29 Luglio 2022

Perchè la Superbike piace anche oggi? “E’ una sfida di uomini veri, non leggende”

Francesco Valentino, responsabile del marketing del World Superbike, ci spiega da dove viene e dove sta andando il campionato più amato.

Francesco Valentino, Superbike

Dove sta andando la Superbike? Quanto vale oggi il Mondiale, rispetto ad una volta? E soprattutto: come sarà fra cinque o dieci anni? Sono domande che gli appassionati si fanno ogni giorno, scambiandosi idee, previsioni, pareri. Quasi sempre è un dibattito “di pancia”, senza dati alla mano e nessuna conoscenza del tempo che fu. Per offrire un’orizzonte quanto più autorevole possibile, abbiamo girato le questioni a Francesco Valentino, il manager romano che dal 2021 è responsabile del marketing del WorldSBK. Cioè la figura che deve favorire il contatto fra il pubblico ed il Mondiale Superbike. Dunque può offrirci una prospettiva interessantissima. Non solo perchè Francesco Valentinolavora nel settore del management sportivo da due decenni, ma perchè era in Superbike anche al tempo della precedente gestione Infront-Flammini, sempre nel ruolo di capo del Marketing e Comunicazione. Quindi ha attraverso due epoche: la precedente, quella che per tanti appassionati era la “Golden Era”, e questa di oggi, a trazione Dorna. Chi meglio di Francesco Valentino può chiarirci le idee?

Il WorldSBK ha cambiato logo, ispirandosi al passato: perchè?

A nostro modo di vedere, la “Brand Identity” deve necessariamente contenere, seppur subliminalmente, elementi del passato, perché il passato, così come il presente ed il futuro è parte ineludibile dell’identità di un prodotto. Noi cerchiamo di curare e proteggere molto la nostra identità. La riconoscibilità è un tema centrale“.

Il pubblico sta tornando su: Misano e Donington sono andate benissimo. Soddisfatti?

Intanto iniziamo con il dire due cose: 1. Italia e UK sono i primi due mercati del Mondiale Superbike in termini di seguito. 2. Il ritorno alle condizioni “normali” post pandemia amplificano, dove già esistente, la voglia di partecipare, di esserci. Il pubblico sa che essere presente ad un Round SBK® significa esserne co-protagonisti, interagire, fare, e non limitarsi solo a vedere una corsa di moto.   L’entertainment è da sempre nel nostro DNA. I nostri Paddock sono aperti a tutti con shows continui dalle 09 alle 19h per tre giorni. Chi altro lo fa nel Motorsport? I piloti si confondono tra il pubblico e viceversa. Da noi la “prossimità” non è una possibilità, è una necessità. Ecco cosa attrae, e non da oggi”.

Il WorldSBK permette grande visibiltà: quanti sono?

“Abbiamo otto sponsors permanenti. Motul ha il “Naming right” del Campionato, poi abbiamo due “Top Sponsor” che sono multinazionali quali Pirelli, nostro Partner dal 2004, e Hyundai N. In più contiamo cinque “Official Sponsors”: Tissot (con noi da 12 anni), Prosecco DOC, Acerbis, Prometeon e Pata. A questi si aggiungono altri partners per eventi o prodotti dedicati. In totale abbiamo un portafoglio di 26 Brands”.

Quali sono i vantaggi per un partner commerciale del WorldSBK?  

“La certezza di mettere in relazione il proprio prodotto con elementi come “passione”, “verità” e “successo”. L’ Experience – ne parlano in molti ma poi vedo poche applicazioni reali – è quello che gli ospiti dei nostri partners possono vivere da noi e difficilmente potrebbero altrove. Molti di loro che sì ci conoscevano ma mai erano stati ad un evento SBK® sono divenuti Fans con la F maiuscola. Proponiamo 32 differenti “experiences” tematiche che possono includere da una fino a gruppi di 50 persone.    Il podio, in SBK®, è al centro del paddock, per tutti. Il pubblico canta gli inni guardando i piloti negli occhi. Alla “esclusività”, propria delle discipline premium come F1-MotoGP o Champions League, noi opponiamo la “inclusività”. Per noi “esserci” è un punto di partenza non di arrivo. Cerchiamo la profondità. 

