14 Settembre 2022

Superbike: Pirelli alza l’asticella con l’evoluzione B800 vincente al debutto

Il fornitore unico Pirelli a Magny Cours ha portato una nuova posteriore diventata il riferimento in pochi giri. L'ing. Giorgio Barbier racconta com'è stato possibile

Superbike, Pirelli

Le gomme del Mondiale Superbike sono particolari: sono progettate per esaltare il talento di campioni come Bautista, Razgatlioglu e Rea ma anche per far divertire gli amatori nei track days di tutto il mondo. Sembra un ossimoro, invece è la filosofia che Pirelli ha introdotto da quanto è fornitore unico, cioè dal lontano 2004. Ma nell’ultimo week end in Francia è successo qualcosa di ancora più particolare e interessante dal punto di vista tecnico. E’ stata introdotta una posteriore evoluzione, la B800, ed è diventata immediatamente il riferimento. Bautista vincitore di gara 1 e Toprak con la doppietta domenicale hanno preso il volo con questa nuova soluzione. La B800 è diventata l’occasione, nonostante nessuno la conoscesse e, peggio ancora, dopo un venerdi di pioggia i piloti abbiano avuto appena trenta minuti nella FP3 del sabato mattina per metterci mano. E’ stato proprio amore a prima vista fra piloti e gomma: molto raro che succeda.

Ingegnere Giorgio Barbier, com’è stato possibile?

L’evoluzione in Superbike è un continuum che non si può fermare. Esserne ben consci è legati alla realtà del campionato da un punto di vista privilegiato sulle reali esigenze di Case, squadre e piloti; a volte anche più delle loro singole necessità. Non ci fermiamo mai, ed essendo in pista da tanti anni, capirci al volo è diventato…naturale”.

Come nasce la B800?

“Abbiamo imboccato la strada SCX due anni orsono e in questo periodo abbiamo cambiato due specifiche. Siamo partiti con l’idea di progettare una gomma che durasse per i dieci giri della Superpole Race, cioè meno di 50 chilometri. Invece, con lo sviluppo, siamo riusciti a rendere la SCX il punto di riferimento anche per le gare lunghe, che si corrono su distanza almeno doppia. Questo sforzo dà l’idea di quanto per Pirelli conti la sostenibilità della prestazione. La B800 nasce dall’esigenza di rendere la nostra soluzione attualmente più performante, cioè la SCX, anche robusta. A prescindere da cambiamenti importanti di condizioni, temperature, riutilizzi. Una sfida importante ma che collega chiaramente l’idea che abbiamo di offrire alte prestazioni per ogni condizione di utilizzo”.

Non state sbagliando più un colpo: qual è il segreto Pirelli?

“Ogni anno stabiliamo un piano preciso di obiettivi. Iniziamo a scremare le idee dei nostri ingegneri con la nostra sperimentazione interna, poi selezioniamo le idee migliori per portarle alla sfida del Mondiale Superbike. Lì raccogliamo le evidenze più decise, e poi le sottoponiamo ai campionati nazionali perché è fondamentale non dimenticarci di chi ha condizioni d’utilizzo e competitività più vicine al mercato, cioè ai nostri clienti finali.”

Arriva sul mercato la quarta generazione Diablo Supercorsa. Ci sarà anche la B800?

“Il passaggio dalle corse all’utilizzo parzialmente stradale va ponderato tenendo conto delle esigenze di utilizzatori. Così come dei veicoli che progrediscono seguendo le necessità del mercato. Tempi e tecnologie devono essere pronte e raggiungere l’utilizzatore finale quando il tutto è maturo

Gomme ago della bilancia: ci saranno altre novità nei cinque round finali?

Nelle ultime gare europee (Catalunya 23-25 settembre, Portimao 7-9 ottobre, ndr) porteremo solo le specifiche finora presentate. Le novità che abbiamo introdotto a Misano, Magny Cours e Most saranno riprovate nei circuito a loro più idonei, ma anche riviste su tracciati molto diversi per tastarne la versatilità”

Fra i tre di testa, chi vedi favorito?

“Preferisco non esprime opinioni personali su un campionato così bello e combattuto. Vedo solo che tutti stanno dando il massimo per vincere quest’anno. Costruttori, team e piloti ce la stanno mettendo tutta, come non mai”.

Pirelli è ancora fornitore F1: vedremo le gomme rosse, gialle e bianche anche in Superbike?

“La Superbike è un contesto molto diverso. Le soluzioni che creiamo per il campionato sono frutto di produzioni di centinaia di pezzi ma diventano di serie, quindi identificabili con un’etichetta colorata, solo dopo uno-due anni di gare. Non produciamo prototipi che hanno la vita di una singola gara. Non amiamo colorarle per poi distruggerle a fine gara. Questo non è il nostro proposito”.

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