22 Maggio 2023

MotoE, Matteo Ferrari da zero al trionfo “Vinco anche con un Long Lap!”

Unica pecca l'errore di Gara 1, ma Matteo Ferrari è stato grande protagonista a Le Mans. Il racconto del weekend e tanto altro, l'intervista.

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Uno zero in Gara 1, punteggio pieno in Gara 2. Matteo Ferrari ha archiviato un fine settimana a due facce, passando dall’errore al trionfo a passo di marcia. Un esordio stagionale comunque soddisfacente, con la consapevolezza di essere veloce e quindi di poter fare la differenza anche nelle prossime gare in programma. A partire dal Mugello, sentita tappa di casa sia per Ferrari che per Gresini Racing, che con il suo pilota #11 ha festeggiato il 200° podio mondiale. Anzi, già 201 col podio di Filip Salac domenica. “Peccato per la sfortuna in MotoGP, ma abbiamo raggiunto una bella stabilità” ha sottolineato Ferrari, ringraziando la sua squadra. Non si pensa ancora al campionato, ora conta solo una gara alla volta, da affrontare con concentrazione e serenità. Abbiamo avuto modo di sentirlo, ecco il suo racconto del fine settimana al Circuito Bugatti.

Matteo Ferrari, raccontaci il fine settimana a Le Mans.

Un bellissimo weekend! Secondo me abbiamo lavorato molto bene, come nei test, e ho cercato di essere più veloce dalle prove libere alla qualifica, che era la cosa più importante. Ho fatto la pole position, che per me è un traguardo importante visto che non sono un poleman! Ma è un periodo particolare, avevo fatto la pole al CIV e poi anche in MotoE, due di fila! La cosa più bella è che alla fine il lavoro paga sempre, non bisogna mai mollare perché alla fine i risultati arrivano. A Le Mans abbiamo capito cosa ci serviva per essere competitivi.

Ci sono poi le due gare, con risultati molto diversi.

Mi dispiace molto per la caduta di Gara 1, chiaramente non era l’obiettivo. Nella peggiore delle ipotesi, mettiamo che mi si sgonfiassero le gomme, sarei arrivato 3°, visto che il margine sugli altri era di 7 secondi. Ma sono molto soddisfatto della velocità e di aver ripagato il team con la vittoria di Gara 2. Con il Long Lap arrivare sul podio era già un obiettivo tosto da raggiungere, ma hanno riparato la moto in tempi record e mi hanno permesso di correre. Non era scontato, visto il poco tempo tra le due gare, e dopo una caduta non è facile ripartire perché si perde un po’ di feeling. Devo dire però che con la moto mi sentivo a posto e ho capito perché sono caduto. Ma abbiamo portato a casa 25 punti e siamo a -25 dal primo, ma preferisco così con la velocità che ho, cosa che invece mi è mancata gli anni scorsi.

Spiegaci la dinamica della tua caduta in Gara 1, cos’è successo?

Non è stata una manovra azzardata, semplicemente Le Mans è una pista così: appena far mezzo metro di traiettoria diversa c’è una buca un po’ più importante. Tanti infatti sono caduti nel corso del weekend. Nel mio caso niente di strano, ho frenato come sempre, anzi ero anche più lento, ma ero mezzo metro o un metro più a destra. Lì c’è un avvallamento, il problema è che più in là si accentua, quindi prendendo questa buca mi si è chiuso il davanti. Qualcosa che s’è visto per esempio anche con Acosta o Alex Marquez venerdì. Il limite era veramente vicino e quando vai forte basta poco, oltre al fatto che ci sono piste che ti permettono di più ed altre che non concedono il minimo errore.

È arrivata poi la sanzione. Matteo Ferrari, ti eri accorto delle bandiere gialle?

Assolutamente sì e riguardando anche i dati non avevo fatto niente di strano, anzi ero 2-3 km/h più lento. Non mi aspettavo di cadere, ma non ero mai passato di lì ed è successo. Questa penalità da un lato è giusta, perché non bisogna mai cadere in regime di bandiera gialla, ne sono consapevole e infatti non ho fatto polemiche. È chiaro che ci sono anche situazioni come la mia, in cui sei un po’ sfortunato. Non è che vuoi esagerare, anzi ho sempre rallentato con bandiera gialla, però sei in gara e quindi è difficile fare quel qualcosa in meno per non cadere.

