30 Novembre 2019

Superbike: Quanto va forte la Yamaha? Toprak “Ancora non freno bene”

L'astro nascente sta prendendo le misure alla Yamaha, che è ancora un cantiere. La R1 edizione 2020 arriverà a gennaio. Non è ancora tempo di pensare a Rea...

Superbike, Toprak

La Yamaha riuscirà a movimentare la Superbike? La versione 2020, con air box, presa d’aria e altri particolari mutuati dalla MotoGP, dovrebbe essere un consistente passo in avanti. Nei test di Jerez  il binomio Jonathan Rea-Kawasaki è sembrato ancora ampiamente in vantaggio, ma il confronto non è tanto indicativo. Perchè sulla Ninja stanno lavorando sui dettagli, partendo da una base consolidata, e vincente. La Yamaha invece è un cantiere aperto: Michael van der Mark e Toprak Ragtlioglu hanno guidato la Yamaha 2019 aggiornata con parecchi componenti della 2020, carenatura e nuova presa d’aria incluse. Bisognerà aspettare gennaio, quando entrambi avranno la moto definitiva, per avere un’idea più precisa. Al momento la certezza è che Toprak, nato sulla Kawasaki,  ha già preso in mano anche la Yamaha. Avevate dei dubbi?

“HO TANTO MARGINE”

“Sto ancora lavorando per adattare la Yamaha alle mie caratteristiche” spiega Toprak Razgatlioglu, aiutato in questo compito dal capo tecnico Phil Marron, che si è portato dietro dalla Puccetti Racing (nella foto).“Fin dalla prima presa di contatto ad Aragon ho avuto buone sensazioni dalla Yamaha, è una moto più facile da interpretare rispetto alla Kawasaki. Ho solo bisogno di girare tanto. Per esempio ancora non riesco a frenare come vorrei”. Le staccate micidiali sono uno dei punti di forza di Toprak, che ha concluso i test di Jerez con il settimo crono, 1’39″634, distante 1″3 dallo scatenato Jonathan Rea.

“UN GRAN TEAM”

Quello che già posso dire è che in Yamaha ho trovato una garnde squadra, sono molto rapidi e precisi ad interpretare le mie sensazioni” si compiace Toprak. “Abbiamo già sperimentato alcuni particolari, è ovvio che il lavoro di sviluppo sia appena partito e sarà abbastanza lungo. Ma sono molto contento di questo inizio. L’altro aspetto positivo è che io e Michael van der Mark sostanzialmente stiamo chiedendo le stesse cose.”

Lascia un commento