27 Novembre 2022

Mai successo: solo due piloti in MotoGP, Yamaha ridotta ai minimi termini

Nella top class del Motomondiale lo schieramento Yamaha non era mai stato così esiguo. Come può reggere l'urto Ducati con otto moto?

quartararo-morbidelli-yamaha-motogp

Nella prossima stagione MotoGP avremo solamente due Yamaha. Addio al team satellite, Fabio Quartararo e Franco Morbidelli saranno gli unici piloti in azione con i colori di Iwata. Un punto di forza o un grosso problema? L’uno o l’altro dipenderà certo dal lavoro di costruttore e piloti, appuntamento ai prossimi test per sapere qualcosa di più in ottica 2023. Quel che è certo però è che si tratterà di qualcosa di unico, che non era mai successo prima in MotoGP e che si era verificato una sola volta in 500cc. E Yamaha dovrà fare qualcosa di più sul lato tecnico per cambiare la situazione, soprattutto contro le Ducati. Ma anche contro Aprilia, che si è accaparrata il suo ex team satellite RNF, con già grande soddisfazione da parte di Razali, dei piloti e dello staff.

Solo due Yamaha, il precedente

Nell’attuale classe regina, di base, ci sono sempre state quattro M1 “ufficiali”. Con qualche pilota in più in caso di wild card o infortuni, a parte se vogliamo ci sono anche le Yamaha Forward dell’epoca CRT /Open. Moto quindi di tutt’altro tipo, il famoso “esperimento” durato pochi anni. Ma in MotoGP, tranne in qualche annata in cui erano di più, parliamo mediamente di quattro Yamaha, due per il team factory e due per la squadra satellite. Nell’epoca 500cc (chiaramente dal debutto nei primi anni ’70) il numero era ancora più alto tra team ufficiale e privati. Eccezion fatta per una sola stagione, ovvero il 1995: Luca Cadalora (3° iridato) e Norifumi Abe (9°), schierati dal team di Kenny Roberts, sono stati gli unici ad aver disputato tutto l’anno in sella ad una Yamaha vera e propria. Altri piloti invece hanno guidato le ROC Yamaha e le Harris Yamaha, ovvero telai francese e britannico spinti dal motore della casa dei tre diapason. Con un appunto, ovvero la metà stagione di Neil Hodgson, che dal GP a Brno ha lasciato la ROC Yamaha per finire l’anno con una Yamaha.

Di nuovo in ‘inferiorità’?

Il 2023 sarà come quel 1995, con una differenza: non ci sono telaisti esterni spinti da quel motore. Due sole Yamaha contro almeno quattro moto per tutti gli altri costruttori. Certo ci vuole sempre il pilota di punta per vincere, ma più moto aiutano molto in termini di sviluppo. Yamaha invece, che non ha nemmeno il mezzo migliore in MotoGP, nel 2023 potrà contare solamente sulle indicazioni di due piloti. Vero è che Fabio Quartararo ha già riportato la M1 alla vittoria iridata nel 2021, ma ha chiesto delle garanzie precise al momento del rinnovo fino al 2024. Ed i test di Valencia non hanno davvero lasciato il sorriso. “Ci aspettavamo di più per quanto riguarda il motore. Non abbiamo capito perché, qualcosa è andato storto” ha ammesso Massimo Meregalli in quell’occasione. Bisogna migliorare, ma anche Lin Jarvis ha commentato che quello del 2023 non sarà lo scenario migliore. “Possiamo concentrarci sui miglioramenti per Fabio e Franco” aveva dichiarato. “Ma sarebbe meglio se avessimo ulteriori dati da altri piloti MotoGP…” È già scattata la ricerca di un team satellite, ma con anche VR46 Racing del suo ex campione Rossi che si tiene ben stretto a Ducati l’impresa diventa ardua.

“Come ho progettato il mio sogno” la biografia del mago Adrian Newey disponibile su Amazon

Foto: motogp.com

Lascia un commento