26 Aprile 2022

Leonardo Taccini controcorrente: “Vorrei correre per sempre in Superbike”

Leonardo Taccini corre in Supersport con Ten Kate, team più blasonato dove fa coppia con l'iridato Dominique Aegerter. "Il mio sogno non è la MotoGP"

Superbike Taccini

Il Ten Kate è uno tra i team più blasonati dell’universo Superbike eppure è una grande famiglia. Il primogenito è Domenique Aegerter, campione del mondo in carica e saldamente in testa alla classifica iridata con 3 successi all’attivo. Il più coccolato, però, è il suo compagno di squadra, Leonardo Taccini, un simpatico diciannovenne romano alla sua prima stagione nel Mondiale, dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico. Leonardo è il fratellino di tutti e Domenique che appena può lo aiuta. Ad Assen ha conquistato un decimo ed un tredicesimo posto.

“I miei genitori sono stati ferrei” racconta Leonardo Taccini. “Prima il diploma poi le moto. Mia mamma, in particolare, ha insistito tanto riguardo la scuola e così anno scorso ho dato l’esame di maturità ed ora posso concentrami sul motociclismo. Ora vorrei cercare di diventare un pilota professionista”.   

Come ti trovi con Aegerter?

 “Domenique mi considera un amico, anzi, un fratellino. Tra di noi c’è una grande differenza di età e di curriculum. Lui è il campione del mondo in carica, ha un’esperienza ventennale, quindi siamo su piani diversi. Tra di noi c’è un bellissimo rapporto, ci confidiamo, appena può mi aiuta, soprattutto durante i test. E’ importante avere un compagno di squadra come lui per poter crescere”.

Gareggi per una squadra di primo piano. Timori reverenziali?

 “E’ la prima volta che corro per un team così blasonato. Il Ten Kate ha vinto undici titoli mondiali e quando avevo partecipato alla mia prima gara con loro, l’anno scorso in  Argentina in sostituzione di un pilota assente, mi ero sentito un po’ in soggezione. Poi però mi sono subito trovato benissimo e sono stato accolto come in una famiglia. Io sono il fratellino di tutti, mi vogliono bene anche i meccanici”.

Com’era andata in Argentina?

“Era la prima volta che andavo fuori dall’Europa ed avevo deciso di andare da solo, senza i miei genitori. Il team è olandese e lì parlano tutti inglese quindi era stata un’esperienza forte a livello sia pratico che emotivo però avevo voluto provarci. In gara2 mi ero classificato 11° e il team era rimasto molto contento tanto che mi ha voluto per il 2022. Ha confermato Aegerter, Campione del Mondo come pilota di punta, e io come giovane promessa da far crescere per il futuro”.

Il 2022 è un anno di apprendistato?

“Quest’anno vorrei crescere il più possibile, cercare di lottare con il gruppo di testa e magari anche salire sul podio. Se poi ci scappasse anche una vittoria sarebbe fantastico. L’essenziale comunque è crescere e migliorare a fianco di un pilota che quest’anno ha tutte le carte in regola per rivincere il titolo”.

Tra i vari campioni, hai un idolo?

“Da bambino i miei idoli erano Valentino Rossi e Casey Stoner mentre adesso non ho nessuno in particolare”.

MotoGp o Superbike: quale campionato ti piace di più?

“Forse sarò uno dei pochi piloti al mondo ma io preferisco da sempre la Superbike, non sogno un futuro in MotoGP come tanti”.

C’è un motivo particolare?

“Forse perché quando avevo 3 o 4 anni mi avevano portato a Vallelunga a vedere una gara di Superbike e mi ero subito innamorato di quel campionato o forse perché in Superbike conta di più in pilota. In MotoGP c’è tanta elettronica ed incide un po’ su tutto. Vorrei trascorrere tutta la mia carriera in Superbike e cercare di vincere lì”.

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