11 Aprile 2012

Superbike: Ceramica Althea scagionata dalle accuse

Nessuna irregolarità riscontrata dal Tribunale

Ceramica Althea SpA ha divulgato un comunicato stampa dove viene fatta chiarezza sulle vicende legate a presunte irregolarità riscontrate nell’azienda dallo scorso mese di ottobre. Il Tribunale di Viterbo, infatti, ha definitivamente scagionato dalle accuse la società di Genesio Bevilacqua.

Con il decreto di archiviazione n°1085/12 G.I.P. del Tribunale di Viterbo ufficio del giudice delle indagini preliminari, è stata definitivamente archiviata l’indagine che aveva come oggetto la presunta irregolarità commerciale della Ceramica Althea e la conseguente presunta truffa ai danni dell’INPS e dell’erario. Questa sentenza, arrivata appena dopo pochi mesi dal clamore dell’ottobre scorso, è la conclusione anche formale di una vicenda di fatto già spenta nel giro di pochi giorni, l’infondatezza e la presunzione di reato infatti erano talmente evidenti che gli inquirenti ne avevano già preso atto nella loro prima valutazione.

La Ceramica Althea ha sempre creduto nell’operato della magistratura la quale ha fatto chiarezza con questa sentenza restituendo l’integrità all’immagine del nostro Marchio, da sempre uno dei leader sui mercati nazionali ed internazionali del settore ceramico. Resta l’amarezza e l’incapacità di capire tanto accanimento – anche mediatico – e come sia stata possibile la creazione di accuse così palesemente infondate. A tale riguardo la Ceramica Althea adotterà tutte le opportune misure – in qualsiasi sede – per colpire chi, deliberatamente, ha tentato di screditare il proprio Marchio nel momento della sua massima popolarità internazionale anche a livello sportivo.

Bevilacqua Genesio, Amm.re Delegato: “Non so se essere felice o triste per questa sentenza. Da una parte sicuramente ridà serenità a tutte le compagini a marchio Althea, ma sono altrettanto triste pensando che qualunque entità o soggetto che nutra sentimenti avversi per motivi anche personali, possa procurare simili danni coinvolgendo aziende, famiglie e posti di lavoro ad esse collegate. Il clamore mediatico suscitato da questa vicenda, inoltre, non è mai stato supportato da nessun documento o prova che potesse permettere ad alcuni giornali e giornalisti di affermare e scrivere articoli così denigratori come purtroppo, invece, abbiamo dovuto rilevare.

Spero che, alla luce di questa vicenda tutti si rendano conto dei danni reali che accuse infami come queste creano all’integrità, all’immagine e all’economia di un’azienda, mettendo a rischio soprattutto tante famiglie e il loro posto di lavoro, così raro di questi tempi. Le calunnie che ci sono state mosse non potevano che essere da noi respinte in maniera definitiva e con successo. Del notevole danno che ci è stato procurato senza fondamento, qualcuno, a questo punto, dovrà rispondere nelle sedi e nelle forme previste dal nostro sistema giudiziario”.

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