28 Aprile 2016

Superbike Imola Go Eleven, la piccola squadra che sogna di diventare grande

Pochi soldi, tanta passione, zero attenzioni. In cammino verso Imola abbiamo scelto di dare voce a una piccola squadra. Ecco come si vede il Mondiale da centro classifica.

Mancano poche ore alla grande, doppia sfida di Imola. Avremmo potuto raccontarvi la viglia di Jonathan Rea, ma ci sarà tempo. Stavolta vogliamo dare voce a chi di solito non ce l’ha. Denis Sacchetti, ex pilota di buon livello, è l’uomo squadra della Go Eleven, che schiera lo spagnolo Roman Ramos in Superbike e due nomi interessanti in Supersport: Christian Gamarino, 21 anni, e il ceco Ondrej Jezek, 27. Budget minimo ma grande amore per la moto e competenza. Ecco come si vede il Mondiale da metà schieramento. Nota: l’intervista è un po’ lunga, ma non vi fermate a metà. Denis racconta cose che i top manager e il promotore Dorna dovrebbero ascoltare attentamente. Qui, intanto,  il video ufficiale.

Go Eleven: con quali aspettative un team privato arriva a imola, per battersi coi giganti?

“Tutti vogliono vincere ma direi una bugia se dicessi che andiamo a Imola per fare il podio; lo scorso anno proprio qui abbiamo raccolto il nostro miglior risultato di sempre, quindi siamo molto motivati e ambiziosi, ma la realtà è che possiamo combattere con le BMW di Milwaukee, le Aprilia e la MV Agusta, come dimostrato nelle prime gare, e già questo ci rende orgogliosi perchè sono realtà importanti; MV è una casa ufficiale, Milwaukee è vincitore del campionato britannico e ha un budget elevato mentre Aprilia è una moto vincente gestita da un team MotoGP. Quindi il nostro obiettivo è battere loro ed entrare in top 10, poi magari chissà con un pizzico di fortuna….”

Perchè siete impegnati in tutte le categorie?

“Siamo l’unico team privato a partecipare sia al Mondiale Supersport che al Mondiale Superbike, fino allo scorso anno correvamo anche in Superstock 600 e Superstock 1000. Questo principalmente per 3 motivi; il primo è che vogliamo dare un’immagine completa ai nostri investitori, offriamo un pacchetto  prendendo ogni attività del World Superbike, chi punta su Go Eleven potrà così essere sempre protagonista in pista e nel paddock. Il secondo motivo è per dare la possibilità ai piloti emergenti di fare un percorso all’interno di un team, partendo dall’essere nessuno al diventare piloti professionisti, questo non lo sta facendo nessuno attualmente. O meglio l’unico è stato Ten Kate con van der Mark, alcuni “vendono” questa chance ma poi non portano avanti i progetti. Da ex pilota devo ammettere che questo è un po’ mancato, e sono orgoglioso del nostro titolare Gianni Ramello che investe suoi soldi personali per portare avanti questa causa. In terzo luogo, perchè Go Eleven corre per passione e non per business: le corse in moto sono ciò che amiamo, quindi più moto schieriamo in più categorie e più ci divertiamo. Se abbiamo i soldi, ovviamente…”

Quali sono i vostri obiettivi?

SBK: Lo spagnolo Roman Ramos

SBK: Lo spagnolo Roman Ramos

“Crescere. Siamo partiti nel 2009 con la sola Superstock 1000 e senza grossi risultati, oggi ci siamo tolti diverse soddisfazioni e siamo arrivati fino a qui solo grazie ai nostri sforzi e alla nostra passione. Il team è formato solo da persone che hanno voglia di imparare e di dimostrare il proprio valore, che amano il motorsport e lo vivono senza farsi problemi di orari di lavoro o altro. Adesso vogliamo arrivare a poter sfidare i team ufficiali che oggi si giocano il campionato del mondo, vogliamo poter dare quella credibilità e fiducia alla casa costruttrice che rappresentiamo come agli investitori che ci potranno permettere di fare quel salto di qualità… e poi chissà, l’appetito viene mangiando”.

Kawasaki vi dà un supporto?

“Siamo un team satellite Kawasaki a tutti gli effetti, abbiamo un buon scambio di informazioni e nel limite del possibile riceviamo consigli utili, quindi non posso dire che non ci aiutino, in realtà però non esiste materiale racing per i team satelliti! A noi è arrivata la moto 2016 solo nel periodo della Befana, con targa e specchietti, come la consegnano al concessionario, e a fine gennaio le moto dovevano essere spedire  in Australia. Gli ufficiali la scorsa estate avevano già provato la nuova moto completa al 90%. Inoltre Kawasaki non fornisce materiale racing per la Superbike, quindi ci siamo dovuti costruire la moto interamente da soli: abbiamo progettato e costruito il forcellone, il link, modificato il telaio, preparato il motore, il serbatoio, abbiamo addirittura progettato e costruito il cambio completo di tutti gli ingranaggi. Ci siamo fatti tutto da soli  in meno di un mese! Cose da Guinness dei primati. E la nostra moto non mi sembra vada così male”.

Quanto è diversa la vostra moto da quella di Rea?

SS: Ondrey Jezek

SS: Ondrey Jezek

“Sebbene le componenti tecniche siano quasi tutte  diverse in realtà non è così lontana da quella di Rea. La cosa che più ci manca in questo momento è la potenza del motore, l’accelerazione è al momento la nostra mancanza più grande. Per il resto utilizziamo la stessa elettronica, anche se con componenti differenti.  I dati dicono che ci occorrono gli stessi metri per decelerare,  con la stessa variazione di velocità,  e che riusciamo a utilizzare anche gomme più morbide finendo ugualmente la gare in ottime condizioni di usura”.

