6 Maggio 2017

Supersport 300 Mykyta Kalinin “Non vedo l’ora di essere a Imola!”

Dopo due stagioni nella Red Bull Rookies Cup l'ucraino Mykyta Kalinin è approdato al nuovo Mondiale Supersport 300. Ecco il suo bilancio dopo Aragon e Assen.

Il Mondiale Supersport 300 ha vissuto i primi due round della sua storia e uno dei piloti maggiormente in evidenza in questo inizio di stagione è senza dubbio Mykyta Kalinin.

Il 18enne ucraino prende parte al campionato con la Yamaha YZF-R3 del Team MotoXRacing, squadra ufficiale Yamaha nell’Europeo Superstock 1000, e in entrambe le prime due gare della stagione ha mostrato di poter competere coi migliori e giocarsi la vittoria. Purtroppo l’ex-Red Bull MotoGP Rookies Cup (19° lo scorso anno con un ottavo posto in Gara 2 ad Assen come miglior piazzamento) è ancora a secco di punto a causa delle cadute che lo hanno messo fuori gara ad Aragon e in Olanda, ma gli ottimi risultati ottenuti finora nelle prove e in Superpole, tra i quali va sottolineata la prima fila conquistata in Spagna, fanno ben sperare per il resto della stagione e mantengono alto il morale di “Nick #22” e della squadra gestita da Sandro Carusi. Da segnalare che il pilota ucraino è anche uno dei sei piloti selezionati per il trofeo Yamaha R3 blU crU Challenge, progetto coordinato dall’ex-pilota di motocross Alberto Barozzi che assegna un posto nell’Europeo Supersport 2018 a chi di questi sei ragazzi (tra cui anche il nostro Alfonso Coppola) si piazzerà meglio in campionato.

Ecco cosa ci ha detto dopo queste prime due gare.

Ad Aragon avevi la possibilità di vincere la prima gara del Mondiale Supersport 300, ma sei caduto dopo alcuni giri. Il team ti ha rimproverato per questo?

No, hanno capito la situazione. Sanno che stavo spingendo al massimo perché ero in lotta per la vittoria e volevo dimostrare cosa posso fare in questo nuovo campionato e sanno anche che è normale cadere durante il proprio periodo di formazione, quindi sono molto comprensivi. Posso dire lo stesso anche di Alberto Barozzi, il quale mi ha rivolto importanti parole di sostegno dopo la caduta. Ovviamente sarebbe stato meglio parlare con lui dopo aver finito la gara come l’avevo iniziata, ma comunque si guarda avanti. Sia i miei meccanici, sia Sandro (Carusi) credono molto in me e questo mi stimola ancor di più a lottare.

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Kalinin in azione al Motorland Aragon.

Un inizio di stagione molto sfortunato, dato che sei caduto anche ad Assen.

Aragon e Assen sono due storie diverse. Prima di Aragon c’erano stati molti cambiamenti: avevamo apportato molte modifiche alla moto, Yamaha ci aveva mandato dei pezzi nuovi, io avevo una tuta nuova…sono dettagli, ma a questi livelli contano molto. Non so bene cosa abbia causato la caduta, dato che la telemetria non funzionava, ma credo fosse un misto tra l’adrenalina del momento e il vento. In ogni caso, è stato un errore mio e ho imparato la lezione.

Ad Assen ho cercato di non fare lo stesso errore e dopo aver fatto una buona partenza ed essermi portato nelle posizioni di testa mi sono detto: ‘Nick, questa volta stai calmo e spingi al massimo solo nella seconda parte di gara’. Sfortunatamente poco dopo Grassia ha fatto un errore e mi ha coinvolto nella sua caduta. Ho provato a ripartire, ma la moto era troppo danneggiata e quindi mi sono dovuto ritirare.

Quest’anno corri per il team italiano MotoXRacing. Che rapporto c’è tra di voi?

Per me è molto facile lavorare con loro e mi sono trovato molto bene fin dai primi test, anche perché sono professionisti che hanno molta esperienza ad alti livelli. Quest’anno posso imparare molto e perciò è importante comunicare costantemente col team.

Comunicate in italiano o in inglese?

Io e i meccanici ci capiamo anche senza usare le parole, ma quando parliamo io lo faccio in inglese e il team soprattutto in italiano e questo permette a tutti di imparare qualcosa. Comunque mi sono reso conto che l’italiano è molto importante per comunicare nel paddock e sto cercando di imparare le basi. In generale l’atmosfera che si respira nel team è molto bella e scherziamo spesso. La cosa più bella è che loro capiscono le mie battute anche se le faccio nella mia lingua!

Tornando al campionato, quali sono i tuoi principali avversari in pista?

È molto difficile dirlo, dato che la bagarre coinvolge molti piloti. Sicuramente devo stare attento ai primi tre del campionato (Scott Deroue, Borja Sánchez e Alfonso Coppola), ma non sottovaluto nemmeno altri piloti che finora sono caduti o non hanno ancora mostrato appieno il loro potenziale. Mi sembra molto forte, ad esempio, Robert Schotman. Finora è stato sfortunato quanto me, ma sono sicuro che darà comunque il massimo per vincere il campionato e io lo tengo d’occhio, anche perché pure lui fa parte del progetto blU crU e quindi mi interessano molto i suoi risultati, oltre a quelli degli altri piloti Yamaha.

Ora hai il sostegno di Yamaha, ma cosa faresti se avessi la chance di tornare indietro nel tempo e continuare in Moto3?

Non avrei cambiato nulla, anche perché non abbiamo fatto tutto in un giorno. C’era la possibilità di partecipare al Mondiale Junior, ma alla fine ho deciso di firmare con MotoXRacing per gareggiare nel Mondiale Supersport 300. Sento che questo è il mio campionato e sono pronto per la sfida. In passato mi sono allenato con una Yamaha R6 e con la R3 mi sono trovato subito molto bene, nonostante non l’avessi mai guidata a livello internazionale. Il contratto con Yamaha è una grande iniezione di fiducia e per me questa è una grande opportunità per crescere e diventare forte nella SSP300.

Cosa ci puoi dire riguardo alla parte finanziaria?

È importantissimo il grande supporto tecnico di Yamaha, dato che se si vuole lottare per risultati importanti la moto deve essere pronta al 100%. Comunque per me sono molto importanti anche i miei sponsor personali e apprezzo molto il loro sostegno, anche alla luce della difficile situazione che sta vivendo il mio paese, dove è davvero difficile trovare soldi da investire sullo sport. Per esempio, uno dei miei hobbies è il ciclismo e in questo ho il sostegno di Garbaruk Components, azienda ucraina che opera nel mercato europeo. La cosa più importante è lottare per i tuoi sogni e puoi stare certo che in questo avrai sempre chi ti sostiene.

Hai già qualche fan in Italia?

Avevo amici italiani già quando correvo nella Red Bull Rookies Cup e ora mi rivolgo a loro ogni volta che devo scrivere una lettera importante in italiano. Per me non sono fans, ma veri e propri amici. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dai molti messaggi ricevuti su Facebook e Instagram da followers italiani dopo la presentazione Yamaha a Milano e specialmente dopo la gara di Aragon. Non mi aspettavo nemmeno di essere accolto così bene da un team italiano. Anche per tutto questo non vedo l’ora di gareggiare a Imola!

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