Gara 2 invece? C’è stata anche un po’ di “rabbia” o semplicemente ti sentivi a posto e hai dato gas?

In realtà non ho fatto niente di diverso da Gara 1, quando il mio giro veloce era stato 40.3, mentre in Gara 2 è stato 40.1. L’unica cosa è che in Gara 1 Garzo riusciva a passarmi molto bene sul dritto, mentre io in scia facevo fatica, quindi abbiamo lavorato per sistemare questa cosa per Gara 2. Questo sicuramente mi ha aiutato: fin dal primo giro sono riuscito ad andare via e gli altri non mi recuperavano sul rettilineo. Quel piccolo gap mi ha permesso di fare la differenza e di non perdere troppe posizioni dopo il Long Lap. Sono poi riuscito a rientrare tra Mattia [Casadei] e Garzo, è stato fondamentale: se fossi rientrato dietro a Mattia od a Spinelli avrei dovuto fare due sorpassi in più e forse non avrei avuto il tempo di passare Jordi [Torres]. È venuto tutto a pennello, dalla prossima volta so che posso vincere anche un Long Lap!

Sei stato la sorpresa di Gara 2, sembrava avessi un gran margine su tutti gli altri.

La velocità c’era, ma non ho neanche esagerato, visto che in Gara 1 ero caduto. Ho spinto, ma senza andare oltre il limite. Volevo fare bene, ma perdendo tre secondi sapevo anche che era molto difficile. Nella tabella mi ero solo fatto dare i giri a scalare per scontare la sanzione, ma nessun distacco dagli avversari. Il mio unico obiettivo era fare il Long Lap nel momento giusto. Quello che ha fatto la differenza è che nei primi giri sono stati più lenti, io invece ho fatto meglio di Gara 1. Il gap grosso però è stato con le gomme usate: quando ho fatto il mio giro veloce gli altri giravano in 40.9, questo credo Torres, gli altri in 1:41. Senza l’errore potevo farlo anche in Gara 1.

Matteo Ferrari, possiamo dire che il problema delle gomme visto nei test è stato quindi risolto?

Rispetto a Barcellona il degrado è stato decisamente minore, anche perché l’asfalto è meno abrasivo e la conformazione della pista degrada meno le gomme. Il calo comunque c’è sempre, dietro è più facile da gestire, mentre l’anteriore è un po’ più tosto. Da un lato però sono anche “contento”: moto e gomme tutte uguali, fare la differenza è sempre un po’ complicato. Questa secondo me è una variabile che può permettere ai piloti di fare la differenza. Come mi aspettavo e speravo, le gare non sono tutte di gruppo e non credo che durante l’anno ci saranno stravolgimenti.

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Matteo Ferrari, come te la sei cavata con la gestione delle gomme?

Ci avevo lavorato molto a Barcellona, mettendo la gomma nuova negli orari di gara e concentrandomi sulla costanza, sullo stile di guida e sul set up della moto. Il calo gomme c’è per tutti, ma riesco a controllarlo meglio rispetto agli altri e credo avremmo avuto un vantaggio anche rispetto a Granado, che non c’è stato. Dovremo però capire sempre come gestire il degrado della gomma, ogni volta sarà diverso.

A livello meteo com’è andata?

Diciamo che venerdì mattina ho girato perché bisognava farlo! Non c’erano le condizioni per fare bene. Ho chiuso 10°, ma molto tranquillo perché non avevo spinto, solo cercato di prendere le informazioni giuste senza fare niente di che, ed abbiamo già fatto un passo avanti nella giusta direzione. L’obiettivo era poi spingere nelle FP2 in condizioni migliori, poi in qualifica ho cercato di fare bene anche se pioveva. La pioggia c’era, non bagnava ma sui cordoli non era il massimo.

Matteo Ferrari, qualifiche per te non proprio perfette.

