9 Giugno 2021

Superbike, Jonathan Rea: “La MotoGP sembra un business”

Jonathan Rea, sei volte campione del mondo Superbike, parla della morte di Jason Dupasquier e dell'occasione mancata di approdare in MotoGP.

Superbike, Jonathan Rea

Il sei volte campione del mondo Superbike Jonathan Rea ha dedicato la sua ultima vittoria all’Estoril a Jason Dupasquier. La morte di un pilota scuote l’intero mondo del motorsport, ma guai a soffermarsi sulla realtà dei morti e dei feriti. Non resterebbe che appendere il casco al chiodo e cambiare mestiere. La pista periodicamente esige un tributo di sangue, è la dura legge delle corse. “Le cose possono andare storte, ma è qualcosa che metto da parte. Non ci ho mai pensato troppo. Penso che sia qualcosa che non possa capitare. Non mi piace soffermarmi troppo“.

La dinamica dell’incidente avvenuto al Mugello non poteva essere evitata. Quando un pilota cade, chi arriva dalle retrovie non ha sempre il tempo di evitare il collega. Soprattutto se arriva a grande velocità e segue a brevissima distanza, come nel caso di Dupasquier. E’ morto domenica 30 maggio presso l’ospedale Careggi di Firenze, ieri i funerali nella sua città di origine. Ma i dispositivi di sicurezza hanno compiuto passi da gigante negli ultimi decenni. “Penso che il nostro sport sia il più sicuro possibile in questo momento con la qualità di caschi e tute in pelle. Ma se cadi e un’altra moto ti colpisce alla testa, è molto difficile sopravvivere“, ha detto Jonathan Rea a BBC Radio Ulster.

Una carriera leggendaria

Il leader del Mondiale Superbike ha già l’attenzione rivolta al prossimo round di Misano. Dopo la buona campagna portoghese ha accumulato un vantaggio di 35 punti sul diretto inseguitore Razgatlioglu. Nonostante la retrocessione del numero dei giri del motore, Jonathan Rea resta il pilota da battere. Difficile indicare il segreto del successo. “È un’intera combinazione: la moto, la squadra, la gestione della gara, la gestione delle gomme, ma anche me stesso mentalmente. Fuori dal circuito tutto va bene. Ma le giovani leve stanno arrivando, sanno cosa stanno facendo, capiscono cosa sto facendo e si stanno avvicinando“.

A 34 anni di età ha vinto ben sei titoli Superbike consecutivi, ha un contratto già firmato anche per la stagione 2022. Non è da escludere che possa essere il suo ultimo anno nel WorldSBK. “Non mi vedo arrivare alla quarantina… Non è ancora arrivato il momento [di ritirarsi]. Sono nei migliori momenti della mia carriera. Ma arriverà un momento in cui vorrò essere a bordo campo a una partita di calcio per guardare i miei due figli o su una pista di motocross o a fare cose normali“.

I sogni di chiudere la carriera in MotoGP sono ormai tramontati. Tanti i piloti che arrivano dalla Top Class nel campionato delle derivate di serie. Ma non avviene mai il contrario. “La MotoGP sembra un po’ più un business, 21 GP all’anno, quindi perderesti il senso della realtà. Ma mai dire mai. Se si presentasse l’opportunità, sento di essere ancora nel fiore degli anni e di poter fare un ottimo lavoro“.

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