4 Settembre 2018

Valentino Rossi: “Dopo la MotoGP corro sulle quattro ruote”

Valentino Rossi parla del suo futuro dopo la MotoGP, la voglia di correre sulle quattro ruote per non restare mai fermo. Ma due saranno i rimorsi: "I Mondiali del 2006 e 2015".

Misano è la gara di casa di Valentino Rossi, con la sua roccaforte che dista pochi chilometri dall’autodromo intitolato all’amico Marco Simoncelli. Un anno fa fu il grande assente per via dell’infortunio rimediato in allenamento qualche giorno prima, quest’anno il pubblico sarà in gran parte per lui, nonostante le difficoltà in campionato e il titolo mondiali manchi da nove stagioni.

La MotoGP è la seconda casa del Dottore, nel bene o nel male, con la stessa intensità del passato anche nel presente. “Il gusto è esattamente lo stesso, anche ciò che si sente subito dopo, lo stesso, ma forse direi che ora è più speciale perché in passato ha vinto molte gare in un anno e ora meno – ha detto in un’intervista per lo sponsor Monster -. Ho anche bisogno di lavorare di più, perché i rivali sono più forti, più giovani di prima, direi che il gusto è lo stesso quando si supera la bandiera a scacchi“.

A 39 anni non è mai stanco di correre e migliorarsi, di lavorare per cercare il dettaglio vincente che possa fare la differenza in un’epoca in cui gomme, ECU e altri elementi hanno livellato le differenze tra piloti e costruttori. “Se si segue una buona vita e ci si allena avere 39 anni non è un grande svantaggio, mi diverto ancora“. Con un contratto in scadenza nel 2020, quando avrà raggiunto i 41 anni, è normale chiedersi cosa vorrà fare in futuro. “Sulle quattro ruote. Ho una grande passione per il motorsport. Dopo la  MotoGp voglio  fare un altro periodo della mia carriera su quattro ruote. Credo di poter fare diversi anni con le auto, non allo stesso livello della MotoGP, ma voglio provare“.

Non ha mai negato di provare qualche timore e molta malinconia all’idea di dover abbandonare la carriera di pilota in classe regina. “Questa è stata la mia vita da quando avevo 16 anni, quindi è sempre la stessa: corri, vai a casa a rilassarti per due o tre giorni e inizia a prepararti per la prossima gara, è sempre stato il mio stile di vita. Temo che quando smetterò avrò troppo tempo libero“. Forse troppo tempo libero per rimuginare sul passato e sulle occasioni mancate: “Il mio rimorso sono i Campionati del Mondo nel 2006 e nel 2015, perché ho avuto modo di arrivare all’ultima gara al vertice della classifica e ho perso due Coppe del Mondo“. Del resto il ricordo di Sepang 2015 è ancora una ferita aperta, insanabile, e quest’anno le vicende di Rio Hondo hanno fatto emergere la sua rabbia inestinta.

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2 commenti

  1. fabu ha detto:

    rimorsi? casomai rimpianti. ma più giusto dire rabbia visto che in ambedue i casi non è stato per sfortuna o errori suoi ma per il gioco sporco degli altri.

  2. fabu ha detto:

    rimorsi? casomai rimpianti. ma più giusto dire rabbia visto che in ambedue i casi non è stato per sfortuna o errori suoi ma per il gioco sporco degli altri.