20 Aprile 2022

Moto2, Luca Brivio (VR46): “Vietti ci ha stupito, Antonelli apprendista”

Team VR46 a due velocità in questo inizio di 2022. Luca Brivio fa il punto sull'ottima partenza di Celestino Vietti e sul lavoro di Niccolò Antonelli.

luca brivio vr46 moto2

Un inizio sprint da una parte, difficoltà di adattamento dall’altra. Primi Gran Premi a due facce per il VR46 Racing Team in Moto2, che arriva al lungo tour europeo con Celestino Vietti al comando della classifica generale. Una bella sorpresa anche per la squadra, come ha sottolineato Luca Brivio, mentre allo stesso tempo ci si aspettava qualche problematica in meno dall’esordiente Niccolò Antonelli. C’è però grande fiducia in entrambi verso i prossimi appuntamenti. Senza sbilanciarsi sugli obiettivi… Il Team Manager VR46 ci ha raccontato l’inizio di stagione e ha fatto il punto in vista della tappa a Portimao.

Quattro GP fuori dall’Europa, ora si riparte da qui. Come vi state preparando?

Si comincia con due giorni piuttosto movimentati, per la prima volta appunto torniamo in Europa. Con tutte le casse, il materiale, i camion, le cose nuove… Ma è normale, siamo un team nuovo e fa parte del gioco.

Certo molto meglio dell’Argentina!

Non è stato facile gestire un weekend così. Siamo arrivati senza fare niente fino a sabato, le giornate diventano molto lunghe, per quanto si possa guardare i dati o parlare con i tecnici. Ma non avendo niente nel box, inevitabilmente non puoi fare tante cose. È stata un’attesa lunga, poi un weekend corto ed intenso, ma anche appagante.

In generale, come valuti l’inizio di campionato?

Ovviamente siamo molto contenti dei risultati di Celestino. Sapevamo fin dall’inizio che poteva essere molto competitivo, ma ha stupito anche noi! Certo però è ancora lunga: si parla tanto di campionato, che può starci, ma dobbiamo soprattutto mantenere i piedi per terra. Pensare ad una gara alla volta, rimanere concentrati e fare sempre del nostro meglio. I conti si faranno più avanti.

Certamente però qualche pensiero l’avrete già fatto.

Non nascondo che siamo qui per questo, giustamente proviamo a vincere. Detto questo, è una cosa che va affrontata per gradi, senza voler strafare né pensare dopo sole quattro gare di aver raggiunto chissà che risultato.

Riguardo Antonelli invece come valuti il suo inizio?

Nell’ultima gara ha accusato problemi intestinali, quindi ha saltato tutto il venerdì ed è partito svantaggiato sabato, non era nelle migliori condizioni. È stato però un inizio un po’ più complicato del previsto. La sua fase di adattamento in Moto2 è un po’ più faticosa di quanto ci aspettassimo, però allo stesso tempo abbiamo visto anche progressi importanti a livello di guida. Le sensazioni quindi rimangono positive, anche se guardando la classifica non si vedono molte cose. Pensiamo che presto possa raggiungere posizioni ben migliori rispetto alle ultime quattro gare.

Quant’è difficile il salto dalla Moto3 alla Moto2?

Basandoci sull’esperienza degli anni scorsi, sappiamo che la Moto2 è una categoria molto difficile. Il salto poi dopo tanti anni in Moto3 comporta un periodo di adattamento molto lungo, di almeno una stagione. In generale però è così: c’è chi riesce a fare bene subito, ma la maggior parte dei piloti ci mette un po’ per adattarsi a moto diverse, che richiedono uno stile di guida molto differente dalla Moto3. L’abbiamo visto proprio l’anno scorso con Celestino: nella prima metà di stagione ha sofferto, per poi raggiungere un livello alto sul lungo periodo. Nella seconda metà di campionato si è avvicinato più volte al podio, per poi partire molto bene quest’anno.

Ti aspettavi questa grande differenza tra i tuoi piloti o pensavi magari che fossero subito un po’ più vicini?

Certo speravamo magari che Niccolò riuscisse ad essere più vicino alla zona punti, in questo momento il nostro obiettivo. Ma in parte ce l’aspettavamo, come detto questa categoria è molto impegnativa e sappiamo cosa richiede. Il primo anno è di apprendistato: deve divertirsi, imparare, con la fortuna di avere un compagno di squadra forte, che vince anche delle gare. Noi dobbiamo cercare di aiutarlo per far sì che trovi la migliore condizione possibile.

Si riparte dopo un GP con un finale inatteso.

L’umore si può immaginare… È stato un errore dovuto alla voglia di riprendere Canet davanti a lui. Diciamo che alla fine ci sta, da pilota chiaramente c’è sempre l’intenzione di andare a prendere chi ti sta davanti per poi provare a vincere. Anche perché era secondo e con un passo molto buono: se la sarebbero giocata, visto che in alcuni punti guadagnava Canet ed in altri Celestino. Cerchiamo comunque di prendere il lato buono di questa esperienza, trovare l’insegnamento per gestire meglio un certo tipo di situazione. Anche perché venerdì abbiamo faticato un po’, poi siamo riusciti a fare un grandissimo step in qualifica, ma c’è stata la caduta. Abbiamo analizzato tutto, parlato con Cele e la squadra, tutto è tornato normale: ora siamo qui pronti e carichi per un nuovo weekend.

Ora tocca al ‘periodo europeo’.

Abbiamo la fortuna di aver girato molto durante l’inverno sia a Portimao che a Jerez. Abbiamo quindi dei riferimenti molto attendibili e vicini, che quindi possono aiutarci molto per quanto riguarda il lavoro del weekend, per essere un po’ più pronti. Durante i test invernali poi abbiamo provato diverse soluzioni che penso ci potranno dare una grossa mano nel corso dell’anno. Come obiettivi… Speriamo di mantenere un buon trend. Direi la top 5 sarà il riferimento per Celestino, la zona punti invece per Niccolò.

Come stanno fisicamente?

Niccolò ha trascorso una settimana a casa tra riposo, recupero ed anche allenamento. Sta molto meglio, è arrivato da poco in circuito e direi che è in forma. Per Celestino nessun problema, quella di Austin poi è stata semplicemente una scivolata senza conseguenze.

Infine, come sta andando il nuovo ruolo da Team Manager?

È un po’ presto per fare un bilancio, ma per il momento direi abbastanza bene. C’è un bel clima, una buona coesione tra tutti noi e ad oggi sono contento. Alla fine sono nel team dal 2014 e dal 2015 sono stato il braccio destro di Pablo [Nieto], che mi ha dato tanto. Avevo già un ruolo gestionale e negli anni mi sono ritrovato a gestire situazioni a carattere manageriale, diciamo così. È stato un processo graduale e l’ingresso del team in MotoGP ha favorito questo cambio.

Foto: VR46 Racing Team

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