Visibilità

Poi la Visibilità – il WorldSBK è il terzo Campionato del Mondo in ambito Motorsport (Auto e Moto) per seguito televisivo, intendo Live Audience e Dedicated Audience (Live+Relive+Deferred+Highlights), 69M il primo dato 135M il secondo. Solo F1 e MotoGP fanno di meglio. Tre. La “Brand association” associarsi ad un brand come SBK® significa unirsi a qualcosa di vero, di exciting”.

Avete idee per migliorare ulteriormente l’esperienza del pubblico?

“Noi cerchiamo la profondità. La tematica la sviluppiamo verticalmente all’interno della nostra disciplina: Il Motorsport, che già di per sé è una nicchia all’interno dello sport in generale. Oggi la TV è tematica, i social sono tematici, anche qui, la profondità è una necessità”.

Che novità ci saranno nel futuro WorldSBK?

Ce ne saranno sempre, le stiamo creando e individuando.  Dal Paddock Show nei primi anni ’90 al monogomma, alla Superpole, al Podio e Parc Fermè nel paddock, alla Superpole Race. Oggi la nostra “Victory Lane”, scusa se me lo dico da solo, è qualcosa di unico per l’energia che genera nei piloti come nel pubblico. Quando diciamo “we make excitement” ci riferiamo a questo tipo di attività”.

Nel 2022 il WorldSBK è presente in quattro continenti. Qual è il più importante?

“L’Europa produce il 63% dell’Audience Mondiale. I numeri li puoi interpretare ma non li puoi eludere. Non si scappa”.

Prevedete il ritorno del WorldSBK negli Usa, nel breve termine? 

“Se il breve è un anno direi di no. Ma nel medio lungo, 3-5 anni, chi può dirlo? Non dimenticare che la Superbike nasce li, negli Stati Uniti, la prima gara ci fu nel ’73 a Laguna Seca, la prima ufficiale nel ’76 a Daytona. Negli Usa la “Superbike” ha un awareness invidiabile”.

La Superbike è ancora il Mondiale degli appassionati duri e puri?

“Lo zoccolo duro è sempre lo stesso e questo ci gratifica. Il mondo cambia ad una velocità impressionante grazie ai sempre nuovi media: solo negli ultimi quindici anni sono cambiati i gusti delle persone, il loro stile di vita, le loro usanze, addirittura i device con cui interagiscono ma i nostri “Superbikers” sono sempre li. Ci piace credere che si riconoscano in WorldSBK per la sua essenza: la spontaneità. Non c’è nulla di artefatto in questo Campionato, corrono moto derivate dalla serie guidate da uomini straordinari per il loro talento e coraggio ma uomini, non miti o leggende. Qui non c’è enfasi  forse per questo che siamo credibili”

MotoGP e F1 rincorrono i giovani. Per la Superbike non è puntare su spettatori di mezza età, a più alta capacità di spesa?

“Entrambi. Anche noi abbiamo ridisegnato la nostra “Visual identity” pensando ai media e ai device maggiormente usati oggi: socials e smartphone. Nel marketing non puoi sempre essere leader, a volte devi saper anche essere un buon follower e le tendenze le devi tenere d’occhio, a maggior ragione se generate dal progresso tecnologico. Il nostro è un pubblico adulto, senza alcun dubbio, ma cerchiamo anche di sensibilizzare fasce di mercato ancora non del tutto esplorate: i “Superyoung”.

Come immagini la WorldSBK fra 5 o 10 anni?

Come un evento globale, per sesso ed età, di real entertainment che rappresenti uno stile di vita ben definito. Il motociclista non è chi pratica il motociclismo o conduce una motocicletta ma il portatore di uno spirito libero e di uno stile di vita avventuroso. Un modo di essere. E non è necessario avere una moto per questo”.

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