18 Dicembre 2019

Superbike: “Scott Redding sarà il nostro James Hunt”

Giovanni Crupi, ingegnere Ducati, ci racconta Scott Redding dietro le quinte: anticonvenzionale, ma professionale, allenato e.. velocissimo

Scott Redding

Scott Redding è appena sbarcato nel Mondiale Superbike e tutti si aspettano grandi cose. La Ducati spera che riesca a detronizzare Jonathan Rea, arrivando là dove Alvaro Bautista è mancato. Il promoter Dorna confida che l’ex MotoGP, pilota velocissimo ma anticonvenzionale, si riveli il personaggio capace di dare ulteriore colore (anche dopo le gare…) ad una sfida 2020 che già promette moltissimo. Pochi, però, sanno chi è veramente Scott Redding. A svelarci chi è deitro le quinte ci pensa Giovanni Crupi, ingegnere Ducati che nella passata stagione ha guidato SR45 alla conquista del British Superbike, al primo colpo. Senza conoscere la moto, le piste e l’ambiente. Un’impresa che neanche a Troy Bayliss era riuscita: l’australiano al primo anno BSB finì ottavo.

“UN TIPO INTELLIGENTE”

Scott è  stato molto intelligente e diligente studiando i dati ed imparando dagli avversari” racconta Giovanni Crupi. “A tutti gli effetti si è considerato un “rookie”, lui era un principiante nel vero senso della parola. Ha seguito i suoi rivali, Brookes in primis è stato il suo “maestro del BSB”. Per questo motivo non sono mancati alcuni screzi durante le prove. Brookes si è indispettito perchè  Scott lo seguiva ogni volta che poteva. Al primo evento di Brands Hatch gli ha soffiato la pole position standogli in scia”

Quando Andrew Irwin lo ha fatto cadere per la seconda volta, come l’hai tenuto a freno?

“Vi assicuro che è stata difficile,  perché si sentiva forte a Cadwell Park ed avrebbe voluto vincere anche lì. Per tenerlo calmo l’ho dovuta buttare un po’ sul ridere. Andrew l’avevo soprannominato “wrecking-ball” (palla da demolizione) già al suo primo round 2018 a Snetterton,  dove alla seconda curva ne aveva falciati tre. Per darvi un’idea di cos’è una wrecking ball andate a vedere il video musicale di Miley Cyrus. Infatti spesso gli cantavo “I came in like a wrecking ball…” Ci ridiamo sopra ancora oggi!”

Perché si è legato così al suo ingegnere italiano? 

A volte ci penso anch’io,  me lo chiedono in tanti. Io credo che Scott sia un ragazzo giovane che ha sicuramente alle spalle una lunga carriera agonistica.  ma  gli sia sempre mancata una figura magari non “paterna” ma sicuramente un fratello maggiore che lo consigliasse.”

Com’è nato questo rapporto così stretto?

Forse c’è stato un episodio che l’ha colpito particolarmente: a Thruxton in gara 2 s’è toccato con un altro pilota in frenata ed è arrivato lungo all’ultima chicane, tagliandola. Ha fatto passare 4-5 piloti e pensava che fosse sufficiente per non prendere una penalizzazione. Nel regolamento, però, c’è scritto che in caso di taglio del circuito devi perdere più di un secondo in quel settore, mentre lui aveva perso “solamente” 7 decimi. Gli è stata data la long-lap penalty a due giri dalla fine, non l’ha rispettata perché ha ritenuto pericolosa la manovra di re-immissione in pista. A  fine gara gli son stati comminati 30 secondi di penalità. Era una gara di 7 giri a causa di 2 bandiere rosse, praticamente con 30 secondi s’è ritrovato ultimo… Un gran peccato perché aveva fatto una super rimonta con dei bellissimi sorpassi.”

Chissà com’era incazzato…

“Stava già tirando i guanti qua e là, a quel punto mi sono accucciato davanti a lui facendogli vedere i tempi dei singoli settori in quel giro incriminato, spiegandogli che purtroppo è scritto chiaramente nel regolamento e che è così per tutti. Inoltre in termini di punti ne aveva di fatto persi solo due da Brookes per via del punteggio dello Showdown quindi alla fine andava benissimo così.

Ti ha dato ascolto?

“C’era Eurosport UK fuori dal box che lo aspettava per l’intervista in diretta e gli ho consigliato di dire che purtroppo si era toccato con un pilota ed aveva fatto un errore. Aveva rallentato ma non abbastanza e che pensava di aver perso abbastanza posizioni e tempo per non incappare in una penalità. Purtroppo sono cose che capitano in gara e che tornerà ancora più carico. Difatti l’intervista l’ha fatta sorridendo e non ha detto niente di diverso, quindi alla fine ha anche fatto una bella figura”.

