15 Marzo 2019

Ducati accusa: “In Qatar scardinate le regole della MotoGP “

Gigi Dall'Igna commenta a freddo l'appello sull'appendice Ducati. In attesa della sentenza FIM avvisa: "Avremo un reclamo ad ogni GP?".

Gigi Dall'Igna, dg Ducati Corse

Tra una settimana la Corte di Appello della FIM si riunirà per prendere una decisione sulla regolarità o meno del deflettore Ducati. Dopo il reclamo di Honda, Aprilia, Suzuki e KTM c’è attesa nel Motomondiale per conoscere la sentenza finale e capire quali strascichi porterà questa vicenda. Gigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, si dice fiducioso sul responso finale e pronto a rispondere con la stessa moneta. Di seguito l’intervista di Paolo Ianieri pubblicata su ‘La Gazzetta dello Sport’.

Dall’Igna, quelle parole erano solo una battuta?

Parto da una premessa: finora tutti i conflitti regolamentari si erano risolti all’interno della MSMA (l’associazione costruttori; n.d.r.), col coinvolgimento del d.t. Danny Aldridge. Anche in situazioni particolarmente complesse si era trovato un compromesso. Nei confronti di Ducati, a livello aerodinamico il regolamento è stato cambiato dopo che Honda e i suoi piloti si erano lamentati delle nostre ali, arrivando alla situazione attuale, con soluzioni tecniche diverse. Finora non abbiamo mai avuto intenzione di fare reclamo, ci fidavamo completamente del lavoro di Aldridge. Ma ora si cambia. Se quattro avversari, e in particolare Honda, un socio fondatore che con noi e Yamaha è in MotoGP dall’inizio, mettono in discussione l’operato del d.t., non possiamo che fare lo stesso.

Cosa intende?

Che per me le ali Honda sono le più pericolose, avendo una forma che le fa sporgere decisamente di più e che le rende deformabili. E le appendici mobili sono vietate. Stiamo valutando di fare reclamo in Argentina.

È finita un’epoca.

Decisamente. In passato abbiamo sempre trovato un compromesso: centralina e software unici, piattaforma inerziale, motori limitati, congelati sviluppo, aerodinamica, test. In Qatar si sono scardinate completamente le regole. È una situazione pericolosa, avremo un reclamo a ogni GP?.

Che cosa ha pensato quando Rivola di Aprilia e Brivio di Suzuki le hanno preannunciato la protesta?

Che era un’intimidazione bella e buona. Noi dopo aver provato l’appendice ai test in Qatar abbiamo chiesto una verifica ad Aldridge, che l’ha approvata. Il 2 marzo ha diramato una linea guida e, a eccezione di Yamaha per un altro aspetto, nessun’altra Casa ha fatto commenti per iscritto. E nessuno ha chiesto una riunione della MSMA.

In una mail ad Aprilia del 19 febbraio, Aldridge vieta di sfruttare quella zona per cercare carico e dice che la pinna può essere usata solo col bagnato.

Non so cosa abbia scritto, ma non è cambiato nulla: se lo scopo di Aprilia era di aumentare il carico sulle ruote posteriori questo è vietato. E se aveva qualcosa da dire, perché non l’ha fatto dopo il 2 marzo?

La pinna genera carico?

Lo scopo del sistema è raffreddare la gomma posteriore. Abbiamo fatto prove con e senza questo elemento, si nota un raffreddamento importante, mentre la corsa delle sospensioni non ha effetti significativi.

Aldridge esce sfiduciato.

Mi pare evidente. Chi ha fatto protesta ha voluto sfiduciarlo e scardinare il sistema attuale.

Il 22 c’è l’appello. Sensazioni?

Sono tranquillo, come quando abbiamo scelto di andare in gara con questo sistema. Siamo sempre stati nel regolamento.

La Ducati è accerchiata.

Siamo sotto attacco, facciamo paura perché stiamo progredendo a un livello più alto dei nostri avversari.

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1 commento

  1. lorenzoursan_14190819 ha detto:

    Cit. “E se aveva qualcosa da dire, perché non l’ha fatto dopo il 2 marzo?”
    Meglio rovinare lo spettacolo a tutti?!?
    Creare certe situazioni sarà forse utile in contesti poco avvincenti, vedi F1, ma in MOTOGP, con tutta l’adrenalina che scorre durante le gare, a che serve?