2 Giugno 2010

Superbike: l’analisi del round di Miller Motorsports Park

Il giro di boa del campionato porta Biaggi al comando

La trasferta statunitense del Mondiale Superbike appena conclusa sul circuito di Miller Motorsports Park ha riservato diverse sorprese, e cambiato gli equilibri di questa stagione 2010. Ad uscire vincitore da questo settimo round è, neanche a dirlo, il quattro volte campione della 250 Max Biaggi, nuovo leader della classifica piloti con ben 15 lunghezze su Leon Haslam, alfiere Suzuki Alstare (secondo in gara 1, scivolato nella seguente). Tutto sta girando al meglio per il pilota romano, il quale è riuscito ad ottenere sul suolo americano la terza doppietta della stagione e, grazie anche al secondo posto del compagno di squadra Leon Camier, a portare la casa di Noale in vetta anche alla classifica piloti. Pacchetto eccezionale, grande costanza e determinazione del pilota e in questo caso, anche un po’ di fortuna: questi gli ingredienti che hanno permesso al “Corsaro” di mettere quella marcia in più che ora sembra mancare agli avversari. La buona sorte certo gli è stata amica, visto il doppio DNF per problemi tecnici accusato dall’unico pilota in grado di potergli tenere testa, se non batterlo, in questa anomala giornata di gara disputata il lunedì, nel “Memorial Day” a stelle e strisce. Problema elettronico in gara 1, meccanico nella seconda infatti per Carlos Checa, il quale in entrambe le manche è parso come l’uomo da battere, e fermato soltanto dalle defaillance tecniche della sua 1198 F10, su una pista di cui il “Toro” è interprete magistrale, nonostante le manchevolezze della bicilindrica di Borgo Panigale quanto a velocità di punta (13-15 km/h in meno di top speed rispetto all’Aprilia in gara). Se si fa un confronto con l’ultima gara disputata prima del round di Miller Motorsports Park, si può dire che la tappa americana non ha certo brillato quanto a spettacolarità: la lotta per la vittoria è sempre stata una questione ad appannaggio dei due piloti sopra citati, capaci di salutare la concorrenza dopo poche tornate. Cinque le cadute nelle due manche, ed altrettanti i problemi tecnici (per quanto riguarda questi ultimi, 2 a testa per Checa e Smrz, entrambi piloti Ducati) e tanta fatica per centauri che, chi più o chi meno, hanno detto la loro in questa prima parte di stagione. Il momento non è certo facile per Leon Haslam, fresco di “esautorazione” in classifica piloti, il quale sembra vedere gli spettri della scorsa stagione quando, in sella alla Honda Stiggy, è stato vittima di uno stop (per mancanza di fondi, vista la dipartita di S2) allo sviluppo della moto, che non lo ha messo in grado di essere competitivo nella seconda parte del campionato. Mentre l’Aprilia continua a progredire, la sua “Gixxer” mostra pochi miglioramenti a riguardo, con “Pocket Rocket” che è costretto a guidare ben oltre il limite per poter mantenere il passo dei primi. Se fino al termine di gara 1 questo atteggiamento sembrava poter continuare ad andar bene (monumentale il doppio sorpasso ai danni di Haga e Corser al settimo giro) , la scivolata della seconda manche  non può che far riflettere sulla mancanza di competitività della Suzuki, in rapporto alla super-performante Aprilia. Urge rimedio. Con la doppia clamorosa uscita di scena di Carlos Checa il primo pilota Ducati, a livello di risultati, questo week-end è stato, udite udite, Noriyuki Haga: il folletto giapponese di casa Ducati Xerox ha messo in mostra, su un circuito ostico come quello di Miller, una rinnovata aggressività, portando la sua Ducati Xerox sul gradino più basso del podio in gara 1, e appena fuori da esso nella seguente. Le performance in prova sembravano essere in linea con l’andamento sotto-tono di questa prima parte di stagione per il pilota nipponico (decimo e dodicesimo nelle due sessioni di libere, dodicesimo e tredicesimo nelle qualifiche), ed ecco che invece il vice-campione in carica del mondiale Superbike ha stupito prima in Superpole (sesto posto) e ancora di più nel warm-up, conluso al vertice. Se i problemi di feeling con la moto saranno definitivamente risolti, questo ce lo dirà il “World Ducati Week” di Misano, quando assieme al numero 41 e al compagno di squadra, a provare per il team Ducati Xerox ci sarà un certo Troy Bayliss. Il terzo posto di Cal Crutchlow invece non toglie l’amaro in bocca alla squadra Yamaha Sterilgarda, che è stata spettatrice dell’ennesimo round sottotono di questa stagione 2010, visti i fasti a cui sono stati abituati gli uomini di Massimo “Maio” Meregalli lo scorso anno da Ben Spies. E’ la moto, sono i piloti o il mal adattamento della YZF-R1 alle coperture Pirelli? La sorte non è certo dalla parte del team italiano, visto la sfortunata escursione sulla ghiaia di Crutchlow in gara 1, trascinato fuori pista dalla caduta di Rea, e i continui capitomboli di James Toseland di certo non aiutano la causa. Doveroso accenno conclusivo va fatto per Jonathan Rea ed il team Ten Kate, in un week-end contraddistinto dalla brutta caduta della Superpole (high-side alla “Black Rock” con moto che è letteralmente passata sopra al pilota colpendolo al collo e alla spalla). Sfortunato per il volo, fortunato per il danno contenuto visto il rischio che ha corso, “Johnny” è stato autore di un volo anche in gara uno, terminata in 14esima posizione, mentre nella seconda manche ha concluso in ottava piazza. Valerio Piccini

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