Usate parecchio materiale special. Ci dici cosa e di chi?

“Utilizziamo sospensioni Bitubo da diversi anni e siamo contentissimi di questo prodotto, l’impianto frenante è composto da pinze e pompa freno della Accossato, molto efficienti e costanti, mentre i dischi freno sono forniti da Galfer, è una grande azienda che sta investendo molto e con risultati incredibili. Abbiamo coinvolto anche Pbr, Mrw, GB Racing, Ermax, Irc ed altri. Gli impianti scarico sono Spark, bellissimi, e proprio qui a Imola porteremo in pista un nuovo impianto appena realizzato da loro, lo sviluppo non si ferma mai. Abbiamo portato Nils, l’olio motore già affermato nel motocross. I test chimici che facciamo frequentemente e i confronti con altri olii ci affermano che la qualità di questo olio è top.  Noi abbiamo avuto il coraggio di scommettere su aziende emergenti che non erano in Superbike. Utilizzare brand blasonati per un team privato è come farsi vedere figo perchè esci con le scarpe firmate con l’obiettivo di rimorchiare”

Vanno di moda i piloti con la valigia: voi che politica avete?

SS Christian Gamarino

SS Christian Gamarino

“I soldi fanno gola a tutti e sta prendendo piede questa “filosofia” del pilota che deve portare soldi. Io da ex pilota non la condivido e Go Eleven non vuole portare avanti questa politica finchè potrà permetterselo. Quest’ anno abbiamo avuto offerte da piloti che avrebbero portato un aiuto, ma Roman Ramos è troppo bravo e secondo noi si è meritato il posto anche senza valigia. Io ragiono da ex pilota, è un mestiere dove si rischia la vita e a questi livelli è giusto che il pilota sia ricompensato per il lavoro che svolge, ovviamente nel limite del possibile. Anche in supersport continuiamo a investire sui giovani, non li “usiamo” un anno per poi cambiare strada”.

Hai solo 30 anni, perchè hai smesso così presto per fare il team manager?

“Giovanni Ramello mi ha offerto questa possibilità ben 6 anni fa e io non smetterò mai di essergli grato, ormai è un fratello maggiore per me perchè mi ha offerto questo ruolo quando ancora io ero sicuramente acerbo per farlo, ma sono cresciuto e ho appreso con la velocità di un neonato, ho dato tutto e continuo a dare tutto me stesso perchè ho ancora molto da imparare, ma dopo 6 anni credo essere ancora il più giovane team manager del circus”.

Perchè i team privati non sono valorizzati e in TV non si vedono mai?

“Il motociclismo oggi vive nel cono d’ombra di un solo vero e grande protagonista che ha creato tanti piccoli antagonisti (buoni o cattivi). Il mondiale superbike, seguito da veri sportivi e appassionati,  sta rincorrendo la MotoGP senza però riuscire totalmente nel suo intento. L’organizzazione privilegia le Case ufficiali, i grandi sponsor. Noi piccoli siamo un po’ dimenticati ma invece abbiamo belle storie da raccontare. E credo che agli appassionati veri, il nostro pubbico, interesserebbe molto. Per esempio tutti possono comprare i materiali che usiamo noi. Provate a cercare in concessionaria gli stessi componenti di Rea…”

Che rapporti avete con Dorna?

La Kawasaki ZX-10R Superbike di Go Eleven

La Kawasaki ZX-10R Superbike di Go Eleven

“Amore e odio. Abbiamo un bellissimo rapporto e parliamo di tutto a 360°, ci confrontiamo molto con loro, a volte siamo in accordo mentre altre volte siamo in contrasto, a volte ci ascoltano e cercano di aiutarci mentre altre volte incontriamo un muro. Tutto sommato però devo ammettere che stanno svolgendo un ottimo lavoro e stanno aiutando tutti i team in modo equo e senza dare privilegi: questa è una cosa bella e importante. C’è chi dice che Dorna ti obbliga a fare certe scelte in cambio di aiuti, noi non possiamo dirlo quindi per me sono bugie, ci possono dare un consiglio, esprimere un loro desiderio ma siamo sempre stati completamente liberi di fare le nostre scelte”.

Come dovrebbe essere la Superbike, secondo Denis Sacchetti?

“Per me la Superbike dovrebbe essere un Mondiale dove il team privato ha le stesse chance del team ufficiale, dove le moto che corrono sono quelle che finita la gara gli  appasionati usano per tornare a casa. Un campionato che permetta ai produttori di materiali aftermarket di creare innovazioni e rivendere lo stesso prodotto. E’ un aspetto importante, perchè ai nostri appassionati piace personalizzare la propria moto. Per cui non sono d’accordo neanche con il monogomma. Io vedrei la MotoGP come il Mondiale dei protitipi, la Superbike dovrebbe essere il Mondiale degli elaboratori”.

Marco Melandri è a piedi e voi gli avete offerto una moto. Com’è andata?

“Marco è un grande pilota, e quando abbiamo sentito che era disposto a mettersi in gioco, che aveva voglia di riscatto e che avrebbe corso anche gratis pur di dimostrare quanto vale, abbiamo subito pensato fosse la nostra occasione per fare quel salto di qualità, anche mediatico. C saremmo fatti guidare da lui e la squadra sarebbe stata al suo servizio, ma il suo manager ha fatto durare poco la conversazione, loro cercano solo team ufficiali! In ogni caso Roman Ramos sarebbe rimasto con noi e avremmo quindi fatto 2 moto. Roman guida fortissimo, è  professionale e siamo felici di averlo con noi”.

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