Ai tempi della MotoGP sarebbe esploso…

“Il giorno dopo m’ha scritto un messaggio ringraziandomi tantissimo per quel che ho fatto, dicendomi che nessuno prima d’ora s’era preso cura di lui lasciandolo sbagliare senza preoccuparsi poi delle conseguenze. Forse è stato questo l’episodio che più di altri gli ha fatto prendere fiducia.”

Dietro le quinte, che tipo è?

“Scott non è un ragazzo da obbligare a fare il pilota ultra professionista che va a letto presto la sera, che vive rinchiuso nelle palestre e che rilascia solo interviste pilotate. Scott è così di suo ed è bello così, è giovane ed ha voglia di divertirsi. Quando entra nel box, però, ti assicuro che è tutt’altra persona e da lì capisci quanta esperienza e quanta determinazione ha. Non so, io lo vedo come un James Hunt del motociclismo moderno, ma con molta più esperienza tecnica e molta più consapevolezza della preparazione fisica necessaria. Vi assicuro che si allena come un cavallo.”

Vi frequentate anche fuori dalla pista? 

“Dopo il test di Jerez siamo andati in Belgio per un rally classico organizzato dal suo manager Michael Bartholemy e ci siamo divertiti da matti!!! Abbiamo passato altri 3 giorni assieme e sono stati bellissimi. Su strada guidava lui ed io leggevo il road-book mentre in pista a Spa e su un altro circuitino ha fatto guidare me. Davvero bello e che macchine c’erano! Addirittura una Lancia 037 Stradale ultra-preparata!!!”

Nei test di Jerez vi è rimasto il colpo in canna: come mai?

“Dovevamo fare delle prove importanti per i pezzi che arriveranno più avanti e non potevo toccare il setup della moto. Sia il primo giorno che il secondo. Spero che ci rifaremo con gli interessi al prossimo Jerez di gennaio. Comunque Johnny è andato fortissimo, impressionante.”

Valencia, Aragon, Jerez: soddisfatti dei primi test?

“A parte il colpo in canna di Jerez, che comunque ci ha dato le indicazioni che ci servivano, i  test stanno andando piuttosto bene. Parlo dal lato di Scott: mi fa piacere vederlo già più veloce di Chaz perché comunque Chaz ha chiuso una stagione in crescendo dove addirittura le ultime gare andava più forte di Alvaro Bautista. Okay le discussioni sul  contratto e le piste nuove, però in termini di punti Chaz ne ha portati a casa di più.”

Nei test di gennaio su cosa lavorerete?

“Abbiamo già un programma ben definito sulle prove da fare e ci concentreremo un po’ di più sull’aspetto prestazionale”.

Lo scambio totale di dati fra piloti Ducati sarà un aiuto per Scott? 

“Sicuramente è un vantaggio per tutti, piloti e tecnici, quando metti sul tavolo le impressioni ed i dati di più piloti.”

Ne parlerete spesso: come si batte Jonathan Rea? 

“Rea è il pilota che ha vinto di più in tutta la storia della Superbike. E’ un dato di fatto. E un ragazzo dotato di un gran talento ed è l’unico che faceva vincere la Honda. In realtà ha fatto proprio vedere che senza di lui con quella moto non si è più vinto… E’ una bella dimostrazione. Inoltre ha delle doti notevoli di equilibrio ed agilità. Mi ricordo bene quando proprio con la Honda era arrivato sulla ghiaia ad Imola: l’ha buttata giù, piede a terra e gran gas, l’ha tirata fuori come si fa col cross, mancava solo che battesse sponda sulle gomme. Ricordiamo poi che a Misano, cadendo, è arrivato quinto. Per batterlo bisogna essere più veloci di lui, magari anche solo di mezzo decimo, ma per ogni singolo giro, per ogni singola gara. Bisogna riuscire ad essere costanti come lui e costantemente più veloci. Praticamente un’impresa…

Avete informazioni sui test segreti Honda ad Aragon e Jerez?

“Io non ho informazioni, sono stati bravi a tenere tutto segreto. Questo potrebbe portare a 2 considerazioni diametralmente opposte: o sono davvero molto veloci e vogliono un effetto sorpresa oppure devono ancora portare un po’ avanti lo sviluppo della moto e si concentrano a lavorare per conto loro senza badare agli altri. Spero di averli in pista con noi a gennaio.”

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