9 Aprile 2022

Superbike: Alvaro Bautista diventa ragioniere “Non volevo rischiare tutto”

Dopo due anni disastrosi con Honda lo spagnolo torna in Ducati e accarezza il trionfo al primo colpo: mancati solo 90 millesimi. "E' il risultato che ci voleva"

Alvaro Bautista, Superbike

Vincere al primo colpo da ducatista di ritorno sarebbe stata una grande rivincita. Ma Alvaro Bautista nel feroce duello con Jonathan Rea si è tenuto un briciolo di margine “perchè non volevo andare oltre il limite”. Mai come in questa circostanza il confine fra il paradiso e l’inferno è stato sottile. Dopo aver vanificato il Mondiale 2019 per troppi incidenti, immaginate cosa avremmo potuto dire se il madrileno avesse sbagliato. Che Bautista sia veloce, e spesso velocissimo, nessuno ha dubbi. Quello che serve per riportare in Ducati quel Mondiale che manca dal 2011 è l’affidabilità. Rea non ha perdonato gli zero tre anni fa, e adesso c’è da fare i conti anche con l’altro molosso Toprak. L’Alvaro ragioniere da battaglia è quello di cui la Rossa ha bisogno.

“Rea aveva più percorrenza”

Bautista ci ha messo una curva a capire quanto l’aria sia cambiata dal 2019. Nella prima metà di strana stagione vinse quasi sempre in solitario, infliggendo batoste memorabili alla Kawasaki del Cannibale. Nella seconda sbagliò così tanto che i due non incrociarono quasi mai i guantoni, nè prima nè dopo. Stavolta è diverso, Jonathan e Toprak gli si sono avventati contro come belve sulla preda. “Ho segni di gomma di Toprak sulla tuta, ma io non volevo la rissa. Jonathan sapeva che se fossi andato davanti avrei potuto fare le mie linee e il mio ritmo, così mi è tornato sotto ogni volta. L’ultima curva era molto difficile, il vento mi spingeva ogni volta all’esterno. Rea mi è entrato dentro, ho sentito l’anteriore partire. Aveva più percorrenza, non potevo batterlo”.

“Era importante finire”

Bautista ha capito che stravincere sempre non serve alla causa. Anche in Honda, per sopperire alle debolezze della moto, guidava oltre le righe, ed ha continuato a cadere. Con la Panigale di adesso non serve fare follie. “Dopo due anni difficili avevo bisogno di ritrovare me stesso, rivivere l’emozione che provi quando sei là davanti e puoi vincere. Questa prima gara era troppo importante, avevo bisogno di ritrovare fiducia e prendere slancio per le prossime sfide.” Alvaro ha ragione: siamo appena all’inizio…

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