Sandro Cortese, l’emergente: “Ho tanti sogni da realizzare”
Non aveva mai guidato una maxi moto 1000 ma è già a ridosso dei top. Ecco chi è Sandro Cortese, la rivelazione 2019
CHI SONO
“Vivo a un’ora di distanza da Monaco, in una piccola città nel mezzo alla campagna. Adoro la calma e la tranquillità, l’opposto dei weekend di gara. È un ottimo posto per allenarsi, in mezzo alla natura. A casa non sono un pilota. La gente del paese mi conosce da quando ero all’asilo. Nessuno mi chiede “Sei andato forte?” A me piace, è bello non parlare di corse anche a casa. La mia ragazza si è appena trasferita da me. Ha finito di studiare e ora cercherà un lavoro vicino a casa mia. Per la prima volta nella mia vita vivo con una ragazza. Cerco di mantenere la mia vita molto privata. Molti piloti postano sui social. Anch’io sono su Instagram ma preferisco mantenere privati alcuni aspetti della mia vita. Credo che i miei tifosi capiranno se non gli faccio vedere proprio tutto.”
“ITALIANO PER TRE QUARTI”
“Mio padre è italiano e mia madre è nata in Germania, ma i nonni erano tutti dallo stesso paesino in Calabria. Ho il passaporto tedesco, sono cresciuto in Germania e mi sento tedesco. A casa parliamo principalmente tedesco, perché mio padre è venuto qui quando aveva 17 anni. In italiano non parliamo mai, semmai… calabrese. Più che tedesco o italiano, il mio destino è essere un ragazzo del sud. Anche in Germania!”
UNA MANO DI POKER
“Gioco a poker anche molto con i miei amici, online e tornei. Questo è il mio più grande hobby, quando ho tempo libero e niente da fare, gioco a poker. La mia passione è un piccolo cane, gioco con lui tutto il tempo. Mi alleno molto in bicicletta. Ho cominciato ad andare in moto a tre anni, con una moto da cross, il PW50. E’ stato il regalo di compleanno di mio padre, è cominciato tutto da lì.”
“GRT YAMAHA, HO UNA GRANDE SQUADRA”
“Prima dei test di novembre, a Jerez, non ero mai salito su una moto 1000. Neanche per strada. La mia fortuna è avere in squadra il pilota più esperto del paddock. Marco Melandri è un po’ la mia guida. Lo studio molto, cerco di carpirne i segreti, l’atteggiamento. Sono un po’ nella sua ombra, io devo crescere. Finora avevo sempre corso per piccole squadre, GRT Yamaha è una struttura molto più grande di quelle a cui ero abituato. E’ un gruppo fantastico, è come se li conoscessi da una vita. Mi stanno aiutando, li rispetto tantissimo. Adesso tocca a me: proverò a realizzare i miei sogni, e anche i loro…”
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