Ho spento un po’ il cervello, come bisogna fare in qualifica, poi ho spinto ed è andato tutto bene. Sono scivolato, ma alla fine bisogna dare il 110% ed avevo già fatto un buon giro. Subito 40.9 in condizioni difficili, quindi per me l’obiettivo era già raggiunto, visto che puntavo alle prime due file. Volevo migliorare ancora perché avevo sbagliato il T3, però alla curva 1 tra il freddo, la pioggia, io che sono arrivato un po’ veloce, mi si è chiuso il davanti. Sapevo però che poteva succedere e non ero troppo preoccupato, alla fine ho portato a casa la pole quindi va bene così.

Come valori in pista, ti aspettavi i protagonisti che si sono visti a Le Mans?

Sinceramente non mi aspettavo così tanto divario. Mi aspettavo un margine, ma più contenuto. Avevo visto Jordi lavorare molto bene durante i test, non è mai stato il più veloce ma ha lavorato tanto per cercare la strada giusta. Lui me l’aspettavo pronto a Le Mans. Hector [Garzo] mi ha stupito un po’ di più, l’ultimo anno nella MotoE non era stato veloce ed anche nei test aveva fatto bene solo a tratti. Nel 2019 però mi sono giocato il titolo con lui, quindi comunque era da tenere d’occhio.

C’è qualcuno in particolare che ti aspettavi e non c’è stato?

Mattia [Casadei] a Le Mans è sempre stato molto veloce, l’anno scorso ha anche vinto la gara ed era veramente tosto da battere. L’ho guardato molto durante il weekend, mi aspettavo che facesse qualcosa di più in gara. Forse tra la caduta di Gara 1 ed il fatto che non fosse un fine settimana facile… Diciamo che sono rimasti tutti un po’ più attardati. Dagli altri non mi aspettavo niente di più, nei test non erano stati così competitivi e si sono mantenuti. Aspettiamoci però qualche exploit nei prossimi circuiti, bisogna tenere tutti d’occhio, non si sa mai. Ma spero rimangano così le gare, sono più facili da gestire!

Matteo Ferrari, preferisci il “pochi ma buoni”.

Mi ricordo che nel 2021 in particolare le gare erano veramente difficili. Davanti non si faceva ritmo perché si sorpassavano molto, perciò erano sempre tutti lì e con queste moto pesanti è difficile sorpassare. Quando c’è un gruppo sei sempre nel mezzo ma rischi sempre di fare un errore in più. Con pochi piloti che fanno la differenza le gare sono comunque difficili, ma più tranquille sotto questo punto di vista: sorpassiamo, ma senza manovre azzardate.

Come si è comportata questa Ducati a Le Mans?

La cosa positiva è che il bilanciamento della moto funziona molto bene. Abbiamo girato in tre circuiti completamente diversi, con clima ed asfalto molto differenti, ma la moto si comporta sempre bene. È sincera e facile da capire, almeno per quanto mi riguarda riesco a capire subito qual è il limite. A volte è facile oltrepassarlo e fai fatica a capire quanto puoi osare, infatti stiamo ragionando a casa su come avere quelle informazioni in più. È l’unica cosa, ma penso servano solo chilometri e rifiniture a livello di set up. Come elettronica abbiamo lavorato benissimo, le gomme hanno tenuto lo stesso standard… Nessun pilota ha avuto particolari problemi.

Matteo Ferrari, come valuti il format di due giorni?

A livello di tensione è bello alto! Il venerdì ero abbastanza abituato, ma fare due gare lo stesso giorno è difficile a livello mentale, soprattutto se fai un errore in Gara 1. La parte positiva è che non devi aspettare troppo per correre di nuovo, però devi essere capace di resettare subito e trovare il giusto feeling da un momento all’altro. A me piace di più così: 8 giri in un giorno e 8 giri un altro giorno per me non ha molto senso. È difficile prendere il ritmo, devi aspettare tante ore nel paddock senza fare niente, quindi ridurre in due giorni è stato giusto. Con due gare nello stesso giorno forse viene anche un po’ più di curiosità.

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Hai citato gli incidenti, come nel tuo caso. Com’è stato quindi il lavoro verso Gara 2?

