14 Aprile 2016

Superstock 1000 Marco Faccani si racconta “Sogno la Superbike”

Il trionfatore dell'Europeo della Stock 600 nel 2014 cerca gloria nella under 28. Il sogno nel cassetto: approdare in fretta in top class.

Marco Faccani è il Dovi della Superstock, un bersaglio per la sfortuna. Ad Aragon ha debuttato sulla 1000 con un portentoso terzo tempo in prova, poi un problema tecnico al cambio lo ha fermato praticamente subito, e le riparazioni non gli hanno permesso di prendere parte al secondo start. Marco però non si scoraggia, il talento c’è: nel 2014 ha dominato l’Europeo Stock600 conquistando cinque vittorie in sette round.

L’anno scorso in Supersport non è andata così bene. C’era così tanta differenza?

“Si, c’era abbastanza differenza, soprattutto a livello di piloti. I primi della Supersport sono molto veloci e io ho avuto difficoltà a prendere la mano con la moto, rispetto alla Stock600 c’è molta differenza a livello di guida ed elettronica e non è stato semplice adattarsi. Poi è sempre un mondiale, ovviamente c’è più competitività rispetto ad un europeo.”

A tal proposito, cosa ne pensi della fusione di questi due campionati in una griglia unica?

“Ci sono lati positivi e lati negativi. Per la crescita dei piloti è una buona cosa, porsi contro avversari forti ti porta a spingere al massimo e a migliorare te stesso. Dall’altro lato non vinci un campionato unico, corri insieme ad un’altra classe e ben difficilmente riesci a fare il podio, quindi anche a livello di visibilità non fa molto bene alla classe.”

Adesso sei passato in Stock1000, ti trovi meglio rispetto alle 600?

“Si, sono contento di essere nella Stock1000. Mi trovo meglio perché vista la mia stazza mi trovo meglio su una moto più grande. Mi diverto a guidare, uso la forza come so fare io e spostandomi col peso sopperisco a problemi come impennate e partenze del retrotreno. C’è comunque tanta elettronica anche qui, per me è comunque un passo avanti anche vedendo la nuova limitazione della centralina unica in Supersport.”

Ti eri qualificato alla grande ad Aragon, poi cosa è successo alla tua Ducati?

“Eh, abbiamo avuto un problema al cambio. Nulla a che vedere con l’incidente della prima curva, semplicemente quando stavo rientrando all’esposizione della bandiera rossa mi sono reso conto che il cambio non funzionava come si deve, e non abbiamo fatto in tempo a sistemarlo per la seconda partenza. Peccato, ci rifaremo qui ad Assen.”

Secondo te, e visti anche i risultati di Rinaldi e di Mercado, avere una Panigale nel mondiale Stock1000 dà un certo vantaggio rispetto alle altre moto?

“Secondo me il campionato è molto livellato, non ci sono differenze eclatanti tra una moto e l’altra, lo dimostra Yamaha con Russo e Marino e anche Aprilia. Certo, ogni moto ha i suoi punti di forza, BMW ha il solito motore spaventoso, probabilmente la Ducati nel misto si guida meglio e con gli sviluppi non perdiamo più troppo in rettilineo. Sarà un mondiale molto combattuto.”

Ad Assen in che posizione ti vedi?

“E’ difficile da dire, ci saranno le solite battaglie anche qui in Olanda. Per me, per ritenermi contento devo essere nei primi tre, come ad Aragon prima del problema tecnico.”

Progetti per il futuro prossimo?

“E’ ancora presto per parlarne, intanto bisogna fare bene quest’anno. Magari resto un altro anno in Stock per giocarmi il titolo se quest’anno non riesco ma il mio sogno è la Superbike, e chissà, facendo dei bei risultati tutto può essere!”

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