16 Febbraio 2021

Superbike: “Jonathan Rea in pista fa cose da pazzi”

Pere Riba, capo tecnico di Jonathan Rea, spiega perchè l'asso Superbike può puntare al settimo mondiale di fila. "E' all'apice della carriera e il suo segreto è..."

Superbike, Jonathan Rea

La Superbike è ferma ai box, in attesa dei prossimi test programmati il 4-5 marzo a Portimao. La Kawasaki ha girato nei giorni scorsi a Jerez, soltanto per mezza giornata, comunque utile a portare avanti lo sviluppo della nuovissima Ninja con la quale Jonathan Rea andrà a caccia del settimo titolo Mondiale consecutivo. Pere Riba, ex pilota di livello iridato (nella foto d’apertura),  è da sei anni il capo tecnico del 34enne nordirlandese. L’affiatamento che si è creato fra pilota e squadra è uno degli assi nella manica. Pere non manca di fornire dettagli.

“Jonathan Rea è all’apice della carriera”

“Siamo insieme dal 2015, intorno a Jonathan Rea si è creata una famiglia, viviamo in perfetta simbiosi e questo aiuta moltissimo specie quando attraversi momenti difficili” ha raccontato Pere Riba. “Mi considero molto fortunato ad aver incontrato un pilota di questo genere. Non avete idea di cosa sia in grado farci vedere, Jonathan Rea in pista fa cose da pazzi. Vincere sei titoli mondiali consecutivi è qualcosa di unico. Visto da fuori, sembra che a volte vinca facile. Ma non è così, confermarsi è più difficile che salire al vertice. Mantenere la concentrazione così a lungo, trovare ogni anno nuovi stimoli fa di Jonathan Rea un campione eccezionale. E non cambierà, è all’apice della sua carriera.”

“Il segreto? La fiducia reciproca”

Pilota e squadra sono così affiatati che spesso passano insieme momenti lontano dalle tensioni Superbike. “Si, è molto piacevole ritrovarsi per stare in relax, da noi in Catalogna, oppure in luoghi che sono familiari per Jonathan Rea. Abbiamo il grande vantaggio di condividere lo stesso gusto per la vita, io personalmente sento di avere una sensibilità molto simile alla sua, e questo aiuta molto”. La Kawasaki è una corazzata che non sembra avere punti deboli: più la sfida si alza, più tecnici e pilota si fanno trovare pronti. Qual è il segreto? “Credo che sia una grande fiducia reciproca. Se io faccio una modifica, spiego perchè l’ho fatta e in pista le cose vanno esattamente come io avevo previsto, Jonathan capisce che lo stiamo aiutando al meglio. E funziona anche al contrario: Rea torna ai box, ci descrive un particolare problema e noi troviamo immediatamente conferma dai dati. Lavorare insieme da sei anni aiuta molto: non abbiamo segreti, ci capiamo al volo.”

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