Alla fine ho utilizzato una moto di scorta, non la mia, l’unica in condizione un pochino più critica rispetto agli altri. Non per i danni, quanto perché bisognava ripristinare i vari tubi e ci voleva tempo. Questo però indica che le moto vanno tutte uguali! Abbiamo rimesso gli stessi settaggi, e ci vuole il suo tempo, ma era comunque un’altra moto e quindi ero un po’ preoccupato. Ma il team ha fatto un grande lavoro ed io sono riuscito ad andare forte allo stesso modo.

Matteo Ferrari, il prossimo round è al Mugello. Cosa vuol dire per te?

Le gare italiane sono sempre bellissime, anche nei miei anni più difficili sono sempre andato forte. L’anno scorso al Mugello abbiamo subito fatto podio e vinto la prima gara del 2022. Sicuramente correre al Mugello ed a Misano è sempre speciale. Non vedo l’ora di arrivarci e di portare a casa il massimo, ricordandoci sempre che è una gara come un’altra. Hai lo stimolo in più, ma c’è anche più pressione, quindi dobbiamo tenere la concentrazione e fare come sempre, sfruttando il fatto di essere in casa.

Sperando ci sia più pubblico quest’anno.

Io penso di sì. Il 2022 è stato un anno particolare, adesso speriamo che questa inondazione non crei altri problemi. Ma parliamo dei giorni 9-11 giugno, manca ancora e speriamo si ripristini tutto. Per rivedere il Mugello davvero pieno secondo me ci vorrà ancora tempo, ma l’obiettivo è tornare ai vecchi standard. Io sicuramente porterò gente, speriamo che anche gli altri facciano lo stesso. Anche perché, guardando pure le altre categorie, non vedo un Motomondiale senza Mugello!

Come gare ti aspetti qualcosa simil-Le Mans o cambierà?

Difficile da dire: il Mugello ha un rettilineo veramente lungo, quindi si possono mescolare molto le carte. Nel 2022 la gara è stata combattuta ma sono riuscito comunque a fare un po’ la differenza. So quali sono i punti in cui si può creare un gap e ci proviamo. La base di Le Mans può andare nella direzione giusta, mi aspetto poi un Granado determinato a tornare, anche se l’anno scorso non è stato velocissimo. Mi aspetto poi i soliti e magari qualcuno in più, però è difficile fare una previsione. Anche un Krummenacher od un Rabat possono fare un weekend positivo perché magari piace la pista. Rimango all’erta, non si sa mai.

Matteo Ferrari, come vedi questa Ducati al Mugello?

Mi aspetto una bella usura della gomma anteriore, come a Barcellona. Dovremo partire con la mentalità che dopo 4-5 giri la gomma scivolerà, quindi bisogna trovare il giusto compromesso per farla funzionare. Ma non ci sono frenate esagerate come a Barcellona, quindi forse possiamo tenere la temperatura più bassa e questo ci può agevolare. Come meteo l’anno scorso l’abbiamo scampata di un pelo! Speriamo che quest’anno, dopo il periodo di piogge, si arrivi a giugno col sole. Ma ci adattiamo, è uguale per tutti e sono pronto anche col bagnato dopo Jerez.

Diciamo che non ti spaventa nessuna condizione.

Quando si è veloci no. È chiaro poi che il bagnato è sempre un’incognita perché il feeling non è lo stesso. Vedremo quando saremo lì.

Manca ancora un po’ alla tappa italiana. Matteo Ferrari, quali sono i tuoi programmi attuali?

Spero di andare al Mugello in questa settimana per allenarmi e prepararmi, visto che non ci giro dall’anno scorso. Avrò anche qualche attività di test già programmata a fine maggio, a giugno ci sarà il weekend di Superbike a Misano ed andremo a tifare un po’, poi ci concentriamo sulla preparazione. Appena si potrà ricomincerò ad uscire e ad allenarmi in moto, ma ci godiamo anche qualche settimana di pausa. Dal Mugello ad Assen avremo tre gare di fila molto importanti, si arriva a metà stagione e vedremo a che punto siamo.

Foto: Team MotoE FELO Gresini Racing

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