9 Maggio 2022

Superbike: Michele Pirro l’ammazza-CIV “Non ha colpa se manca lo show”

Stefano Morri, team manager Keope "Il problema non è Michele Pirro troppo forte, siamo noi che non riusciamo a batterlo." Ma c'è anche un problema strutturale...

Superbike Pirro, Superbike

Il Campionato Italiano Superbike dovrebbe essere la massima espressione del motociclismo italiano. Dovrebbe ma non lo è. Sono presenti pochissimi piloti: domenica scorsa sono partiti in quattordici ed hanno tagliato il traguardo in otto. Eccezion fatta per il 2020, da anni i campionati vengono sempre e regolarmente dominati da Michele Pirro sulla Ducati del team Barni. I numeri sono eloquenti: nel 2021 su 12 gare ne ha vinte 11, nel 2019 ha collezionato 9 successi, 8 nel 2018 ed 11 nel 2017. I distacchi sono spesso imbarazzanti, superiori ai 10 secondi.

Cosa ne pensano gli avversari? Ne parliamo con Stefano Morri, il team manager di Niccolò Canepa secondo in classifica con la Yamaha Keope Motor Team.

Stefano Morri, cosa ne pensi dello strapotere di Michele Pirro?

“Pirro è andato molto forte a Vallelunga, ha fatto uno step che nessuno si aspettava. Lui e il team Barni probabilmente sono stati più bravi di tutti gli altri ad interpretare le gomme: è l’unica spiegazione che mi posso dare. Per il resto Pirro è un pilota veloce anche in MotoGP, preparato ed allenato”.

Obbiettivamente è su un altro pianeta.

“La colpa non è sua che va troppo forte e vince sempre ma nostra che non riusciamo a batterlo: credo che non sia invincibile ma dobbiamo lavorare, tanto, intensamente per provare a stargli davanti. Io sono molto felice che ci sia Pirro e mi auguro che nel CIV ci siano sempre più piloti del suo livello come succedeva un tempo quando tanti piloti facevano sia il Tricolore che il Mondiale. Nel BSB ci sono tanti piloti fortissimi e nessuno si lamenta, anzi. Per i piloti dovrebbe essere stimolante confrontarsi con Michele, cercare di limitare i distacchi e magari di batterlo. Il problema del CIV Superbike non è assolutamente la presenza Michele ma è un altro”.

Quale?

“La presenza di appena 14 o 15 piloti mentre nel National Trophy 1000 ce ne sono oltre 30 di cui tanti con esperienze internazionali. Ecco, sono loro che rischiano di “rubare le caramelle” ai ragazzi emergenti che magari non avrebbero i soldi per fare un CIV”.

Come te lo spieghi?

“Io non ho il team nel National quindi non conosco bene le dinamiche e spero di non sbagliarmi tuttavia non penso che tra un National ai massimi livelli ed un buon CIV ci siano delle differenze economiche abissali. Ovviamente ci sono ma uno è un trofeo e l’altro è un campionato italiano, quello che dovrebbe essere il più importante in assoluto. A livello regolamentare le differenze riguardano le gomme, libere nel National, e la centralina che è unica nel CIV. Se si vuole tutto al top però credo che il National non sia economicissimo altrimenti non si spiegherebbero i tempi, solo di poco inferiori a quelli del CIV”.

A Vallelunga tra il best lap di gara-2 stabilito da Pirro ed il miglior crono del National 1000 stabilito da Giannini c’era appena un secondo.

Come si potrebbe rilanciare il CIV Superbike?

“Secondo me servono semplicemente piloti e team al top. Sarebbe sufficiente che i migliori del National partecipassero al CIV. Sarebbe molto bello che i vari Gamarino, Salvadori, La Marra, Russo, Lanzi… fossero presenti nel Campionato Italiano. In questo modo il National potrebbe essere un trampolino di lancio per i ragazzini talentuosi ma con poco budget mentre il CIV avrebbe il ruolo che gli spetta”.

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