18 Marzo 2010

Superbike: Troy Corser pensa al titolo con BMW

Vuole ottenere il massimo da questa stagione

Pochi piloti sono capaci di conoscere i segreti di una moto e di guidare lo sviluppo di un mezzo, portandolo fino ad i più alti livelli di competitività. Uno di questi è sicuramente Troy Corser: trentotto anni, australiano, campione mondiale Superbike nel 1996 con Ducati e nel 2005 con Suzuki, 33 vittorie all’attivo ed un record di 42 pole position ottenute in carriera.

Il “Corsaro” sta attualmente affrontando la seconda stagione con il team BMW Motorrad Motorsport e guidando lo sviluppo della S1000RR Superbike, con l’obiettivo di portare la compagine bavarese al primo titolo e di ottenere il terzo iride prima del ritiro dalle corse. Intervistato dal sito americano Road Racer X nell’abituale appuntamento del martedì denominato “Tuesday Conversation”, Corser espone i traguardi prefissati per il 2010:

“Per quanto riguarda l’inizio, davvero, è importante migliorare su ogni tracciato che affronteremo rispetto a ciò che abbiamo ottenuto l’anno precedente. Se riusciremo a fare ciò, i risultati e i piazzamenti in gara arriveranno. Spero di poter vincere un po’ di gare ed ottenere il titolo. Questo è il traguardo che mi pongo quest’anno, so che è ambizioso, ma penso che questo può permettermi di spingere ancora più forte”.

Come già anticipato, Corser è incredibilmente attento e preparato per quanto concerne la messa a punto della moto e si dimostra molto positivo verso il potenziale della quattro cilindri bavarese, nonostante dichiari la presenza di aspetti della stessa ancora da migliorare.

“Penso che la performance del motore è sicuramente il punto forte della S1000RR. La potenza è davvero buona, ma stiamo ancora lavorando sull’aderenza massima in piega, focalizzandoci sulla forcella anteriore e sul telaio”.

Nonostante l’impegno preso dal motorsport verso una riduzione generale dei costi, con conseguente limitazione dello sviluppo dei mezzi che scenderanno in pista, Troy Corser non vede di buon occhio le restrizioni possibili, se applicate al mondiale Superbike:

“Beh, la Superbike non dovrebbe mai fermarsi alle specifiche della produzione dalla serie. Credo che questo andrebbe contro alla concezione stessa dello sviluppo della moto, altrimenti si potrebbe benissimo comprare una moto  e competere. Penso sia un’ottima cosa la Superbike, perché produce continuamente sviluppo, cosicché anche la produzione ne può beneficiare. Se guardi le moto in vendita oggi, probabilmente sono a livello delle Superbike di cinque anni fa. In questo risiede l’importanza di queste ultime, per poter mantenere un percorso di sviluppo connesso alla produzione di serie, laddove i prototipi non hanno nessun tipo di influenza”.

Valerio Piccini

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