16 Luglio 2017

Superbike: Stallo sulle regole, Honda infuriata “Così bruciamo solo denaro”

Dorna non chiarisce la situazione regolamentare e i team cominciano ad innervosirsi...

Superbike, la Dorna non fa chiarezza sulle regole 2018 e le squadre cominciano a spazientirsi. Soprattutto quelle, come la Honda, che stanno a lavorando a pieno regime in ottica prossima stagione per risolvere una crisi di risultati che dura dall’inizio di questo campionato.

Gran pare delle squadre del Mondiale andrà in pista al Lusitzring, in Germania, il 25-26 luglio prossimi. Non solo per preparare il prossimo round (19-20 agosto) ma anche per continuare lo sviluppo in ottica 2018. Le dichiarazioni di Carmelo Ezpeleta, boss Dorna (“I motori della Superbike 2018 saranno Stock“) hanno però gettato il paddock nella totale incertezza.

“Stiamo sviluppando nuove e differenti specifiche di motore per il 2018 ma se cambieranno il regolamento avremmo sprecato solo tanti soldi” lamenta Marco Chini, direttore delle operazioni racing di Honda Europa, da cui dipende il programma World Superbike. Sulla pista tedesca Honda proverà con il tester Michele Magnoni l’elettronica Magneti Marelli, in sostituzione della britannica Cosworth al momento in uso sulla CBR-RR Fireblade SP2 di Stefan Bradl. Non è sicuramente un lavoro semplice,  e per portarlo a compimento la formazione del Mondiale avrà bisogno del supporto di HRC, che utilizza già lo stesso sistema sulle CBR-RR impegnate alla 8 Ore di Suzuka. Per cui il vero sviluppo comincerà solo dopo la disputa della gara mito dell’Endurance, in programma il 30 luglio.

Per altro, sempre in tema di elettronica, nel paddock si parla insistemente di un rinvio al 2019 dell’adozione della centralina unica e software comune controllato da Dorna, lo stesso sistema che introdotto a inizio 2016 in MotoGP, con pieno successo.

Dorna promette di chiarire la situazione regolamentare  proprio in occasione del round del Laustizring, a metà agosto. Ma finirà che fra ritardi, tensioni e discussioni per il 2018 cambierà poco, o niente. E di vera rivoluzione, se mai ci sarà, si parlerà solo in ottica 2019.

 

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