30 Marzo 2022

Perché ci sono così tante pilote professioniste spagnole?

Dalla Spagna provengono moltissimi piloti famosi ma anche le donne sono numerose nel mondo delle moto. Cosa sta all'origine di questo predominio in molte discipline?

pilote professioniste spagnole, MissBiker

Nel motociclismo professionistico le atlete provenienti dalla penisola iberica sono le più presenti in tutte le discipline.
Tanti sono i nomi famosi come ad esempio Ana Carrasco, Laia Sanz, Maria Herrera, Sara Sanchez, Sandra Gomez, Berta Abellan e Gabriela Seisdedos.

Come mai una nazione che ha appena il 7% di donne che guidano una moto su strada (dati UnESPA e DGT) ha così tante pilote ad alti livelli?

Ho fatto questa domanda a Maria Herrera attualmente impegnata in MotoE e una delle campionesse più conosciute. Secondo la pilota di Toledo ciò è dovuto al fatto che in Spagna negli anni scorsi c’è stato un boom di vivai e scuole per piccoli talenti.
La stessa Herrera sogna di poter insegnare e trasmettere la passione per il motociclismo ai più piccoli.

Ana Carrasco, in un’intervista a MissBiker, allarga il discorso a tutte le donne che sono ancora poche nel mondo del motociclismo:

Credo che le ragazze nel mondiale che ottengono risultati e svolgono un ruolo importante, aiutano ad aprire la porta ad altre ragazze. Penso sempre al mio inizio: quando cominciai, non avevo nessuna donna come riferimento per arrivare al mondiale, perché non ce n’erano, ed è difficile quando ti rendi conto di essere la prima persona che fa una determinata cosa. Quindi, il fatto che ci siano ragazze nel mondiale, che ottengono buoni risultati, permette ad altre bambine di credere in sé stesse. Credo che grazie ai passi che stiamo facendo in questi ultimi anni, da qui a qualche tempo sarà più normale vedere in griglia di partenza più ragazze, con più mezzi e più opportunità di ottenere buoni risultati”.

Alla stessa domanda ha risposto Margot Llobera che, anche se andorrana, vive la realtà spagnola molto da vicino. Secondo la pilota hard enduro, si tratta di una questione culturale. In Spagna si vive intensamente la moto ed è sempre più normale vedere donne che si interessano al motociclismo a tutti i livelli.

Anche Laia Sanz, campionessa indiscussa e protagonista di tante competizioni mondiali, afferma che sia la passione spagnola per il trial e l’enduro negli anni ha fatto la differenza. Lei è cresciuta guardando in tv la Dakar, gara molto cara agli spagnoli. Non sa perché ci siano così poche donne su strada in Spagna ma è felice di vederne sempre di più.

In Italia la Federazione Motociclistica Italiana sta lavorando in tal senso. Due anni fa è nata la commissione femminile di cui fa parte anche Letizia Marchetti, campionessa italiana e tecnico FGI GR e co-ideatrice della Women’s European Cup.
Con una serie di collegiali dedicati alle donne nelle varie discipline e anche grazie a competizioni come la coppa europea femminile, le donne iniziano ad essere più numerose anche in Italia.

Proprio quest’anno è nata anche la Women’s Grand Prix, dedicata alle motocicliste che vogliono iniziare da zero un campionato velocità a costi ridotti.

Non ci resta che attendere ancora un po’ sperando di vedere altre donne italiane come Kiara Fontanesi, Francesca Nocera e Sara Trentini (per citarne alcune) gareggiare in competizioni mondiali e avere il meritato riconoscimento.

Lisa Cavalli
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