12 Marzo 2019

La pinna Ducati terrà la MotoGP in ostaggio per mesi

Quattro settimane per decidere sull'appello, poi passerà altro tempo per gli eventuali ricorsi al TAS. La pinna Ducati terrà la MotoGP in ostaggio a lungo

DOHA, QATAR - MARCH 10: The MotoGP riders start from the grid during the MotoGP race during the MotoGP of Qatar - Race at Losail Circuit on March 10, 2019 in Doha, Qatar. (Photo by Mirco Lazzari gp/Getty Images)

La pinna Ducati terrà la MotoGP in ostaggio a lungo. Preparatevi a settimane, forse mesi, di sofismi tecnici e discussioni davanti ai giudici. La Corte d’Appello della Federmoto Internazionale deve riunirsi entro quattro settimane, ma “riunirsi” non significa automaticamente anche “decidere”. La questione è assai delicata, ci vorranno approfondite analisi di specialisti aerodinamici per avallare la tesi difensiva della Ducati oppure confermare l’accusa dei reclamanti, cioè Aprilia, KTM, Honda e Suzuki.

Interverrà anche il TAS?

Cioè: la pinna montata sul forcellone della GP19 a cosa serve esattamente? Assicura deportanza, come sostiene chi ha avanzato la protesta, o solo a raffreddare la gomma?  Dopo la Corte d’Appello, la parte sconfitta potrebbe rivolgersi al TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport)  la corte indipendente che può ribaltare le decisioni assunte dagli organi giudicanti federali.

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    La lettera che autorizzava

    La Ducati sostiene di essere tranquilla in virtù di una lettera che il dipartimento tecnico della Federmoto Internazionale ha diramato in data 6 marzo, cioè il mercoledi precedente il GP del Qatar. In questa comunicazione si stabiliva che «elementi attaccati al forcellone indirizzati alla gomma posteriore (raffreddamento, dissipazione acqua, protezione fango/detriti) sono permessi a condizione che non eccedano le parti strutturali del forcellone (non possono essere più larghe del forcellone) e la cui funzione non sia di generare forze aerodinamiche rispetto al suolo, e che siano attaccate direttamente al forcellone, muovendosi con esso. Ogni elemento deve essere approvato dal direttore tecnico prima di scendere in pista».

    Il pasticcio che può spaccare la FIM

    In Ducati si sentono tranquilli perchè la pinna è stata autorizzata dai commissari. «Noi abbiamo provato il particolare durante i secondi test in Qatar – spiega Paolo Ciabatti, numero uno della gestione sportiva del team -. Da regolamento puoi portare una modifica e, nel caso funzioni, prima di usarla in gara chiedi al d.t. della Federazione se sia conforme o meno. Il delegato tecnico ci ha dato parere positivo e il 2 marzo la cosa è stata notificata anche agli altri team, con la precisazione della comunicazione aggiuntiva del 6 marzo. Per questo non capisco la protesta». La Ducati si fa scudo della FIM, per cui adesso il pasticcio diventa politico: se accettasse la protesta, la Corte d’Appello sconfesserebbe l’operato del dipartimento tecnico MotoGP.

    E adesso che succede? 

    Decidere entro un mese” significherà – quasi sicuramente – andare oltre il prossimo GP in Argentina, che si corre il 31 marzo cioè fra tre settimane. In quella circostanza la Ducati monterà di nuovo la pinna? Sarà una scelta delicatissima: non usarla significherebbe, implicitamente, ammettere non proprio il dolo, ma una certa circospezione che gonfierebbe il petto dei reclamanti. Usarla di nuovo, esporrebbe Andrea Dovizioso al rischio di una seconda squalifica, nel caso la Corte d’Appello giudicasse la pinna come irregolare. Due zeri significherebbero aver già perso il Mondiale, già di per se difficilissimo.

     

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    1 commento

    1. lorenzoursan_14190819 ha detto:

      La tensione tifosi ed apassionati veri la vogliono vedere e vivere in pista, non così!
      “GRAZIE” a tutti quelli che hanno ricorso, aspettando il 10 marzo sera, dopo che la questione era in essere da diversi giorni…
      Fossi nei panni di chi decide darei una bella accelerata ai tempi tecnici previsti dal caso.