18 Aprile 2021

Carl Fogarty: “La MotoGP è stata il chiodo nella bara per la Superbike”

Perchè la Superbike non infiamma più le folle come vent'anni fa? Carl Fogarty, quattro volte iridato e celebrità anni '90, un'idea ce l'ha...

Superbike, Carl Fogarty

Gli appassionati si chiedono perchè la Superbike non scaldi più le folle come vent’anni fa. Neanche Carl Fogarty, fra i piloti più grandi che abbiano gareggiato nel Mondiale, conosce la risposta. Britannico, oggi 55 anni, Foggy ha vinto quattro titoli iridati e 59 gare. E’ stato il più vincente della serie fino all’esplosione del fenomeno Jonathan Rea, che di corone ne ha messe in bacheca sei (consecutive…) firmando 99 successi. “E’ molto veloce, se avesse gareggiato nell’epoca d’oro della Superbike le sue imprese avrebbero fatto molto rumore” riconosce Foggy. L’ex di Ducati e Honda è molto legato a  Jonathan Rea, tanto da aver scritto la prefazione dell’autobiografia uscita in Italia per CDM Edizioni, lo stesso editore di Corsedimoto.

“Cosa manca? Non lo so…”

Nel ’93, quando debuttò in Superbike, Carl Fogarty era un pilota giramondo: aveva vinto dovunque, perfino il campionato malese, rivelandosi quasi imbattibile anche nelle più prestigiose gare stradali, come Tourist Trophy e North West 200. Le derivate dalla serie gli hanno cambiato vita: conquistando vittorie a ripetizione con la Ducati, il ragazzo cresciuto nella periferia operaia di Blackbourn diventò una star. A Brands Hatch la Superbike portava 125 mila spettatori, le strade di accesso si bloccavano fin dall’alba. La Superbike andava in diretta sulla BBC, Foggy divenne un’icòna: carismatico, vincente e ricchissimo. Una visibilità globale che a Jonathan Rea non è toccata. “E’ il pilota più veloce di questa generazione, ma purtroppo per lui la Superbike non ha più la notorietà di un tempo. Cosa manca? Forse un pilota veramente personaggio, la copertura mediatica, ci possono essere tante cause. Io proprio non lo so. Ma qualche sospetto ce l’ho…”

“La MotoGP è stato il chiodo nella bara”

Carl Fogarty si è ritirato all’alba del Mondiale anno 2000, causa un grave incidente in Australia: colpì violentemente il muretto alla curva tre, dopo un contatto con l’austriaco Robert Ulm, e il braccio destro non ha più riacquisito la forza dei tempi belli. La sua Ducati, due round dopo, finì in eredità a Troy Bayliss. “La Superbike ha cominciato a perdere interesse nel 2002, cioè quando è nata la MotoGP, quello è stato il chiodo nella bara” ha raccontato Foggy a Speedweek. “Era  la competizione a quattro tempi più veloce, ma da quel momento non più. Questo, secondo me, ha determinato la progressiva perdita d’interesse. Ma è bene che ci siano due campionati: alla fine anche nelle auto ci sono la F1 e le corse per vetture turismo. La Superbike è molto spettacolare anche oggi, io non me la perdo…”

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Foto: Instagram

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2 commenti

  1. Anonimus ha detto:

    A dir la verità la SBK aveva un discreto successo anche dopo la nascita della categoria MotoGP…. I veri “chiodi” sono stati sicuramente i minori investimenti da parte delle emittenti televisive sempre più orientate verso il calcio oramai, ma soprattutto l’acquisto della Dorna.

    • fabu ha detto:

      le televisioni vanno dove c’è audience, più che una causa io le vedrei come una conseguenza. prima del 2002 il motomondiale significava moto a 2 tempi, la distinzione tra i due campionati anche a livello tecnico era netta, la SBK era veramente vista come il mondiale delle derivate di serie. e poi, ammettiamolo, il personaggio Valentino ha dato una gran mano alla MotoGP.