13 Ottobre 2019

Superbike Anche Jonathan Rea va contro: “Si poteva correre”

Come Bautista, anche Jonathan Rea non la manda a dire agli scioperanti. Ma poi sottolinea: "Non punto il dito contro nessuno. Anche un anno fa qui c'erano problemi"

Jonathan Rea, Argentina

Nel caos di El Villicum l’unica cosa chiara è che il fronte dei piloti Superbike non è mai stato diviso come adesso. I superbig, cioè Jonathan Rea e Alvaro Bautista, sono partiti, se la sono giocata e alla fine hanno stigmatizzato il comportamento dei colleghi scioperanti. Anche il cinque volte campione del Mondo ci ha tenuto a fare sapere che: “la situazione non era ideale, ma si poteva correre”. Alvaro e Jonathan hanno messo in ulteriore imbarazzo i sei che si sono rifiutati di schierarsi al via.

“NON PUNTO IL DITO”

Nessun sistema è infallibile in tali situazioni” ha sottolineato Jonathan Rea. “In definitiva, si deve avere fiducia gli uni negli altri. Non punto il dito contro nessuno: non contro la Dorna e neanche contro la FIM. Ma dico che quando arriviamo in un circuito, questo dovrebbe essere preparato a dovere. Quando siamo arrivati ​​mercoledì, la pista era molto sporca, anche giovedì. Si sono impegnati a fondo per pulire, ma il problema è rimasto: manca lo strato di gomma sull’asfalto che permette di alzare il grip. La cosa che mi dispiace è che neanche un anno fa questo impianto aveva il fondo a posto. C’erano pietre che uscivano, e altri problemi. Forse sarebbe stato necessario controllare meglio.” 

“COMUNQUE E’ STATA UNA GARA DIFFICILE”

Il problema in questa situazione è che uscendo dalla linea ideale non hai aderenza, e questo può influire anche sulla gara degli altri. Nella FP3 mi sono quasi scontrato con Rinaldi e Melandri: il primo ha fatto un errore, Marco si è piantato e per un soffio non gli sono andato addosso. Le condizioni non erano ideali. In alcuni tratti ero più veloce di Bautista, ma non potevo passare.  Più che provare a battere l’avversario, in situazioni come questa devi stare attento a non superare il limite.”

 

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