85 e 2,15 bar. Prima quindi che diventino “inguidabili” c’è un buon margine e devi davvero aver fatto qualcosa di sbagliato per arrivarci.

Sappiamo che questo riguarda soprattutto chi è dietro ad altre moto, con un pacchetto che sembra “spingerla” molto in alto…

Secondo me sarà sotto controllo. Le squadre hanno capito cosa bisognava fare per contenerla e hanno lavorato sodo. Ci saranno poi i controlli, diamo un limite minimo che deve essere rispettato. Come hai già detto, per la gara di domenica dovranno rispettare questa pressione minima per il 50% dei giri. Faccio un esempio perché a volte le persone non capiscono, pensando che sia quella dell’inizio. Non parliamo del valore al via, ma quello che chiediamo di rispettare per il 50% della gara. Facciamo un esempio: possono iniziare con 1,45-1,50 e sappiamo che la pressione sta aumentando. Sale poi a 1,52-53-55-60-65-70, dopodiché si stabilizza tra 1,85-1,88 o 1,90. Raggiungono quindi questo valore, lo tengono per metà gara e quindi va bene così. La pressione minima è il picco da raggiungere e mantenere per metà gara.

Quanti giri ci vogliono prima che uno pneumatico Michelin si stabilizzi a livello di temperatura e pressione?

Dipende da come lo riscaldi prima, ma ci vogliono 5-6 giri. A questo punto la pressione si è stabilizzata, sia all’anteriore che al posteriore. Per la gara Sprint invece non parliamo del 50%, ma si tratta del 30% dei giri.

Questa è una buona informazione che non avevamo!

Sì, una buona informazione, e niente di eccessivo, non chiediamo miracoli. In 12 giri si va molto veloci. Questo è un metodo di lavoro che usiamo da 4-5 stagioni, quindi non è cambiato nulla: i valori, il lavoro in Michelin ed il comportamento delle gomme sono gli stessi. È solo che prima, con sensori e quindi tolleranze diverse, non potevamo fare come col nuovo sistema, ma in sostanza non cambia niente.

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Pensi che ci saranno marchi più condizionati di altri?

No! E posso dirlo con sufficiente certezza: lavoriamo così da diverse stagioni con tutti i marchi e, ogni volta, erano tutti davvero molto vicini ai valori. A volte un po’ più bassi, a volte un po’ più alti, ma non abbiamo mai avuto grossi problemi. Spesso, quando erano bassi, rientravano nella soglia di tolleranza dello strumento di misura. Secondo me non penalizzerà nessuno e non cambierà nulla perché l’abbiamo già fatto. Staranno solo attenti e forse si prenderanno un piccolo margine in più per non rischiare di essere troppo bassi.

Nei prossimi Gran Premi ci sono punti interrogativi per Michelin?

Per quanto riguarda la MotoGP direi l’India. Sarà una sorpresa per noi, non ci abbiamo mai corso e quindi non conosciamo il circuito. Aggiungeremo una specifica extra sia all’anteriore che al posteriore, per evitare sorprese nel caso in cui la pista fosse troppo calda o l’asfalto troppo abrasivo. Per il resto, stiamo osservando con attenzione la MotoE, che quest’anno ha cambiato costruttore. Ora è Ducati, che fornisce moto più leggere e veloci, ed anche noi abbiamo cambiato gamma di gomme rispetto all’anno scorso. A Le Mans ha funzionato bene, ma dovremo vedere sugli altri circuiti: abbiamo un unico tipo di gomma, una anteriore ed una posteriore per tutte le gare, ma quest’anno le gare sono raddoppiate. Ci sono ora otto round per 16 gare e stiamo quindi valutando, perché è una nuova gamma con materiali più durevoli. Al posteriore abbiamo il 52% di materiali sostenibili e questa è un po’ la direzione che vuole prendere il campionato, ma è anche l’obiettivo di Michelin. Siamo quindi molto interessati a vedere come va.

Un unico pneumatico Michelin e materiali durevoli: la premessa per il futuro delle gomme commerciali?

Sì. Le moto servono un po’ da laboratorio per accelerare la ricerca e l’innovazione su questa tecnologia. Può servire per le gomme commerciali, così come per gli pneumatici MotoGP. Siamo davvero in mezzo: non appena ci sarà qualcosa che potremo usare da una parte o dall’altra, lo faremo.

Foto: Michelin Motorsport

L’articolo originale su paddock-gp

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