2 Novembre 2013

Superbike: Sykes “Il titolo perso per 1/2 punto mi ha reso più forte”

Tom Sykes ripercorre la trionfale stagione 2013

Vent’anni dopo Scott Russell, la Kawasaki torna sul trono del Mondiale Superbike. Il merito è del team Provec, della rinnovata “vena agonistica” del Reparto Corse KHI di Akashi, ma di un grandissimo Tom Sykes, il nuovo Campione del Mondo Superbike al culmine di una sensazione stagione 2013. In quest’intervista autoprodotta dalla Kawasaki, “The Grinner” ripercorre il 2013 e tutti i momenti che gli hanno permesso di centrare questo prestigioso ed invidiabile traguardo. Innanzitutto come ti senti ad essere Campione del Mondo?Le parole non possono descrivere come mi sento. A Magny Cours la mia mente ha iniziato a sognare questo traguardo, ma in termini di emozioni era soltanto il 2% di quello che poi ho vissuto al termine di Gara 1 a Jerez quando il sogno è diventato realtà. Tremavo, ero sul tetto del mondo, nulla può descrivere le sensazioni vissute in quei momenti. Ho lavorato duramente per tanti anni per raggiungere questo obiettivo, adesso ci sono riuscito. In passato ci sono state diverse critiche nei miei confronti: sollevando il trofeo di Campione del Mondo è stata la mia risposta“. Deve esser qualcosa di speciale dopo aver perso per 1/2 punto il titolo nel 2012…L’epilogo della stagione 2012 mi ha reso soltanto più forte. Nell’inverno scorso ero molto motivato: in Superbike nel 2009, 2010 e 2011 ho vissuto stagioni difficili, ma sono servite per diventare più forte e crescere. Perdere il titolo lo scorso anno è stato un peccato, oggi potrei esser un due volte Campione del Mondo, ma ho perso per un’inezia e contro un pilota di grande talento come Max Biaggi. Nel 2012, anche se non era arrivato il titolo, ero orgoglioso di me stesso per aver lottato con Max fino all’ultimo: lo sono ancora di più, e maggior ragione, oggi riuscendo a portare a casa il titolo con una gara d’anticipo“. Insieme alla gioia di conquistare il titolo, immagino ci sia un pò di sollievo ripensando al titolo sfumato nel 2012…Ci sono state tante persone che hanno detto che il 2012 era la miglior chance per me e per la Kawasaki di centrare questo risultato, ma a dire il vero ho sempre pensato il contrario: era soltanto la prima opportunità per diventare Campione del Mondo“. Cosa significa esser dopo Scott Russell il primo pilota a portare la Kawasaki al titolo in 20 anni?Non sono proprio la persona che guarda le statistiche, legge i vari magazine e quant’altro. Quando sono a casa penso di tutto, di certo non a questo: ci penso soltanto quando i media mi ricordano queste statistiche che non fanno altro che rendermi ancor più orgoglioso di aver portato la Kawasaki alla vittoria. Ci sono voluti 20 anni da Scott Russell, immagino che per la Kawasaki è stato un lungo digiuno, ma adesso insieme siamo nuovamente al posto giusto…Nonostante un vantaggio di 37 punti in campionato, eri nervoso prima di Jerez proprio per le grandi aspettative?C’era un titolo mondiale sulle spalle, non posso certo nascondere il fatto che ci fosse tanta tensione. Sapevamo che Jerez sarebbe stato un tracciato non proprio favorevole a noi, ma avevamo un buon pacchetto per non perdere questa possibilità. Per tutto il fine settimana le Aprilia erano nelle prime quattro posizioni, anche le BMW non andavano male: era il loro tracciato test, avevano qualcosa in più rispetto a noi. Fortunatamente siamo andati benissimo a Magny Cours così ci siamo potuti presentare per l’ultimo round con un buon vantaggio per non perdere questa opportunità“. Nessuna stagione è facile, ma nonostante buoni riscontri nei test invernali l’inizio del 2013 è stato particolarmente problematico…Ho corso a Phillip Island con tre costole ed un polso rotto, abbiamo avuto i nostri piccoli problemi, ma in questi anni abbiamo lavorato duramente per ritrovarci nelle condizioni di poter puntare al titolo. Ho tante persone da ringraziare in Kawasaki, nella squadra, in famiglia: tra le persone che più mi hanno aiutato c’è sicuramente mio nonno Peter Brook (già uomo Kawasaki, ndr), un grande appassionato di motociclismo che mi portava a vedere le gare del British Superbike in moto da bambino. Poteva esser un pilota, ma è diventato un ingegnere di successo: con i suoi risparmi ho avuto l’opportunità di correre nei primi anni, dio lo benedica per questo. Non poteva mancare a Jerez, senza di lui non sarei mai riuscito a diventare Campione del Mondo“. Parlando del Mondiale Superbike, pensi che questi anni siano comparabili alle gloriose stagioni di fine ’90 ed inizio 2000?Penso che il livello sia molto alto. Qui hanno corso in questi ultimi anni Max Biaggi, Carlos Checa, Marco Melandri, ci sono tutte le case presenti, lo spettacolo non manca… Per me è una non-domanda: la Superbike è un gran campionato, di assoluto livello“. Com’è la tua vita adesso da Campione del Mondo?Fantastica! Per raggiungere questo traguardo ci sono stati tanti sacrifici, ma tutti ripagati. Corro per una squadra ed un’azienda fantastica, questo è stato il nostro anno. Anzi, direi che il 2013 è stato un anno magico: sono Campione del Mondo e mia moglie aspetta il nostro primogenito. L’anno scorso ci siamo sposati, devo dire che sto proprio vivendo un momento magico della mia vita“. Gallery: Tom Sykes Campione del Mondo Superbike 2013

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