15 Aprile 2009

Superbike: intervista esclusiva a Tom Sykes

Il pilota inglese è convinto di poter lottare presto con i primi

E’ al suo primo anno nel Mondiale Superrbike, Tom Sykes, dopo due anni nel BSB e prima ancora ben quattro nella classe Supersport. Ha 23 anni ed è nato a Huddersfield, nel West Yorkshire, Inghilterra. L’anno scorso è stato pilota per il team ufficiale Rizla Suzuki nel campionato britannico, ottenendo un quarto posto finale e ben impressionando nelle gara disputate come Wild Card nel mondiale, a Donington e Brands Hatch. Questo gli ha permesso di entrare a far parte del team Yamaha World Superbike a fianco del pluri-campione AMA Superbike Ben Spies. Per il pilota inglese l’inizio è stato molto promettente, seppur messo in ombra dai risultati assai più importanti del compagno di squadra. Tom Sykes è convinto però di poter lottare per la vittoria già da quest’anno, cosciente di essere nel team giusto per le sue aspirazioni di titolo mondiale. BikeRacing.it lo ha intervistato per voi, in occasione dei test privati di Monza della scorsa settimana. Tom Sykes, primo anno in World Superbike, come ti senti dopo tre gare? “Sento che non sono nella posizione dove dovrei essere visto che il team, la R1 e me stesso abbiamo un buon potenziale. Durante le prove riusciamo a girare costantemente veloci, ma non sono ancora riuscito ad ottenere il meglio dalle qualifiche”. Ci sono dei particolari su cui pensi di migliorare per le prossime gare? “Come ho già detto, l’unico problema per me sono le qualifiche. Per quanto riguarda il passo gara e le simulazioni di gara sono a buon punto, ho solo bisogno di ottenere un miglior posto in griglia per rendere le cose più facili. Credo che una volta che riuscirò in questo sarà tutto più facile. Ovviamente ci sono ancora delle cose che posso modificare per essere non più costante. ma leggermente più veloce” Sykes in azione a Valencia E’ un problema che riguarda la nuova formula di qualifiche? “Il problema risiede nel primo turno della nuova Superpole. Siamo stati tagliati fuori già al primo mini-turno sia in Australia che a Valencia, perchè i piloti dalla decima alla ventesima posizione utilizzano le gomme da qualifica già dalla prima sessione, quindi mi sono ritrovato fuori in entrambi i casi già dall’inizio. E’ un problema di strategia, ma abbiamo imparato la lezione. Devo essere, da parte mia, più attento a ciò che succede al primo turno di qualifiche e magari usare la gomma da tempo sin da subito se vedo che in molti lo fanno, mentre negli altri turni ho atteso troppo. E’ una lezione che ho dovuto imparare”. Monza è un tracciato molto diverso dagli altri del mondiale, qual è l’opinione che ti sei fatto “Il primo giro che ho fatto, e il più grande sorriso che ho avuto. Monza è un fantastico circuito dove correre: come hai detto è un circuito molto diverso e quindi rappresenta una bella sfida, mi sono trovato bene sin da subito e sono riuscito a girare in modo costante e veloce, riuscendo a compiere addirittura quattro simulazioni e mezzo di gara”. Qual è la cosa che ti piace di più di questa pista? “Per me, il fatto che sia un tracciato davvero molto veloce. Ci sono molti rettilinei, con in mezzo un po’ di chicane e curve veloci, e tutto il resto è da fare a gas aperto. Mi piace tantissimo la seconda curva (il curvone, ndr) da fare in quinta marcia, praticamente a gas spalancato” I tuoi risultati stanno migliorando gara dopo gara: quando pensi di poter raggiungere la vetta? “Il problema è che penso che il mio passo di gara mi avrebbe potuto permettere di andare a podio in ogni gara, è solo un problema di partire più avanti nello schieramento. Non mi voglio nascondere, so di poter stare coi primi, sto lavorando bene e ho dalla mia parte il miglior team che c’è nel paddock. E’ solo quindi una questione di tempo prima che io possa competere per la vittoria, sto imparando ma sento già di essere pronto per lottare al vertice”. Wheeling di Tom Sykes con la propria R1 Yamaha World Superbike ha deciso di investire su due piloti talentuosi e molto giovani, cambiando orientamento rispetto agli anni precedenti dove la scelta è ricaduta più su piloti di esperienza. Tu come giudichi la scelta? E che rapporto hai con il tuo compagno di squadra? Lavorate assieme oppure ognuno per conto suo? “Sembra che entrambi lavoriamo ogni volta attorno a un settore specifico da migliorare. Certamente i nostri capi meccanici si scambiano i dati e lavorano unitamente, pare che io e Ben arriviamo più o meno sempre agli stessi settaggi della moto. La scelta del team dipende dai punti di vista, per me è ottima poiché io ho ventitre anni e Ben (Spies) ventiquattro, quindi se riusciamo a lavorare bene assieme e ottenere risultati non vedo perchè questo nostro duo non possa rimanere unito anche per il futuro. Diventare campioni del mondo è tutto ciò che conta”. Ti piace l’atmosfera del mondiale Superbike? “E’ davvero bellissimo, non so neanche descrivervi quanto apprezzo il fatto di essere qui. il British Superbike Championship mi piaceva, eravamo come una grande famiglia dove ci si conosceva tutti. Per me è bellissimo andare sempre a correre in posti diversi, vedere tante differenti culture, luoghi e persone. Mi piace perché adoro socializzare e divertirmi”. Valerio Piccini

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