25 Luglio 2018

National Trophy: Federico D’Annunzio “Il titolo? Non ci penso”

Il leader del National Trophy 1000 Federico D'Annunzio parla della sua stagione: "Dura battere le Open con una moto Stock, ma noi siamo con loro."

 

A prescindere da come finirà, l’edizione 2018 del National Trophy sarà ricordata a lungo per l’alto livello visto nella classe 1000. A rendere davvero interessante questa stagione sono il debutto della nuova Ducati Panigale V4, l’imminente esordio della Suter MMX 500 con Fabrizio Lai e soprattutto la presenza di nomi blasonati tra cui Lorenzo Lanzi, Eddi La Marra, Luca Conforti, Ivan Goi, Alessandro Polita, Luca Salvadori e Federico D’Annunzio.

Proprio Federico D’Annunzio è il pilota che si presenterà al quarto round, in programma a Misano, come leader del campionato. Archiviate quattro stagioni di alti e bassi in Superstock 1000, quest’anno il pilota abruzzese (che in passato ha corso anche nel CEV Moto2) gareggia nel National Trophy con la BMW del proprio team FDA Racing e attualmente guida la classifica piloti grazie alle due vittorie e al quarto posto ottenuti nelle prime tre gare. Questi risultati gli hanno assicurato 63 punti contro i 52 di Salvadori e i 50 di Lanzi e il loro valore aumenta se si considera che D’Annunzio corre con una moto Stock contro le ben più performanti Open.

Abbiamo intervistato il 26enne di Pescara per parlare di questa stagione, del successo del National Trophy e anche dell’Europeo Superstock 1000, dove ha corso dal 2014 al 2017. Ecco cosa ci ha detto.

Dopo tre gare sei primo nel National Trophy 1000 con due vittorie a Misano e Imola e un quarto posto al Mugello. Te lo aspettavi?

Non me lo aspettavo, perché sto correndo con una moto del 2016 in configurazione Stock e le Open che guidano i nostri avversari hanno motori decisamente più performanti. Questo è il motivo per cui facciamo molta fatica su piste veloci come il Mugello: lì avevo il passo gara per giocarmela con Lorenzo Lanzi (vincitore di quella corsa, ndr), ma non sono mai riuscito a liberarmi di Luca Conforti e Luca Salvadori e alla fine non sono neanche salito sul podio. Comunque la mia moto è decisamente a posto a livello di ciclistica e questo mi ha permesso di esprimermi al meglio a Misano e Imola, anche se in quest’ultima ho avuto dei problemi ai freni. 

Punti a vincere il titolo?

Non ci penso. Intanto cerco di ottenere il massimo a ogni gara, poi si vedrà.

Il National Trophy sembra davvero in ottima salute, a giudicare dalle affollatissime griglie delle classi 600 e 1000.

Sì, è una formula molto riuscita. Il regolamento è molto aperto sotto tutti i punti di vista e questo permette a tanti piloti, anche avanti con l’età, di iscriversi e correre senza spendere cifre esagerate. Il livello è davvero molto alto e ora la partecipazione di una moto come la Suter MMX 500 non può che rendere questo campionato ancor più interessante, anche a livello internazionale.

Il National Trophy 1000 sta anche avendo molto più successo del CIV Superbike.

Nel CIV Superbike vai a scontrarti con le case ufficiali e ormai siamo in una situazione in cui se non corri con una determinata moto, sei relegato alle posizioni di rincalzo. Nel National, al contrario, puoi giocarti le prime posizioni anche se non guidi una moto competitiva e questo fa sì che da noi ci siano più del doppio dei partenti rispetto al CIV.

Tu stai correndo anche contro la Ducati Panigale V4, che il prossimo anno debutterà nel Mondiale Superbike. Che ne pensi?

La moto va veramente forte, anche perché è una 1100cc che corre contro le 1000cc e questo dà comunque un vantaggio. Ha ancora dei problemi di gioventù, ma i piloti che la guidano sono già con i migliori e credo che nelle prossime gare andranno ancora più forte. Inoltre, nelle prossime gare porteranno sicuramente molti componenti nuovi e se montano già quest’anno il motore 1000cc che useranno nel Mondiale, batterli sarà davvero un’impresa…

Negli ultimi anni ci eravamo abituati a vederti nella Superstock 1000, dove hai corso dal 2014 al 2017. Come mai non ci corri quest’anno?

Purtroppo non avevamo il budget per affrontare la stagione nell’Europeo. La nostra è una piccola squadra a conduzione familiare e ogni anno gli sponsor non riuscivano a coprire tutte le spese per affrontare il campionato. Queste ristrettezze economiche ci impedivano di fare dei test e di essere competitivi e quindi abbiamo deciso di fare un passo indietro per tornare a lottare per la vittoria.

In Superstock 1000 ha comunque ottenuto dei buoni risultati.

Sì, tra cui il decimo posto finale del 2014. A tratti sono stato tra i primi dieci anche negli anni successivi, ma ho subito vari infortuni alla spalla sinistra e questo mi ha impedito di dare il massimo in tutte le gare. Quest’anno sono tornato a stare bene fisicamente e i risultati lo dimostrano.

L’Europeo Superstock 1000 sembra destinato a scomparire a fine stagione. Cosa pensi a riguardo?

Togliere la Superstock 1000 equivale a togliere una parte importante di tutto il Mondiale Superbike, anche perché il livello è molto alto, nonostante i pochi iscritti, e spesso i distacchi sono ridotti e le gare spettacolari. È una categoria molto utile per mettersi in luce e fare esperienza a livello internazionale e inoltre, se punti ad andare in Superbike, ti prepara molto meglio della Supersport.

Molti team e piloti si troverebbero in difficoltà, se Dorna eliminasse questa categoria.

La scomparsa della Superstock 1000 sarebbe un duro colpo per tutti, piloti e team. I costi della Superbike si sono alzati moltissimo e ben poche squadre della Superstock hanno il budget per passare alla SBK. Bisognerebbe fare un passo indietro e riavvicinarsi alle moto di serie, anche perché da alcuni anni i team privati fanno davvero molta fatica. Vedremo cosa succederà.

 

Photo Credit: Rewin

 

 

 

 

 

 

 

 

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