26 Settembre 2018

MotoGP: Suzuki ha perso le concessioni per il 2019!

A partire dalla prossima stagione, Suzuki perderà le concessioni avute nel corso di questo campionato. Davide Brivio: "Buon segno, siamo competitivi."

È fatta! Suzuki avrà ora lo stesso regime normativo di Ducati, Honda e Yamaha, grazie ad un grande campionato che gli ha permesso di vedersi revocate le regole ancora valide per Aprilia e KTM. Una mossa che si era già verificata nel 2017 e che era stata un fallimento, visto il successivo ritorno al punto di partenza. Quindi, questa è davvero una buona notizia per la fabbrica di Hamamatsu? In base a quanto sostenuto dal pilota Alex Rins e dal direttore tecnico Davide Brivio, sembra proprio di sì.

In primo luogo perché questo cambiamento è qualcosa di importante, come dichiarato da Brivio: “Abbiamo perso le concessioni, ed è un buon segno perché dimostra che siamo diventati molto più competitivi”. Il risultato è dovuto alla grande gara di Aragón, che ha messo una Suzuki sul podio per la quinta volta nel corso di questa stagione. Come detto, la fabbrica aveva già raggiunto Honda, Ducati e Yamaha durante la stagione 2017, grazie a una vittoria e tre altri podi per Maverick Vinales nel 2016.

Si ricorderà che le concessioni sono concesse e ritirate sulla base dei podi conquistati. 3 punti per il 1° posto, 2 per il 2° e 1 per il 3°. Una volta raggiunti sei punti, le concessioni andranno perse per il dato costruttore a partire dalla stagione successiva. Ma le concessioni possono anche essere ripristinate se un costruttore non riesce a salire sul podio nel corso di un campionato.

Questo è infatti quello che è successo a Suzuki l’anno scorso, quando i nuovi piloti di fabbrica Andrea Iannone e Alex Rins hanno faticato molto dopo aver commesso un errore nella scelta del motore. Suzuki si è poi unita a KTM e Aprilia per effettuare test privati ​​illimitati, avendo a disposizione 9 invece di 7 cambi al motore per pilota, un’esenzione per il congelamento del motore, più 6 invece di 3 possibili carte wild.

Ma il terzo posto di Iannone ad Aragón – trovandosi anche per breve tempo al comando della gara – ha permesso a Suzuki di raggiungere quota 6 punti, dopo un terzo posto in Argentina (con Rins), in Texas (con Iannone) ed a Jerez (sempre con Iannone), senza dimenticare la seconda posizione ottenuta da Rins ad Assen.

Il motore quindi dovrà essere approvato prima del Gran Premio del Qatar e non potrà più essere sviluppato fino alla fine della stagione. Maggior pressione quindi per Alex Rins, unico pilota rimasto dopo questa annata visto che nel 2019 il suo compagno di squadra sarà Joan Mir . Ma il quarto classificato ad Aragón è sereno: “A causa del mio infortunio, non ho potuto davvero testare il motore in quel momento. Se avessi preso io la decisione sul motore nel 2017, potrei essere preoccupato per il 2019. Ma non è questo il caso.”

Per quanto riguarda il motore, finalmente abbiamo visto nel corso del Gran Premio di Aragón che la meccanica della GSX-RR ha potuto dare filo da torcere alla Honda e alla Ducati. Con la crisi in corso in casa Yamaha, Suzuki è in procinto di diventare la terza forza nel Campionato del Mondo MotoGP.

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