16 Novembre 2021

Superbike: L’Indonesia è un’odissea, chi è stato rimandato indietro?

L'on line Speedweek scrive che alcuni membri della carovana Superbike non vaccinati sono stati respinti alla frontiera indonesiana. E' toccato anche a qualche pilota?

Superbike, Scott Redding

La Superbike è pronta alla sfida finale fra Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea ma il viaggio verso l’isola di Lombok si è rivelata un’autentica odissea. Ivo Schutzbach, inviato dell’online tedesco Speedweek, ha  raccontato le traversie che i 600 “membri fondamentali del paddock” hanno dovuto affrontare per arrivare a Lombok, l’isola su cui è stato costruito il tracciato di Mandalika. “Nel paddock della Superbike circa il 20% del personale non è vaccinato, e alcune di queste non hanno ottenuto il visto d’ingresso nel Paese, altre sono state respinte all’arrivo a Giacarta e hanno dovuto imbarcarsi sul primo aereo di ritorno”. Il giornalista tedesco avanza un’ipotesi inquietante: “Al momento non è noto quante persone mancheranno all’appello nel week end.”

Chi è stato respinto?

Non è un dettaglio secondario, perchè fra i non vaccinati, sempre secondo Speedweek, ci sono anche quattordici piloti, otto dei quali della Superbike. I nomi sono top secret, per ovvi motivi di riservatezza, ma a dare credito alle voci che girano nel paddock, almeno sei di questi sono piloti da top ten, di squadre ufficiali. L’ingresso in Indonesia è consentito solo a persone vaccinate, quindi per permettere la ingresso  di questo 20% Dorna ha dovuto siglare particolari accordi con il governo di Giacarta. Sono stati creati dei corridoi speciali, che prevedono però parecchie restrizioni. Da notare che fino al mese scorso l’intera Indonesia era off limits per i viaggiatori internazionali, adesso sono stati aperti gli ingressi ma solo dagli aeroporti di Giacarta e Denpasar, solo a chi dimostra di essere vaccinato. Le statistiche fornite da enti ufficiali internazionali dicono che solo il 31% dei 215 milioni di cittadini indonesiani è vaccinato.

Due giorni di quarantena obbligatoria 

All’arrivo a Giacarta, piloti e personale Superbike è stato sottoposto a controlli estenuanti e al tampone. In seguito tutti sono stati trasportati in alberghi selezionati, con navette speciali, per l’osservanza di due giorni di quarantena obbligatori. Speedweek scrive che le autorità locali hanno prelevato i passaporti in modo che nessuno potesse sottrarsi alla quarantena. Dopo due giorni, la carovana è autorizzata a volare a a Lombok. Ma anche qui stessa trafila: piloti e tecnici possono spostarsi solo fra hotel e circuito, con mezzi dell’organizzazione. L’ingresso in circuito è autorizzato solo a partire da domani, mercoledi 17 novembre.

Prova generale abortita

A giudicare da foto e video, l’impianto di Mandalika sembra molto ben fatto. Il problema è tutto il resto, visto che a Lombok non hanno mai ospitato eventi motociclistici di questa portata. Lo scorso week end la prevista prova dell’Asia Talent Cup è stata rinviata perchè dopo le prove, svoltesi regolarmente, la domenica i 350 commissari di percorso non si sono presentati! E’ la seconda figuraccia che gli indonesiani fanno nel giro di pochi giorni: settimana scorsa personale del circuito ha aperto le casse di varie squadre (qui il video), posando davanti alle moto e diffondendo le foto sui social. Sarà stata un’ingenuità, d’accordo, ma la circostanza ha seminato il panico fra i team. Che solo mercoledi potranno verificare se manca qualcosa…

Il problema dei commissari 

Non avendo mai ospitato gare, resterebbe da sapere chi e come abbia addestrato il personale di pista che nel week end presterà servizio a Mandalika. Di solito, in circostanze simili, i marshal arrivavano da altri Paesi. A Sentul (Qatar), aperto nel 2004, per anni sono stati utilizzati commissari di pista operanti sui tracciati europei come Valencia, Estoril e la nostra Vallelunga. Questo dava garanzia di professionalità, e ha permesso – con gli anni – di formare personale locale. Lombok però è lontana e la stessa operazione, in tempo di Covid-19, avrebbe avuto costi stellari e comportato ulteriori difficoltà. La finalissima Superbike ha davanti parecchi punti interrogativi. Intanto bisognerà verificare, giovedi, se i piloti sono arrivati tutti regolarmente…

Lascia un commento

2 commenti

  1. voiedegarag_15199617 ha detto:

    “la stessa operazione, in tempo di Covid-19, avrebbe avuto costi stellari e comportato ulteriori difficoltà”

    Per togliere la terra illegalmente ai legittimi proprietari (è l’osservatorio dei diritti umani dell’ONU che lo dice) e colare il cemento però non c’era nessun problema né di soldi né di volontà né di scrupoli morali o giuridici, forse perché dei profitti entravano nelle tasche “giuste”!
    Invece per formare dei commissari altrettanto indispensabili dell’asfalto improvvisamente il costo diventa “stellare”.
    Ma forse è solo perché non entrano nelle stesse tasche di cui sopra?

    • Paolo Gozzi ha detto:

      La costruzione di nuove piste è il business più redditizio per chi organizza le gare, oggi. Molto più di diritti TV, spettatori, ect. Sicuramente, visti i rischi che si stanno assumendo, Dorna deve avere interessi giganteschi in Indonesia.